dal nostro inviato a Madrid
E insomma, alla fine è arrivato chi ce l’ha fatta. Dominic Thiem, detto “Dominator”, ha piazzato la prestazione perfetta (perchè quello ci vuole, come minimo), e ha eliminato Rafa Nadal nei quarti di finale del Masters 1000 di Madrid. Come avevo già evidenziato ieri redigendone cronaca, il piano tattico che ha consentito a Dominic di scardinare l’apparentemente inscalfibile gioco dello spagnolo è stato al contempo semplicissimo e mostruosamente difficile: tirare tutto, alla massima violenza possibile, dalla prima all’ultima palla. Il cosiddetto “schema Wawrinka”, che ancora adesso ci ricordiamo tutti dal Roland Garros 2015, quando più o meno nello stesso modo Stan-The-Man demolì l’allora fortissimo Novak Djokovic. Lo svizzero piantò giù una sessantina di vincenti, ieri Thiem ne ha messi a segno una trentina in due set, siamo a livelli stratosferici di tennis considerati gli avversari. In mattinata, Dominic ha fatto la sua consueta oretta di allenamento, in vista della semifinale del pomeriggio contro Kevin Anderson. Vediamo un po’ come sta l’uomo del giorno, andando in compagnia sulla “Pista 15” della Caja Magica.
Qui sopra, vediamo il bellissimo caricamento del dritto di Dominic, testa dalla racchetta super-chiusa in avanti fino all’ultimo istante prima dell’inizio dello swing, a ottenere la massima velocità possibile dell’attrezzo nel frustare la palla. A destra, apprezziamo l’ampiezza della distensione posteriore del braccio, e il deciso affondo del piede sinistro, Thiem è in neutral stance classica (affiancato), ben in anticipo sul colpo.
Qui sopra, uno dei finali di follow-through più perfetti che si possano immaginare, tutto il peso del corpo è stato proiettato in avanti sulla palla, la cosa da notare è l’impeccabile quadrato formato da braccio e avambraccio destri, avambraccio sinistro, e racchetta, il tutto allineato al centimetro con la gamba posteriore. Magnifico.
Qui sopra, stavolta in semi-open stance, non del tutto frontale ma appena rivolto verso la palla, con il peso comunque che parte in caricamento dal piede destro, vediamo delle accelerazioni a chiudere, quelle che hanno fatto tanto male a Rafa (o a chiunque fosse stato in campo ad affrontarle, se è per quello). Violenza straordinaria della sbracciata, sforbiciata in sospensione, tutto da manuale. Salire sopra i grandi top-spin di uno come Nadal è un incubo per la maggior parte dei giocatori, Dominic ci è riuscito proprio grazie alla sua eccezionale velocità di braccio, unita alla spinta verso l’alto delle gambe. Delle botte da paura, veramente, facevano impressione ieri allo stadio, figuratevi da bordocampo.
Dal lato del rovescio, Thiem è altrettanto efficace e penetrante, con uno swing a una mano tra i più notevoli che ci siano nel circuito. Ineccepibile il passo in ricerca della palla, caratteristica la preparazione molto distante dal corpo, con entrambe le braccia distese, in piena tensione muscolare.
Lo vediamo ancora meglio qui sopra, con il confronto tra fase di inizio movimento a colpire, e finale del colpo. Sbracciare in modo così ampio pone dei problemi di controllo del timing notevolissimi, ma chi ci riesce alla grande, come Dominic, con il rovescio a una mano è in grado di opporsi alle palle cariche anche meglio che con il bimane. E soprattutto, riesce a produrre molto, ma molto più top-spin, ideale per la manovra su terra battuta, non è un caso che tanti grandi campioni e specialisti del mattone tritato del passato siano stati monomani. È difficile, ma è terribilmente efficace colpire in questo modo. Thiem con queste sbracciate straordinarie ha annullato i drittoni diagonali carichi di Nadal, per dire, non è una cosa che siano riusciti a fare in tanti.
L’altro colpo fuori dal comune di Dominic lo possiamo ammirare qui sopra, ed è il servizio in kick a uscire. Osserviamo il frame centrale e quello di destra: in mezzo, l’inizio della martellata, la testa della racchetta parte da sotto i fianchi del giocatore, con il manico allineato a puntare la palla con precisione millimetrica, a destra, la fase di impatto, con la feroce spazzolata verso l’alto-esterno che conferisce una rotazione elevatissima, producendo traiettorie a volte impossibili da controllare perfino per un mancino che tende a rispondere molto indietro come Rafa.
Guardiamo qui sopra l’angolo di uscita della palla: come avevo fatto notare analizzando il kick di John Isner l’altro giorno, la traiettoria parte verso l’alto di almeno 30 gradi, ho sovraimpresso una linea all’immagine per evidenziarlo meglio. E qui siamo anche oltre il già pazzesco servizio liftato dello statunitense, il che è incredibile considerando che Dominic è alto 25 centimetri di meno. Le curve esterne che escono da queste esecuzioni sono delle autentiche bisce incazzate, che si tuffano cattivissime verso il campo, e poi schizzano via contemporaneamente alte e laterali. A volte, capita anche che Thiem commetta doppio fallo, data la rotazione al limite che imprime ogni volta, qui se l’ingresso della testa della racchetta ritarda di un millisecondo rischi di tirarla in tribuna. Ma nell’economia del suo gioco ci sta.
Tutto il gran tennis visto finora, il buon Dominic è riuscito anche a scatenarlo stando finalmente un metro più avanti del solito, e a mio avviso questo è stato uno degli elementi più importanti che gli hanno consentito di non perdere il controllo degli scambi affrontando Rafa. Spero vivamente che non si sia trattato di una cosa estemporanea, magari obbligata dall’avversario (se lasci anche un metro di “terrirorio” a uno come Nadal, sei finito, ti fotografa sui teloni in due dritti). Perchè se Thiem saprà evolversi tatticamente, usando questi fantastici colpi tirando le sue mazzate da un poco più avanti, potrebbe davvero diventare incontenibile anche sul cemento, un po’ come ha saputo fare, verso la seconda parte della carriera, il mitico Stan. Vedremo, intanto complimenti, “Dominator”. Ci hai fatto divertire tutti.