“Carissimi, voglio informarvi sulla mia ultima decisione: il ritiro dal tennis professionistico. A causa di quasi tre anni di continue malattie, infortuni e problemi correlati, non mi sento più di praticare ancora questo sport complesso al più alto livello possibile. Sono e sarò sempre grata per tutto ciò che il tennis mi ha dato. Grazie alla WTA e all’ITF per il supporto e i miei più sinceri auguri di successo a tutti coloro che sono coinvolti nel tennis”.
Maggio 2013: così, a soli 23 anni, annunciava il ritiro Anastasija Sevastova. Nel tennis professionistico un corpo sano e “ben funzionante” è una condizione imprescindibile, ma non a tutte le giocatrici capita in sorte di poter evitare infortuni e malanni. Nemmeno un talento superiore è sufficiente per superare guai seri. Ci sono tenniste che sul campo hanno dimostrato di saper dare del tu alla palla, ma che troppo spesso non riescono a giocare con la regolarità necessaria per essere in forma ed esprimersi al meglio. Tamira Paszek, Jamie Hampton, Yaroslava Shvedova… sono solo alcuni dei nomi di protagoniste che non vediamo da molto tempo a causa di problemi fisici e che non sappiamo se potranno tornare su un campo da tennis ad alti livelli.
Ma ci sono anche vicende più felici, di chi dopo aver deciso di smettere è stata nella condizione di riprendere a competere, raggiungendo risultati importanti: penso per esempio a Timea Bacsinszky, Kaia Kanepi o Mihaela Buzarnescu. Conto di tornare in futuro anche sulle loro storie. Quella di Sevastova (nata nell’aprile 1990) con il tennis è cominciata da bambina, a 6 anni. In quel momento Anastasija è nata e abita a Liepaja (una cittadina lettone sulla costa baltica). Figlia unica, è la nonna che la porta per la prima volta su un campo da tennis per provare il nuovo sport.
Si dimostra una ragazzina di talento, tanto che a 16 anni vince il titolo nazionale, a conferma che possiede qualcosa di speciale. Allora prova a coltivare il sogno di diventare professionista trasferendosi all’Accademia di Niki Pilic (vicino a Monaco di Baviera). Gareggia in pochi tornei junior e inizia subito a dedicarsi agli ITF per scalare il ranking WTA. Dal 2006 entra in classifica e per alcune stagioni i progressi sono costanti: numero 529, 267, 194, 83, 45 le classifiche di fine anno.
Nel 2009 entra per la prima volta in Top 100, nel 2010 si aggiudica il primo torneo WTA, sulla terra rossa di Estoril. Con questo successo una tennista lettone torna a vincere un evento WTA dal 1993, quando a riuscirci era stata Larisa Savchenko-Neiland (a Schenectady). Però Savchenko era ancora una giocatrice di formazione sovietica, nata nel 1966, e affermatasi prima dell’indipendenza lettone (1991).
Nel 2010 Sevastova comincia anche a sconfiggere alcune top 10 (Jankovic e Stosur a Monterrey e Pechino); ormai è diventata un’avversaria pericolosa per quasi tutte. Il picco della sua “prima” carriera lo ottiene all’inizio del 2011: best ranking (numero 36) e il quarto turno agli Australian Open dove supera Hercog, Wickmayer e Dolonc prima di essere fermata dalla numero uno del momento Wozniacki. Qui è nel match vinto contro la allora numero 24 del mondo Wickmayer:
Poi però nella seconda metà di stagione cominciano gli scricchiolii fisici: prima un infortunio alla caviglia, poi uno ancora più serio all’anca, che la obbliga al ritiro durante il match contro Julia Goerges in Lussemburgo. Tra il 2011 e il 2012 finisce il periodo felice dell’ascesa e comincia quello della crisi: deve saltare alcuni mesi di attività per gli acciacchi che le impediscono di allenarsi e disputare incontri.
Non è facile ricostruire del tutto la sua “cartella clinica”, perché Sevastova è piuttosto riservata, non usa molto i social né cerca il contatto con i media. Anche facendo una ricerca su quelli lettoni, non si trovano articoli che raccontino nel dettaglio su di lei. Oltre alla caviglia e all’anca, sappiamo che in quel periodo deve affrontare un serio problema al gomito. Fatto sta che gioca con sempre meno regolarità, e i risultati e la classifica non possono che risentirne: nel 2012 gareggia solo fra aprile e settembre, nel 2013 fra gennaio e marzo. Prima esce dalle 100, poi anche dalle prime 200.
Ma in pochi possono aspettarsi una decisione così drastica come quella del ritiro definitivo annunciato nel mese di maggio 2013. A 23 anni chiude con il tennis. Sevastova abita in Austria da un po’ di tempo e comincia a frequentare una scuola per diventare “Leisure Manager” (“Si trattava di un po ‘di contabilità, un po’ di gestione, un po’ di marketing. Ho dato alcuni esami”.)
L’aver smesso la vita dell’atleta, che conduce le giornate fra match e allenamenti, le permette di tornare in salute. Non è un recupero istantaneo: occorre circa un anno e mezzo. Nella seconda metà del 2014 si rende conto che il suo corpo è pronto per tornare a giocare; prima a livello di club e poi, nel gennaio 2015 alla soglia dei 25 anni, ricomincia la trafila già compiuta a sedici anni: la scalata della classifica WTA. A tutti gli effetti è una ex giocatrice: nessun ranking protetto può aiutarla, al massimo avrà qualche wild card per entrare negli ITF, ricostruendo da zero la posizione.
a pagina 2: il ritorno e la scalata nel ranking