da Roma, i nostri inviati Raoul Ruberti e Francesca Marino
Tante polemiche sulle wild card ai pre-qualificati, considerati “non all’altezza”, e alla fine a deluderci sono tutti, non esclusi gli invitati veterani. Dopo Vinci e Schiavone, passate quasi soltanto per un saluto e un applauso, la mazzata dell’eliminazione al primo turno tocca a Sara Errani, eliminata in due set da Timea Babos, e Andreas Seppi, mostratosi per un set è stata nella sua peggior versione di un 2018 finora ottimo e poi ripresosi con l’allungarsi dell’incontro. È stato quel primo parziale a tradirlo forse più della prima di servizio smarrita nel tie-break finale, in cui un Lucas Pouille discreto ma non buonissimo ha strappato a lui e al Centrale una gioia che si era fatta improvvisamente possibile. Dopo di loro sono caduti Cecchinato, Sonego e Baldi; nel doppio fuori Fognini/Bolelli.
HITTING IN THE RAIN – Un break di vantaggio non confermato, nel terzo set, con palla del 4-2 divorata nel game successivo, rimane l’unico momento in cui Seppi è apparso tra i due il più vicino al successo. Ma non è bastato e, come un mese fa in Coppa Davis, la rimonta si è fermata prima di completarsi. Il merito di aver tenuto in gioco la partita per oltre due ore, proprio come Filippo Baldi in contemporanea sulla Next Gen Arena, va attribuito al talento più riconoscibile dell’altoatesino: l’esserci, il rimanere lì a crederci anche quando la pioggia ti costringe a entrare e riuscire dal campo tre volte prima di poter giocare un punto, la palla esce corta e molle, e tutto ti dice che la cosa più sensata da fare sarebbe lasciar perdere. Senza perdersi d’animo Seppi ha dato quanto aveva. Non si è lasciato demoralizzare dal punteggio – “anche se ho perso 6-2 avevo buone sensazioni, sapevo di poterla girare” – e da un avversario bravo a remare quando sufficiente e fortunato con qualche riga quando necessario. Il tempo del rammarico è soltanto quello del dopo-partita. “Potevo portarla a casa” ha detto dispiaciuto, “sono partite che se vinci al primo turno poi riesci a giocare meglio al secondo, e puoi andare più avanti”.
I numeri stagionali in effetti ci dicono ancora che Pouille è meglio incontrarlo al primo turno, dove è stato eliminato sei volte su dieci e spesso da avversari modesti (nelle altre occasioni ha raggiunto sempre almeno la finale, dato che potrebbe preoccupare sia Kyle Edmund, suo avversario al prossimo turno, sia qualcuno più su). E del resto persino un Seppi sottotono era riuscito a prendergli il secondo set, inaspettatamente ma senza rubare nulla. Come detto però l’handicap del primo set, perso faticando in modo infame per tenere il servizio appena due volte su quattro, è pesato in modo decisivo sul risultato finale. Punti da difendere non ce n’erano, eppure rimane la sensazione che alla luce degli ultimi mesi Seppi potesse tornare a casa dal Foro Italico con molto di più di un’altra eliminazione all’esordio come quella del brutto 2017 (anche perché i problemi all’anca lo costringono ormai a giocare meno tornei di quanti potrebbe e vorrebbe). “L’anno scorso non riuscivo a giocare a tennis, quest’anno sono deluso perché le chance c’erano. Perdere queste partite fa male”. Parole così sono segno che la fiducia c’è, anche se oggi è mascherata dalla delusione. In prospettiva, questo conta più di molto altro.
SARITA ADIOS – Anche Sara Errani è stata costretta a scendere in campo tre volte prima di entrare nel cuore del match, a causa dei capricci meteorlogici. Un’avversaria probante come Timea Babos, che dimostra di avere un tennis esplosivo e la capacità di piazzare la prima di servizio costantemente sulla riga. Non a caso reduce dalla finale di doppio a Madrid e dal trionfo agli Australian Open in coppia con Mladenovic, con la quale nel 2015 aveva vinto al Foro. La forza di Sara è tutta nella sua mano fatata, capace di spezzare il ritmo dell’ungherese con pregevoli smorzate a fil di rete. Ammirevole la voglia di lottare di Errani che, partita dalla posizione 132 a inizio anno (attualmente numero 75), vuole regalare al pubblico di Roma sprazzi di emozioni azzurre. I suoi match rimangono attrattiva per numerosi spettatori, pronti a sostenerla con applausi d’incoraggiamento e incitazioni particolari: “Sara sposami!”, grida qualcuno dagli spalti di fronte ad una prodezza della bolognese. È una lotta ad armi impari: perso il primo 6-3, Errani appare sfiduciata nonostante il vantaggio di un break nel secondo, e il fisico non la supporta. “Ho avuto problemi di stomaco per tutto il giorno, ho preso un medicinale durante l’incontro ma non è bastato”. Il pubblico non fa che inneggiare a lei, ma il servizio non aiuta Sarita (5 doppi falli e solo il 55% di punti vinti sulla prima palla), che condisce il match con troppi errori non forzati (“Non avevo energia, faticavo a correre”). Errani fa trapelare l’impressione di non riuscire a recuperare il gap di svantaggio e, nonostante la partita scivoli al tie-break nel secondo set, non c’è via di scampo: Babos è superiore e si guadagna il secondo turno contro Caroline Garcia.
“AVREI VOLUTO DJOKOVIC” – Fuori anche Filippo Baldi. Nessun timore reverenziale, anzi il rimorso di non aver potuto giocare la nona partita al Foro Italico. L’ex speranza del tennis azzurro esce a testa altissima dal primo torneo ATP della sua carriera: una lotta di tre set contro il georgiano Nikoloz Basilashvili, che alla fine si aggrappa all’esperienza quando il suo gioco tradizionalmente disordinato non riesce a scalfire il brio di Baldi. “Lui dà fastidio, tira forte ma senza un piano, a caso” dirà Filippo in conferenza. Il primo set è contratto, poi il match progredisce anche di qualità: Baldi ritorna a quel sorprendente serve and volley che gli aveva permesso di battere Fucosvics e Garcia-Lopez in qualificazioni: “Questa settimana ho capito di poter giocare con chiunque. Mi serve continuità, il tennis c’è”. È infatti la testa che cede nel terzo, pur avendo tenuto e reso nel finale di secondo parziale: una palla del 5-1 sprecata era stata preludio di un controbreak inquietante, ma Baldi era stato bravissimo a non perdere concentrazione e riassestarsi per la parità. Basilashvili resta fermo sui suoi (o meglio sul suo unico) schema, ed è con quello che alla fine pressa e infila Baldi. Un peccato, ma ci saranno altre occasioni.
CEC… PECCATO – La debacle azzurra nella capitale si conclude a tarda sera. Marco Cecchinato sciupa un’occasione d’oro, ma resta l’impressione di una promessa ritrovata del tennis italiano. Il palermitano conferma il momento positivo che sta vivendo (vittoria al Challenger di Santiago, primo ATP in carriera e la vittoria di ieri su Cuevas). L’italiano, galvanizzato dal suo pubblico nella cornice del Pietrangeli, riesce a rimontare un primo set sotto 5-2. Goffin, incredulo di fronte alla remuntada dell’italiano, resta inebetito dal gioco di Marco. La favola dura poco: Goffin si desta dal torpore e riprende le redini del gioco, lasciando quattro game in due set a Cecchinato. “Sto lavorando sul rovescio, è sempre stato il mio punto debole”, afferma Marco nel post partita, ritenendosi comunque soddisfatto della sua prestazione: “L’obiettivo è continuare così e giocare più partite possibili a questo livello”. Poi perde Lorenzo Sonego, che avrà comunque di che consolarsi. Dopo aver vinto le prequalificazioni, il piemontese aveva infatti vinto il suo primo match in un Masters 1000 in carriera, a conferma di quanto buono fatto vedere da inizio anno, quando aveva raggiunto per la prima volta il secondo turno in uno Slam. Due set combattuti ma tutto sommato mai in discussione contro il tedesco Peter Gojowczyk, che al primo turno aveva superato Sam Querrey. Servizio e rovescio filano spediti, ma nei momenti decisivo “Polipo” si contrae, e il più esperto avversario ha gioco facile. Adesso aspetta il vincente del big match di domani, Fognini-Thiem.
Risultati:
[Q] N. Basilashvili b. [Q] F. Baldi 6-4 4-6 6-4
[16] L. Pouille b. [WC] A. Seppi 6-2 3-6 7-6(3)
P. Gojowczyk b. [WC] L. Sonego 6-3 6-4
[9] D. Goffin b. [WC] M. Cecchinato 5-7 6-2 6-2
T. Babos b. [WC] S. Errani 6-3 7-6(6)