da Madrid, il nostro inviato
[2] A. Zverev b. [5] D. Thiem 6-4 6-4
Splendida serata alla Caja Magica, si conclude un torneo che continua una tendenza che inizia, inevitabilmente, a essere sempre più evidente: pian piano, il ricambio generazionale sta davvero arrivando. Quarta finale 1000 per Alexander Zverev (seconda in questa stagione, dopo Miami), alla ricerca del terzo successo dopo Roma e Montreal nel 2017, seconda per Dominic Thiem (l’altra sempre qui a Madrid l’anno scorso). I precedenti sono 4-1 in favore dell’austriaco, l’ultimo confronto è stato vinto a Rotterdam 2017 da Thiem (duro indoor, 6-4 al terzo), anche l’ultima partita su terra è andata a lui, al Roland Garros 2016 in 4 set. Ma Zverev sta giocando benissimo, e la classifica di numero 3 ATP (contro la posizione numero 7 occupata da Dominic), dietro solo ai due “mostri” Federer e Nadal, parla chiaro. Incertezza nei pronostici, quindi, e onestamente è un gran bene per il tennis avere tornei almeno sulla carta in bilico fino alla fine.
L’equilibrio, purtroppo, in campo invece si rompe subito, in favore di Sascha. Brutto game di servizio di Thiem, con doppio fallo e due dritti fuori, e break in apertura. Dominc sembra molto contratto, proprio il drittone che tanti punti gli aveva portato contro Nadal si inceppa spesso, e anche dal lato del rovescio fa fatica a spingere con efficacia. Dall’altra parte, senza strafare ma spingendo bene quando deve, Zverev tiene senza problemi i suoi game di battuta, senza mai far avvicinare l’avversario. Essenziale ma efficace il gioco del tedesco, troppo a sprazzi quello dell’austriaco, il 6-4 che chiude il primo parziale in favore di Sascha è giusto.
Il secondo set inizia esattamente come il primo, salvo che stavolta, invece di riceverlo in regalo, Zverev il break se lo prende, con un gran dritto chiuso in avanzamento. Dominic accusa il colpo, e rischia il tracollo annullando nel terzo game due palle del doppio break che sarebbero state una pietra sulla partita. Non è una grande finale, bisogna ammetterlo, gli spettatori provano a incoraggiare Thiem, ma Sascha va avanti come un treno soprattutto quando è al servizio. Una statistica interessante, che non è una buona notizia per Dominic, è che non solo Zverev non è mai stato brekkato nel torneo, ma ha concesso una sola palla break in tutto (a Leo Mayer nel terzo turno). Lo smash che lo porta sul 4-2 chiude il suo trentunesimo game di servizio consecutivo senza concedere palle break, decisamente non tira una bella aria per Thiem.
Senza altri scossoni, infatti, pochi minuti dopo un Sascha sinceramente impressionante per solidità e continuità tiene il turno di servizio immacolato numero 32 di fila, e conquista il suo terzo titolo 1000, una prestazione granitica. Zverev è il terzo giocatore in attività, esclusi i “fab 4”, ad aver trionfato tre volte in tornei di questa categoria. Bravissimo, pochi fronzoli e tanta, tanta sostanza. Per Dominic, ancora uno stop a un passo dal traguardo, sempre qui a Madrid, ma oggi l’austriaco non era che l’ombra del gran giocatore ammirato in settimana. E adesso, tutti a Roma, si ricomincia, con il Roland Garros nel mirino.
A fine match lo sconfitto Thiem commenta così: “È stato un match mediocre da parte di entrambi, io ho giocato male oggi, non sono riuscito a ripetermi al livello dei match contro Nadal e Anderson. In ciascuno dei due set ho subito il break subito. Questa settimana è comunque positiva perché non avevo ottenuto buoni risultati nelle ultime settimane“. Zverev dal canto suo non si nasconde: “Gli ultimi 10 giorni sono stati fantastici, ho vinto un titolo in Germania e qui. Non ho intenzione di mentire, farò qualsiasi cosa per continuare questa striscia a Roma dove sono il campione in carica. Ovviamente però, ogni volta che si gioca sulla terra è Nadal l’uomo da battere“.