Ci siamo: sta per cominciare un nuovo Slam. Al Roland Garros si inizierà a giocare non di lunedì ma un giorno prima, di domenica, con il primo turno distribuito su tre giorni. Questo è il consueto articolo di presentazione del Major, come accade da alcuni anni a questa parte. E visto che si tratta di una consuetudine, per prima cosa sono andato a riguardare il riepilogo delle ultime stagioni, con le vincitrici dei tornei su terra rossa: chi ha vinto quelli di preparazione e chi lo Slam. Ecco il quadro riassuntivo:
Primo dato di un certo interesse: bisogna risalire al 2014, con Maria Sharapova, per trovare una giocatrice in grado di vincere Parigi dopo aver vinto anche uno degli eventi sul rosso precedenti. Allora Sharapova aveva quasi dominato: successo sia a Stoccarda che a Madrid, prima di aggiudicarsi per la seconda volta in carriera anche il Roland Garros. Ma si tratta ormai di quattro anni fa. Nelle stagioni seguenti le vittorie si sono distribuite su più tenniste, e chi ha conquistato lo Slam non soltanto non aveva vinto un torneo precedente, ma nemmeno raggiunto una finale.
L’apoteosi di questa incertezza l’abbiamo probabilmente vissuta lo scorso anno. Con Serena (campionessa dell’Australian Open 2017) ferma per maternità, e la diffusa percezione che il ranking non corrispondesse in pieno agli effettivi valori in campo. La logica proponeva come favorita Simona Halep, ma c’era il dubbio che non sarebbe stata in grado di reggere il peso di leader designata; e in caso di una sua defaillance, ci si aspettava un po’ di tutto: nel 2017 qualsiasi alternativa sembrava al tempo stesso possibile e impossibile. Per questo rimaneva aperta anche l’opzione di un nome imprevedibile, o quasi.
E alla fine così è stato: titolo a Jelena Ostapenko, alla prima vittoria in un torneo WTA in carriera. Per essere chiari: non al primo successo Slam, ma in assoluto al primo successo in un torneo del WTA Tour. Non male come inizio… Ostapenko vinse a vent’anni appena compiuti (compleanno il giorno della semifinale), senza essere testa di serie, e partendo da una quota di 101 per i bookmaker.
E per il 2018? Quest’anno la vedo diversamente. Secondo me i valori sono un po’ più consolidati, e dubito che fuori dalle teste di serie ci sia una giocatrice in grado di vincere a Parigi. Una “seconda Ostapenko” non mi sembra possibile. Anche i tornei di preparazione non hanno proposto nomi del tutto nuovi. E lo dico anche se non so quanto si possano considerare attendibili le indicazioni che arrivano dagli impegni sul rosso svolti sino ad ora: Stoccarda dominato da grandi battitrici (Pliskova e Vandeweghe), Madrid vinto da Kvitova, che però nella capitale spagnola trova condizioni differenti da quella francese. Alla fine il torneo più simile al Roland Garros penso sia proprio Roma. Però fare affidamento su un solo evento per ricavare indicazioni certe è abbastanza azzardato.
Qualche considerazione su Roma in prospettiva Parigi. Agli Internazionali ha vinto per la seconda volta consecutiva Elina Svitolina. Che però in carriera a livello Slam non è mai andata oltre i quarti di finale. Per età e potenzialità è in grado di fare di meglio nei Major, ma resta il fatto che per il momento non ci è ancora riuscita.
Per il secondo anno anche stessa finalista: Simona Halep. Che in fondo non ha fatto che riproporre storici dubbi: capace di ottime prestazioni, nel momento fatidico però spesso fatica a dare il meglio di sé. Ha superato in semifinale una rediviva Sharapova, ma in finale è apparsa l’ombra della giocatrice del giorno prima. Qualche numero sul rendimento nelle finali a livello WTA: Svitolina 12 vinte (i 125K non sono aperti a tutte le giocatrici di classifica), 2 perse. Halep 16 vinte e 14 perse; poco più del 50%: non proprio la percentuale che ci si aspetterebbe dalla numero 1 del mondo.
Semifinaliste a Roma: Sharapova e Kontaveit. Mi piace come gioca Anett Kontaveit, (sconfitta da Svitolina), ma ho ancora dubbi sulle sue possibilità contro le più forti: non mi pare per il momento sufficientemente attrezzata per superare le primissime del ranking.
Maria Sharapova ha perso contro Halep. Senza dubbio ha mostrato importanti progressi; penso che quello romano sia stato il miglior torneo da quando è tornata dopo la sospensione. Miglior torneo sotto tutti gli aspetti: tecnico, fisico, mentale. Però anche per lei qualche dubbio rimane: la miglior Sharapova nei primi turni alle avversarie lasciava le briciole; invece la scorsa settimana ha dovuto lottare ogni match, arrivando al terzo set sistematicamente (Gavrilova esclusa). È vero che Barty è un’ottima giocatrice, però fatica a digerire la terra; e anche Cibulkova non è nel miglior periodo di carriera (al momento è 52ma nella Race). Eppure anche con lei Sharapova ha dovuto ingaggiare una battaglia durissima. Il problema è che se si deve lottare con il coltello fra i denti sin dal primo turno, poi diventa difficile arrivare nei match decisivi nelle condizioni ideali. Ma sicuramente Maria lascia Roma con una grande iniezione di fiducia. In più l’essere finalmente tornata testa di serie (a Parigi numero 29, a meno di forfait davanti) dovrebbe aiutarla a trovare primi turni meno impegnativi.
a pagina 2: le prime otto teste di serie e le quote dei bookmaker