Si aggiunge un altro capitolo. La battaglia tra FederTennis e Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) prosegue, aggiungendo un ulteriore tassello nella battaglia scaturita da un mancato accredito. Un altro mancato accredito, anzi. L’intera vicenda era nata per il rifiuto della Federazione di concedere un pass per gli Internazionali a Vincenzo Rienzi, giornalista e avvocato, figlio del presidente del Codacons Carlo. Alla base della decisione c’era il ridimensionamento della politica degli ingressi omaggio, volto a tutelare gli spettatori paganti. Questo diniego aveva portato, in via non ufficiale ma apparentemente ovvia, il Codacons a schierarsi contro l’organizzazione delle prequalificazioni in Piazza del Popolo, che è poi naufragata dopo l’intervento del Tavolo del Decoro del Comune di Roma (un consesso che riunisce le soprintendenze capitoline e viene di solito convocato per deliberare su questioni che riguardano l’utilizzo di spazi di interesse storico-archeologico per eventi pubblici).
La Federazione aveva etichettato come “ripicca” questa mossa del Codacons, vedendosi per tutta risposta affibbiare una querela per diffamazione. Alla quale andrà ad aggiungersi anche una denuncia per violazione sulle norme della stampa, che il Codacons ha sporto in data 5 maggio, dopo che anche la richiesta per l’accredito del presidente Carlo Rienzi è stata rifiutata. “Come ogni anno, in qualità di giornalista delle testate Codacons News e Codacons.it, regolarmente registrate in tribunale, e in quanto iscritto all’Albo dei giornalisti, il presidente Codacons Rienzi ha avanzato formale richiesta di accredito stampa per gli Internazionali di tennis di Roma. Per la prima volta però la Federtennis ha opposto un netto rifiuto a tale richiesta, senza fornire alcuna spiegazione o giustificazione al diniego. Difficile non vedere un nesso tra il rifiuto all’accredito stampa e la sonora sconfitta subita dalla Federtennis ad opera del Codacons – con l’associazione che ha ottenuto lo stop ai campi da tennis in Piazza del Popolo – e una precisa volontà di vendetta nei confronti di Rienzi”. Recita così un comunicato stampa del Codacons, che ha infatti formalmente chiesto alla FIT, ai sensi della legge 241/90, “l’elenco degli accrediti stampa e degli ingressi omaggio rilasciati quest’anno per gli Internazionali di tennis, in modo da poter smascherare possibili intenti di vendetta ai danni del Codacons e verificare se l’ente abbia favorito altri soggetti a discapito dei giornalisti”.
Una diatriba che sta assumendo sempre più i contorni di una lotta di portinerie. Senza dubbio, la Federazione ha subìto un colpo durissimo, dal punto di vista commerciale, in seguito al divieto di organizzare le prequali in Piazza del Popolo. Soltanto la Peugeot aveva previsto un grosso investimento in FIT per portare lì le sue auto, fare promozione servendosi di uno scenario unico, inviare in giro per il mondo video e foto: dopo il no, il budget è stato dimezzato, e la “responsabilità” del Tavolo del Decoro, con buone probabilità sotto pressione del Codacons che si era schierato così: “l’allestimento sarebbe stato eccessivamente impattante e inidoneo al carattere monumentale della piazza, vista anche la necessità di innalzare adeguatamente i livelli di sicurezza pubblica e di tutela degli elementi monumentali presenti”. Motivazione peraltro pretestuosa alquanto, se si considerano eventi ben più rilevanti che Piazza del Popolo ha ospitato: il Fly Europe di Atletica lo scorso settembre e il Wind Summer Festival appena dodici mesi fa sono i due esempi più recenti, senza considerare che un campo da tennis era stato già allestito in piazza per un’esibizione di doppio nel 2016 (in campo c’era anche Wawrinka).
È pur vero, però, che sarebbe interessante sapere quanti articoli abbia scritto sugli Internazionli BNL d’Italia il presidente Rienzi. E dove? Il sito del Codacons, nel motivare i propri movimenti legali e non, specifica come Rienzi abbia sempre ottenuto l’accredito, sfruttandolo senza “mai scrivere di tennis, piuttosto per informarsi e controllare quello che non andava” in quanto rappresentante di un organo volto alla tutela dei consumatori. Ma è sufficiente un lavoro del genere per additare la FIT come responsabile di una mera presa di posizione? Sembra piuttosto molto più riprovevole la vicenda in cui è stata ignorata la vittoria di Panatta, l’unica italiana in uno Slam nell’Era Open (Pietrangeli c’era riuscito nel 1957 e 1961), nelle celebrazioni dei campioni del Foro Italico. Nel frattempo toccherà alla Federazione difendersi, a due settimane esatte dall’inizio del torneo.