[3] A. Pavlyuchenkova b. [5/WC] D. Cibulkova 6-7(5) 7-6(3) 7-6(6)
Con il Roland Garros alle porte, il circuito femminile ha fatto tappa questa settimana a Norimberga e Strasburgo per due tornei di categoria International. In particolare nel capoluogo della regione Grand Est e del Dipartimento del Basso Reno – nonché capitale politica dell’Unione Europea quale sede permanente del Parlamento – si è disputato il consueto “Internationaux de Strasbourg” giunto all’edizione numero 32. Una manifestazione che in passato per cinque volte ha sorriso ai colori azzurri grazie ai successi di Cecchini, Farina (per tre volte di fila tra il 2001 e il 2003) e Schiavone. Una sola italiana al via, Camilla Rosatello, fuori all’esordio dopo aver superato il purgatorio delle qualificazioni. Campionessa uscente l’australiana Samantha Stosur, sconfitta nei quarti di finale dalla futura finalista Dominika Cibulkova. In programma quest’oggi il match di finale tra, appunto, la ventinovenne slovacca di Bratislava, quinta favorita del seeding e in tabellone grazie a una wild card, e la russa Anastasia Pavlyuchenkova, tre anni in meno all’anagrafe e cinque posizioni di vantaggio nel ranking mondiale. Non si è trattato di uno scontro inedito: il bilancio prima di oggi recitava infatti 7 vittorie a 3 per Cibulkova. A trionfare confermando le gerarchie del computer, come vedremo, è stata la giocatrice di Samara, al termine di un match maratona chiuso con il punteggio di 6-7 7-6 7-6 nel quale la russa ha dovuto salvare anche due match point.
LA CRONACA – Si parte con Cibulkova al servizio. Per la russa, figlia di una giocatrice di basket professionista nell’Unione Sovietica che fu, l’avvicinamento all’atto conclusivo è stato piuttosto agevole con nemmeno un set lasciato per strada. Qualche patema in più, invece, per la sua avversaria, protagonista di una partita sofferta nella giornata di ieri contro la rumena Buzarnescu che per due volte si è trovata a due soli punti dal successo. Interessante il confronto tecnico e di stili: da una parte il dinamismo corri-e-tira della slovacca, dall’altra la potenza dei colpi di rimbalzo della russa, devastante se lasciata colpire da ferma. Dopo un paio di turni di servizio per parte interlocutori il match entra nel vivo con le giocatrici in ribattuta sugli scudi: break Pavlyuchenkova subito rintuzzato da Cibulkova, tre giochi pari e tutto da rifare. In un contesto di grande equilibrio, nel quale nessuna delle due contendenti riesce a prendere il sopravvento, è dunque il tie-break, dopo un’ora di gioco, a decretare le sorti del primo parziale. Pavlyuchenkova, incisiva alla battuta, sale rapidamente sul 5 a 2. Non è finita perché Cibulkova con un filotto di 5 punti frutto di una ritrovata aggressività – notevole un’accelerazione in lungolinea di rovescio sulla palla del set – suggella il vantaggio. La russa conferma così il trend negativo (0 su 4) nei tie-break disputati in carriera contro la più esperta avversaria.
Come nel set testé archiviato, il primo scossone viene dalla nativa di Samara, per nulla scoraggiata dall’esito poco soddisfacente del parziale, che prima strappa la battuta all’avversaria nel corso del secondo game e poi fissa lo score sul 3 a 0 grazie anche a 3 ace e un vincente in rapida successione. In questa fase a prevalere è dunque il forcing senza mezze misure della Pavlyuchenkova. Nulla è per sempre e il tennis non fa eccezione, fatto sta che un’indomita Cibulkova, cancellata una palla dello 0 a 4 che tanto somiglia a un set point, rapidamente ricuce il gap. L’inerzia, in questo match, è quanto di più instabile possa esserci e due game orribili per la giocatrice al servizio, in cui piovono doppi falli e brutture varie da ambo le parti, hanno il merito di assicurare l’equilibrio al parziale ma a discapito, talvolta, della qualità del gioco. Sarà quindi tie-break, il secondo di giornata, nonostante due set point cancellati con il servizio dalla slovacca nel corso dell’undicesimo gioco. La tensione è tangibile e, come spesso accade, il gioco decisivo premia chi nel corso del parziale si è meglio comportato. Con due ore e venti minuti di battaglia sull’orologio, Pavlyuchenkova, dopo le tante occasioni non capitalizzate, pareggia meritatamente il computo dei set: si va al terzo.
A differenza dei parziali precedenti è Cibulkova a far da lepre con la russa brava però a reagire. Gli scambi, anche a causa di una comperensibile stanchezza, sono ora più corti a tutto vantaggio di una Pavlyuchenkova più efficace nel produrre soluzioni vincenti. Da 3 a 1 sotto, la reazione della russa è veemente: sono 3, infatti, i game di fila per l’ennesimo capovolgimento di fronte di una partita estenuante e assai godibile. Cibulkova, al solito avvezza alla lotta punto a punto, si riprende caparbiamente il break di svantaggio e con un game di battuta solido rimette il naso avanti. Con tutta la pressione sulle spalle, Pavlyuchenkova, al servizio per restare nel match, è costretta a fronteggiare due match point consecutivi che si producono in un nulla di fatto: 5 pari. Un turno di servizio capalizzato da entrambe fa quindi da preludio – come giusto che sia, ci sentiamo di dire – al terzo tie-break della più lunga e appassionante finale di questo 2018. Jeu decisif, tanto per cambiare, punto a punto: allunga Cibulkova, pareggia e controsorpassa Pavlyuchenkova che sciupa due palle incontro, impatta nuovamente Cibulkova, sopravanza ancora Pavlyuchenkova. Il terzo match point per Anastasia è quello buono e per lei, dopo 3 ore e 35 minuti di autentica battaglia, è tempo di liberare la gioia: l’Internazionale di Strasburgo è suo. Sul volto della slovacca tutta la delusione per una sconfitta difficile da digerire. I complimenti per quanto hanno saputo offrire quest’oggi vanno ad entrambe ma ora è tempo di pensare a Parigi.