dal nostro inviato a Madrid
KVITOVA DA PAURA – Se Kristina Pliskova ha impressionato nel match vinto contro la campionessa uscente e n.1 del mondo Simona Halep, ha fatto a dir poco paura la prova di Petra Kvitova contro la n.15 WTA Daria Kastkina. Vincenti a grappoli, un dritto semplicemente strepitoso per potenza e precisione, una risposta di rovescio estremamente aggressiva (che ha messo sotto enorme pressione l’avversaria sulla seconda di servizio) e una condizione fisica strabordante spiegano facilmente il punteggio così netto, ma non bastano a rendere l’idea del match perfetto giocato dalla n.10 del mondo. La regina di Wimbledon 2011 (qui il commento di allora del Direttore) e 2014, capace di tornare in top 10 dopo l’aggressione casalinga e offrire ora nuove soluzioni di gioco, ha sovrastato la finalista di Indian Wells, incredula del livello dell’avversaria fino ad oggi mai incontrata. L’ultimo match sul Manolo Santana comincia solo qualche minuto prima delle 22:30, aggiungeteci gli arcigni 16°C in altura e la lunga giornata e capite perché sono davvero pochi i coraggiosi spettatori ancora presenti nella Caja Magica. Il dritto della mancina ceca sale subito in cattedra, spesso profondo, talvolta stretto e angolato, a un livello tale che quando non chiude subito per merito della strenua difesa della ventunenne di Togliatti lo fa agevolmente al punto successivo. Il 5-2 dopo meno di mezz’ora registra il dominio della fresca vincitrice di Praga. Nella sorpresa generale le grandi doti d’incontrista della finalista di Dubai le permettono di recuperare il break di svantaggio (con set-point salvato sul 5-2 30-40), ma sul 5-4 e servizio Kasatkina la reazione di Petra è da campionessa vera. Il secondo set si trasforma subito in un monologo assoluto della campionessa di Doha e San Pietroburgo, che chiude impietosa con un bagel dopo appena 1 ora e 7 minuti. In semifinale il derby ceco con Pliskova sarà imperdibile.
STANCA MASHA, SUPER KIKI – Partita tirata e a tratti molto gradevole tra Kiki Bertens e Maria Sharapova, vinta dall’olandese in rimonta. Un bel primo set per Masha, lottato, con break e controbreak al quarto e quinto game, risolto alla fine con il break decisivo del 6-4 subìto da Kiki. Il confronto è interessante, Bertens è un’ottima giocatrice da terra battuta, e ha un grandissimo dritto, con cui varia sapientemente le traiettorie, colpendolo di forza a chiudere, o caricandolo di top-spin all’occorrenza, per difendersi e riguadagnare campo. Da parte sua, Sharapova come sempre va in spinta costante praticamente su ogni palla, il risultato è un divertimento di alto livello per gli spettatori. L’unica pecca della partita è la terribile mezza ombra che affligge il campo “Arantxa Sanchez”, dà un fastidio tremendo a noi sugli spalti, non oso immaginare cosa debba essere giocare con metà campo in luce piena, e metà scurissimo. Nel secondo parziale, Kiki, che all’inizio sembrava soffrire un poco la personalità di Masha, più che il suo tennis, aumenta i giri del motore, spinge prima possibile per evitare di essere aggredita, e va in vantaggio 3-0 con due break, ne restituisce uno, se lo riprende, e alla fine pareggia i conti chiudendo 6-2. Bravissima l’olandese, troppi gli errori gratuiti di Sharapova in questa fase. Il coaching di Thomas Högstedt, che cerca di scuotere la siberiana (“Non devi farti aggredire, stavi comandando tu, e adesso sei fuori dal campo, ritorna a spingere come all’inizio“) non ha dato i frutti sperati, il terzo parziale si presenta equilibrato.
Masha sta in effetti sbagliando troppi dritti, sembra soffrire sulla diagonale destra l’alternanza di botte spinte e gran top-spin che Bertens le propone, mentre sul lato del rovescio è superiore, ma non in modo così decisivo. Torna a scendere Thomas al capezzale di Masha quando Kiki va in vantaggio di un break nel terzo set, sul 2-1. “Tu la vuoi questa partita, e la vincerai, spingi e stai tranquilla“, è l’esortazione del coach per Sharapova. L’ombra fastidiosa, nel frattempo, non c’è più, è calato il sole. Un paio di gran drittoni, tirati a tutto braccio ma con molta attenzione danno una palla del controbreak a Masha, ma Bertens serve bene, e si prende il 3-1, dalla fine del primo set è letteralmente salita in cattedra, siamo a 9 game a 3 di parziale, bravissima davvero. Dall’altra parte, il linguaggio del corpo di Sharapova è dimesso, il doppio fallo con cui regala il secondo break a Kiki sa quasi di resa. Sembra anche stanca ora Masha, prova a reagire recuperando un break quando è ormai sotto 5-1, viene graziata sul 5-3 da un errore banalissimo di Kiki sul match-point, ma due punti dopo spara largo l’ultimo rovescio. Meriti a Bertens, che ha giocato il secondo e il terzo set benissimo, la semifinale con caroline Garcia si presenta aperta ed equilibrata.
GRANDE CAROLINE E… – Le due battaglie, intensissime dal punto di vista fisico ma soprattutto emotivo, vinte contro Elina Svitolina e Bernarda Pera, hanno preteso dazio dalle energie in particolare mentali di Carla Suarez Navarro, che si è arresa senza opporre grande resistenza a una Caroline Garcia che non aveva bisogno di grandi vantaggi, per quanto è apparsa in forma sia tecnica che atletica. Tutto il “Manolo Santana” faceva il tifo per Carla, e per il suo bel tennis adattissimo alla terra battuta ammirato nei giorni scorsi, ma oggi semplicemente Navarro non c’era a livello di intensità e concentrazione. Dall’altra parte, gran prestazione di Garcia, il cui talento è ancora un po’ discontinuo, ma quando va in campo di buzzo buono è in grado di produrre un gioco di livello veramente alto. L’unica pecca tecnica di Caroline è l’esecuzione del servizio, con movimento spezzato e spesso un lancio di palla che le scappa troppo indietro e a sinistra, ma alla fine in qualche modo se la cava, e ottiene buona velocità e angoli efficaci nonostante tutto. Carla ha provato a costruire le sue geometrie fatte di angoli, gran top-spin, bellissime sbracciate con il rovescio a una mano, ma come detto è sembrata scarica di testa, e questo si riflette inevitabilmente sul tennis. Uno strappo di 4 game consecutivi consegna a Garcia il primo set, 6-2, nel secondo Navarro tenta di resistere, controbrekka dopo essere andata ancora sotto, ma quando non è giornata c’è poco da fare. I lungolinea di Caroline sono precisi e ficcanti, a uscire dalla pressione in diagonale di Carla, il 6-3 che la manda in semifinale è un giusto premio per la bella settimana che sta vivendo. “Non è mai facile affrontare una come Carla qui in Spagna, tutto il tifo era per lei, ho dovuto concentrarmi su me stessa“, racconta Caroline. “Sto cercando di aggiungere un po’ di top-spin al dritto fin da Stoccarda, e qui mi aiuta molto“. Per lei ora Kiki Bertens.
… GRANDISSIMA KAROLINA – Partenza – come spesso le avviene – un po’ lenta per Karolina Pliskova contro la numero uno WTA Simona Halep, che va subito in vantaggio di un break. Ma dal 2-0 iniziale del match, il cambio di marcia della ceca è evidente, e si traduce nel parziale di sei game a due che le consegna il primo set, 6-4. La partita è molto bella, e si svolge secondo il prevedibile canovaccio tattico che vede Karolina in spinta costante (pure troppo a volte, ci vuole anche attenzione al tennis percentuale), nel tentativo di scardinare la difesa di Simona a furia di botte semipiatte con dritto, rovescio e servizio. Halep tenta spesso di sottrarsi al bombardamento attaccando e spingendo lei per prima, ma non è affatto semplice davanti a una “sparapalle” in buona giornata del livello di Pliskova. Le due clamorose manate di dritto consecutive che danno il primo parziale a Karolina sono un buon esempio di quello che si è visto in campo, sono pallate che farebbero punto anche a un maschio. Halep accusa il colpo, tenta di reagire da campionessa qual è, ma Pliskova non accenna a togliere il piede dall’acceleratore.
Dal vivo, sono impressionanti i colpi della ceca, credo che sia tra quelle che giocano con “net clearance” minore di tutte, la palla le vola semipiatta a fil di nastro e atterra regolarmente negli ultimi centimetri del terreno di gioco, rischio totale costante, bellissimo spettacolo tecnico. Dall’altra parte, Simona ci prova con tutta la sua maestria di incontrista e con la sua strepitosa capacità di copertura del campo, vedere una “trottolina” come la rumena viaggiare a mille all’ora come un leprotto, senza perdere mai coordinazione, è altrettanto straordinario, d’altronde non si arriva sopra a tutte in classifica per caso. Ma oggi pomeriggio con Karolina non c’è nulla da fare, troppa la pressione, troppa la velocità di palla. Sotto di un break subìto al terzo game, Halep non arriva mai a più di 30 sul servizio dell’avversaria, che la brekka ancora nel nono game, chiudendo il match 6-3 con una risposta a tutto braccio stampata sulla riga di fondo. Che Karolina di lusso. Raggiante, in sala stampa Pliskova racconta: “Mi stupisco io pero prima della striscia vincente che sto avendo, da Stoccarda a qua. Quando ho visto il tabellone, le giocatrici che c’erano, ho pensato vabbè, al massimo farò un turno, sarebbe già buono. E invece ho fatto semifinali, giocando il miglior tennis su terra della mia vita!“. Attende la vincente tra Kasatkina e Kvitova.
ha collaborato Ruggero Canevazzi
Risultati:
[7] C. Garcia b. C. Suarez Navarro 6-2 6-3
[6] Ka. Pliskova b. [1] S. Halep 6-4 6-3
K. Bertens b M. Sharapova 4-6 6-2 6-3
[10] P. Kvitova b. [14] D. Kasatkina 6-4 6-0