Non è mai successo dacché Rafa Nadal ha giocato i suoi primi Slam nel 2003 (Wimbledon e US Open) che i due più grandi protagonisti del tennis del terzo millennio, lui e Roger Federer, siano stati assenti entrambi ad uno stesso Slam o agli Internazionali BNL d’Italia. Almeno uno dei due c’era sempre. Quando mancava uno c’era l’altro. Merito soprattutto di Federer che di Slam ne ha saltati in tutto soltanto 3 dal ’99, in 20 anni. Fra gli innumerevoli record Roger vanta infatti anche quello delle partecipazioni consecutive agli Slam, ben 65. Soltanto nel maggio 2016, reduce da un’artroscopia al ginocchio sinistro, lo svizzero rinunciò al Roland Garros vinto da Djokovic, ma Nadal – pur k.o. al terzo turno – c’era. Poi Federer ha saltato anche lo US Open 2016 e il Roland Garros 2017, vinto per la decima volta da Rafa. Rafa invece di Slam in carriera ne ha saltati 9: l’Australian Open del 2006 (piede sinistro) e 2013 (virus stomaco), Roland Garros 2003 (gomito) e 2004 (caviglia sinistra), Wimbledon 2004 (caviglia sinistra), 2009 (ginocchio) e 2016 (polso sinistro), US Open 2012 (ginocchio sinistro) e 2014 (polso destro). In altri si è ritirato in corso d’opera.
A Roma, dove ha vinto 7 volte (ma non vince più dal 2013), Rafa Nadal non è mai mancato dal 2005, mentre Roger Federer che non ha mai vinto pur avendo raggiunto tre finali (2003, 2006 e 2015: in quella del 2006 ebbe due matchpoint contro Nadal) non ha giocato nel 2005, nel 2017 (quando il presidente FIT Binaghi fece la famosa gaffe: “Tanto io ho sempre tifato Nadal”) e non giocherà quest’anno. Meno male che a Roma Rafa non tradisce neppure quest’anno. Non ci sarà neppure Adriano Panatta. Ma ormai sono 15 anni che l’ultimo Re di Roma, campione al Foro nel memorabile 1976 degli 11 match point annullati al primo turno a Warwick (e 10 sul servizio dell’australiano!), della battaglia in 4 set vinta su Guillermo Vilas, non mette più piede al Foro Italico (se si eccettua quella “premiazione” nel 2016 dei vincitori della Davis 1976 priva di ogni atmosfera, quasi umiliante, e orchestrata soltanto per rimediare alla gaffe: il Roland Garros chiamava Panatta a premiare il vincitore del torneo di 40 anni prima mentre la Fit a Roma lo aveva ignorato prima di un intervento di Giovanni Malagò, buon amico di Panatta che si oppose a quel silenzio non immaginando che l’oscuramento del personaggio Panatta sarebbe stato ugualmente perseguito. Vive il prolungato distacco, lui che ormai vive a Treviso con la sua nuova compagna, con disincanto – così ha detto nella bella intervista concessa a Margherita de Bac de “Il Corriere della Sera” come riportato dalla nostra accurata rassegna stampa (che non capisco perché non raccolga quasi mai commenti neppure dai nostri lettori più grafomani…) – ma prima è stato certamente con disgusto; del resto anche soltanto pochissimo tempo fa in un suo manifesto dedicato ai campioni del Foro Italico ed esposto alla fermata metro del Colosseo, la Federtennis ha voluto fargli l’ultimo penoso sgarbo, ricordando le vittorie dei grandi campioni, e ci sono tutti, De Morpurgo, Pietrangeli, Laver, Borg, Nadal, ma ignorando quello storico successo di Panatta. Una dimenticanza tutt’altro che casuale. “Sono miserie che si ritorcono contro chi le ha volute e non faccio nomi” ha commentato con grande dignità ed eleganza Re Adriano VIII.
Piccinerie umane di un presidente federale che non ha mai voluto “perdonare” neppure Rino Tommasi per “aver osato” presentarsi come candidato alternativo alle elezioni federali del 2000, quando un gruppo di amici (Franco Bartoni con vari presidenti di comitati regionali) lo tirarono per la giacchetta e Rino accettò soltanto quando gli fu data la certezza che non avrebbe mai corso il rischio di essere eletto! “Io voglio fare il giornalista, non altro…ma se serve la mia candidatura per vivacizzare un po’ e avere un minimo di dialettica preelettorale, allora spendete pure il mio nome…”. Rino difatti non fece neppure una telefonata per procurarsi un voto, non si lasciò coinvolgere minimamente in alcun comizio elettorale. Parlò una sola volta, all’assemblea elettorale di Fiuggi e ciò bastò perché raccogliesse oltre il 35% dei voti procurando una paura fottuta in chi avrebbe prevedibilmente vinto quella poltrona su cui siede da 18 anni dopo aver mosso e promesso mari e monti a tutta la penisola votante e aver dichiarato che mai e poi mai un presidente federale avrebbe dovuto restare in carica per più di due mandati, cioè per 8 anni.
I Federer e Nadal del giornalismo tennistico, televisivo e non, italiano ma anche internazionale dal momento che uno è entrato nella Hall of Fame del Tennis a Newport e l’altro ha vinto due volte il Ron Bookman Atp Tennis Award come giornalista dell’anno, sono indubbiamente Gianni Clerici e Rino Tommasi, cui anche Sport Illustrated dedicò a suo tempo un memorabile articolo. Quanti appassionati si siano avvicinati al tennis grazie alle loro straordinarie telecronache non saprei, ma se dico parecchie decine di migliaia, sono certo di non esagerare. Tutti o quasi i primi abbonati di Telepiù (200.000?) – che non aveva ancora il diritti del calcio- erano stati “conquistati” soprattutto dal tennis e dalle loro telecronache. Davvero un duo “cult”. Due campioni nel loro genere, due Maestri, due grandissimi giornalisti della cui amicizia mi sono sempre davvero sentito onorato. Accanto a loro sono cresciuto, forse anche migliorato (evitate di pensare, please, “chissà com’era scarso prima!”) e con loro abbiamo viaggiato e condiviso mille ore in tutti gli stadi del tennis, ma anche negli alberghi, nei ristoranti, un po’ dappertutto.
Da un paio d’anni, anche tre, Rino (classe 1934) purtroppo non sta più tanto bene e non ha più frequentato sale stampa. Gianni invece, nonostante 4 anni di più (1930), è sempre stato presente agli ultimi Slam europei e a Roma. Ma quest’anno, come Federer dopo una striscia record, non sarà in sala stampa. “Qualche acciacco dovuto all’età, ma niente di cui davvero preoccuparsi” mi ha assicurato quando ci ho parlato stamani. Conta di essere con noi se non a Parigi (“Forse è troppo vicino…”) di certo a Wimbledon. Beh, ho pensato che se per il mondo del tennis giocato un grande torneo senza Federer e Nadal – prima o poi accadrà eh – sarà uno choc, anche una sala stampa senza Rino e Gianni lo è. Di sicuro per me, ma credo anche per molti colleghi che hanno avuto modo di conoscerli e di averli quali vicini di banco al Foro Italico e altrove. Due giornalisti talmente grandi che non hanno mai avuto la fisima di dover dare il “buco” giornalistico agli altri. Spesso anzi dicevano cose, soprattutto Rino, che evitavano ai colleghi di toppare notizie o numeri, infischiandosi di chi più meschinamente li rimproverava di diffondere il loro sapere a testate diverse dalle loro.
Spero che i video che ho loro voluto dedicare, ricordando alcuni aneddoti personali legati alla nostra convivenza, piacciano ai lettori di Ubitennis. Belli o brutti che siano, vi piacciano o meno, li ho fatti con amore, non solo con amicizia. Usciranno a breve altri video aneddoti della serie “Scanagatta racconta” incentrati su: Adriano Panatta, Nicola Pietrangeli, Paolo Bertolucci, Bjorn Borg e Rafa Nadal a confronto, Boris Becker. Ogni sera da questo martedì fino a domenica troverete poi su Ubitennis il video “Riassunto della giornata al Foro Italico e il caso del giorno”.