Savannah (USA, $75.000, terra) – [7] H. Dellien b. C. Harrison 6-1 1-6 6-4
Hugo non si ferma più: riscritta la storia del tennis boliviano a Sarasota un paio di settimane fa, interrompendo un digiuno di titoli dello stato andino che durava da trentaquattro anni, Dellien ha bissato sulla costa della Georgia al termine di un’impressionante corsa sulle montagne russe: per tre volte in cinque partite egli ha dovuto rimontare un set di svantaggio, nei quarti è stato obbligato ad annullare quattro match point consecutivi dal 2-6 nel tie break decisivo contro Guihlerme Clezar e in semifinale ha ripreso Michael Mmoh, il quale aveva avuto l’opportunità di chiudere l’incontro al servizio nel secondo parziale. Le forze prima dell’ultimo atto erano sostanzialmente esaurite: “Davvero non so come ho fatto a uscire vivo dalla semi – ha dichiarato il giocatore nato a Trinidad – e non pensavo di avere possibilità in finale “. Finale strappata in volata a Christian Harrison senza farsi mancare un complicato recupero nel terzo set, iniziato subendo un pericoloso break. Dellien sale alla posizione numero 129, naturalmente best ranking, e non sa più cosa pensare di sé stesso: “L’anno scorso mi sono operato e ho perso in sostanza sei mesi, non avrei osato nemmeno sognare risultati simili, ma il duro lavoro ha pagato”. Il re dell’har-tru 2018 è lui.
Seoul (Corea del Sud, $100.000, cemento) – [5] M. McDonald b. [3] J. Thompson 1-6 6-4 6-1
Miglior classifica in carriera anche per Mackenzie McDonald, il quale assurge al centoquattordicesimo posto mondiale grazie al secondo successo challenger della vita. Best ranking, certo, e anche assegno non male: com’è consuetudine, la tappa asiatica è ogni settimana la più remunerativa del lotto, a dispetto di tabelloni non di primissimo piano. Se non di primo, almeno di secondo piano è stato l’avversario rimontato in finale, quel Jordan Thompson che, nell’anno corrente, occupa stabilmente la top 10 nella classifica avulsa di categoria. Continuo e rognosissimo a queste latitudini, il tennista australiano rimane ben inserito tra i primi 100 del mondo, mentre Mackenzie chissà, potrebbe iniziare a capire cosa vorrebbe fare da grande.
Glasgow (Gran Bretagna, $85.000, cemento indoor) – [1] L. Lacko b. L. Vanni 4-6 7-6(3) 6-4
Niente da fare per Luca Vanni, sconfitto nella sesta finale challenger della carriera da Lucas Lacko, prima testa di serie in gara. Per lo slovacco, che grazie al successo ritrova la top 100 ATP, si tratta del dodicesimo titolo nel secondo circuito professionistico, ma il tennista di Grosseto gli ha reso la vita difficile: vinto il primo parziale, Vanni ha tenuto botta in un secondo dominato dai servizi nella corsa all’inevitabile tie-break; tie-break poi giocato disgraziatamente fino all’irrimediabile 0-5. Il giocatore azzurro ha avuto l’ultima occasione dell’incontro all’alba della terza, decisiva frazione, ma dopo aver sciupato tre palle break nel primo game ha ceduto a sua volta il servizio nel sesto gioco, consegnando la coppa al rivale. “Partita molto difficile – ha fatto sapere il neo-campione in carica -, Luca mi aveva battuto nel precedente due anni fa e su queste superfici è pericoloso. Come me ama i rimbalzi bassi e veloci e in effetti tutto si è deciso su un paio di punti. Sono stato bravo a prendermi le possibilità che mi sono capitate”. Vanni si consoli: stamane ha riguadagnato 54 posizioni nel ranking e torna tra i primi 300. Apparizione agrodolce per Dan Evans dopo la squalifica: il ribelle di Birmingham è riuscito a passare le qualificazioni, perdendo però al primo turno del main draw contro Lucas Miedler.
Puerto Vallarta (Messico, $75.000, cemento) – [1] A. Menendez b. [5] D. Petrovic 1-6 7-5 6-3
L’edizione inaugurale dell’Open messicano a quanto pare ha stimolato le recensioni euforiche di tennisti e addetti ai lavori vari. Non è difficile crederlo, vista la scenografica ubicazione sulla costa del Pacifico, meta notissima per gaudenti turisti da Stati Uniti ed Europa. Oltre che delle splendide spiagge, il primo favorito in gara Menendez-Maceiras ha potuto godere anche di una splendida settimana sui campi conclusa con la conquista del quarto titolo challenger in carriera, dopo aver battuto in finale un avversario non impossibile come Danilo Petrovic, quest’ultimo comunque in grado di sottrargli, e nettamente, la frazione inaugurale. Adrian sale di ventinove posizioni in classifica e avvicina il proprio best ranking al 111 ATP, rinfocolando la speranza di entrare per almeno qualche giorno nella top 100 più volte sfiorata a 32 anni suonati.
Ostrava (Repubblica Ceca, $64.000, terra) – A. De Greef b. N. Serdarusic 4-6 6-4 6-2
Gli occhi erano ossessivamente puntati su Gianluigi Quinzi, reduce dal primo trionfo challenger ottenuto a Francavilla appena una settimana fa e atteso alla difficile, proprio perché immediata, conferma. Partito benissimo anche a Ostrava, con otto giochi complessivamente lasciati nei primi due turni a Gleb Sakharov e Lorenzo Giustino, Quinzi si è però spento nei quarti di fronte a Gregoire Barrere, dopo aver peraltro smarrito un break di vantaggio nel secondo set. Il titolo è finito a sorpresa nelle tasche di Arthur De Greef, capace di conquistare appena cinque vittorie nelle diciannove partite che hanno preceduto l’inattesa cavalcata della scorsa settimana. Battendo in finale il croato Nino Serdarusic, De Greef ha messo in tasca il secondo titolo in carriera, dopo aver conquistato sempre in Repubblica Ceca, a Liberec, anche il primo nel 2016.