[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 19 – Quella cazzata del NextGen
da Parigi, i nostri inviati Ruggero Canevazzi, Ilvio Vidovich, Laura Guidobaldi e Antonio Garofalo
Il Roland Garros non è un torneo per giovani. Nel giro di pochi minuti abbandonano il torneo i due diciannovenni più in vista del circuito, Denis Shapovalov e Stefanos Tsitsipas. Il canadese ha lottato ma alla fine ha ceduto alle traiettorie alte e penetranti di Marterer, ma ha l’umiltà e la voglia per adattare, con l’esperienza, il suo gioco alla terra battuta. Ottima prova di Tsitsipas che, nella proecuzione del match interrotto ieri per oscurità, ha dovuto arrendersi di fronte alla solidità e all’esperienza di Dominic Thiem. Entrambi i next gen possono consolarsi con il nuovo besti ranking: Shapovalov sarà numero 22, Tsitsipas salirà fino alla posizione numero 34.
IL GIORNO DI MARTERER – Se sei Denis Shapovalov e al secondo turno al Roland Garros hai di fronte un cagnaccio più duro del titanio, hai tutte le ragioni per imprecare. Se però l’avversario abbandona i panni del solido teutonico e indovina una prestazione da top ten, con un servizio rapido come una setta e più regolare di un metronomo, una fisicità strabordante e soprattutto un toppone di dritto in controbalzo stupefacente per continuità, allora devi applaudire Maximilian Marterer, mancino tedesco fino alla settimana scorsa n.70 del mondo. Anche se il pubblico del Campo 1 è tutto per te, ben consapevole che hai tutto il tempo davanti per poter ricambiare. Oggi, il mancino migliore è stato il ventitreenne di Norimberga, che ha cacciato molto lontano dal campo sull’angolo sinistro il più quotato avversario, dannandolo con palle molto alte sul colpo oggi più difettoso, il dritto. Il match migliore della carriera quello di Marterer, che dopo aver perso il primo set al fotofinish, ha imposto quasi sempre questo schema tattico, dimostandosi più forte anche delle zampate del diciannovenne nato a Tel Aviv (come quando ha saputo risalire sotto 7-3 3-0 e poi ha vinto il terzo set come aveva perso il primo, 7-5 dopo un lungo dominio dei servizi).
Il primo set dichiara subito il leitmotiv della partita, con la battuta a farla da padrone. Sembra dunque nell’ordine delle cose che la testa di serie n.24 sul 6-5 salga in cattedra per portarsi a condurre. Quando, sul 7-5 2-0, Shapovalov tiene dopo una battaglia di dieci punti ad un’intensità pazzesca (“Sono soddisfatto della mia prova fisica, devo solo continuare così cercando di livellare i miei alti e bassi” ha detto il canadese) un durissimo turno al servizio, il match sembra indirizzato verso il fronte canadese, ma la resistenza dell’inossidabile teutonico è ben lungi dall’esaurirsi. A quel punto, viene fuori la maggior classe dell’astro nascente canadese: Maximilian va un po’ in difficoltà col colpo in uscita dal servizio, soprattutto per merito della risposta di Denis che gli toglie il tempo. Alla terza palla break, un nastro woodyalleniano premia Denis, che trova il 5 pari. Nel tie-break però va in scena un Marterer sontuoso, che centra con un poderoso dritto lungo linea il mini-break (3-1), poi perso a rete (non controllava un gran rovescio dell’avversario), ma subito riconquistato, prima di chiudere con grande sicurezza al servizio. Dopo un’ora e 45 minuti, tutto da rifare per Shapovalov, che non poteva trovare avversario peggiore al primo turno.
Nel terzo parziale il match non può distaccarsi da questo canovaccio tattico, ossia una battaglia non da terra rossa tout court, coi due prime linea della Grande Guerra che 4 metri dietro la riga di fondo remano imperterriti, ma due virgulti energumeni (come chiamava i nuovi prototipi del tennis dagli anni Duemila l’indimenticabile Roberto Lombardi) che servono benissimo e mettono in campo un rovescio magnifico e un bel tocco il canadese, una tempra inossidabile e la grande capacità di continuare a colpire di contro balzo arrotato il toro di Norimberga, molto ma molto più che un giocatore solidissimo. Al punto che sul 6-5 per lui, Shapo prima annulla una palla break con un superbo dritto inside-out poi deve soccombere alla tigna di gran classe del tedesco. Due set a uno Marterer, Shapovalov è in guai molto seri. Il quarto set certifica che i punti più importanti sono sempre di Maximilian, che legittima così da ogni punto di vista la sua superiorità (come onestamente riconosciuto dall’avversario: “Marterer gioca benissimo sulla terra e oggi ha ampiamente meritato, io non ho servito bene“). Il talento canadese deve aspettare ancora (“Devo crescere sulla terra – dove molte cose sono diverse e dalle altre superfici – e imparare ad adattare il mio gioco. Gli europei sanno farlo meglio sin da giovani. Credo però che giocando tanti altri tornei il mio gioco potrà adattarsi. Ora intanto arriva l’erba, che occupa una fetta importante della mia stagione ed è pèer me la superficie più divertente“).
THIEM PERFETTO – Dopo l’eccellente prestazione di Fabio Fognini, il campo 18 continua giustamente a ingrassarsi a forza del fois gras più gustoso. Magari non il più nobile, ma buono per una mangiata di gran livello. “Mi piace giocare su questo campo, è un po’ come il Pietrangeli a Roma, anche se preferisco giocare davanti a tanta gente come sul Centrale”. Perché Dominc Thiem e Stefanos Tsitsipas sono ancora troppo acerbi (sì, anche l’austriaco) per offrire quelle variazioni intelligenti sempre più rare nel tennis contemporaneo. È peraltro vero che se sei uno dei migliori tre o quattro del mondo sulla terra battuta e giochi contro uno più inesperto di te (“Tsitsipas al secondo turno è uno degli avversari peggiori, ma la mia è un ottima forma”), per quanto talentuoso, fai benissimo a mettere in campo poderose accelerazioni e geometrie supersoniche, con chirurgico break sul 2 pari, chiudendo subito la bocca di chi si crogiola in nobili ma vani rimpianti nostalgici. Il dritto esasperato con cui Dominic quasi spezza la racchetta di Stefanos al secondo match-point è la migliore fotografia del match. La testa di serie ferma al minuto 32 l’epilogo del giorno dopo di questa partita, sotto gli occhi dolci della compagna Kiki Mladenovic, già eliminata per mano di Andrea Petkovic e ora di fatto passata dalla sponda francese a quella austriaca. Tradimento! Certo Matteo Berrettini avrà di fronte un avversario quasi proibitivo. Comunque vada, sarà interessante vedere come saprà reagire alle sassate del robot di Wiener-Neudstadt.
NADAL RULLO COMPRESSORE – Un Rafa che non perdona contro l’argentino Guido Pella (n. 78 ATP). Davanti al pubblico del Suzanne Lenglen, lo spagnolo chiude il match di secondo turno per 6-2 6-1 6-1 in 2 ore e 3 minuti. L’argentino non ha mai impensierito il n. 1 del mondo che ora sfiderà Richard Gasquet, vittorioso su Jaziri in quattro set. Ottimi i numeri del maiorchino che realizza l’85% di punti con la prima di servizio e il 65% con la seconda; mette a segno 37 vincenti e conquista in tutto 94 punti. Tra lui e Richard i precedenti sono 15, tutti appannaggio di Rafa: delle sei sfide sulla terra, tre si sono risolte al terzo set, ma è successo nel 2004 e nel 2005. “Devo essere felice della vittoria di oggi” ha detto Rafa alla stampa. Il prossimo avversario sarà Gasquet: “Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con lui, da quando eravamo bambini. È una carissima persona, ci siamo allenati insieme tante volte, è venuto anche a Maillorca, ha sempre un atteggiamento positivo, lo apprezzo tanto, è un buon amico”. Che ne pensa Rafa della decisione di Zidane di lasciare la guida del Real Madrid? È sorpreso? “Certo, sono sorpreso. È un grande coach, una brava persona e incarna i giusti valori, quelli in cui credo anch’io; ha sempre un atteggiamento positivo, è sorridente, disponibile, merita il meglio. È una bravissima persona“. Quest’anno viene celebrato il centenario della morte di Roland Garros e alcuni giocatori non sapevano chi fosse come, ad esempio, Maria Sharapova. E Nadal, se lo ricorda? “Non posso ricordarmelo perché non l’ho mai incontrato (ride). Ma credo che fosse un aviatore, giusto?” Esame superato.
CILIC NON CONVINCE – Come spesso gli capita Marin Cilic, n. 3 del seeding, si complica un po’ la vita e ci mette quattro set e quasi tre ore per chiudere la pratica Hubert Hurkacz. Per un’oretta abbondante era sembrato che che il qualificato polacco fosse entrato in campo già soddisfatto di aver raggiunto il secondo turno alla prima presenza in uno Slam grazie alla vittoria sullo statunitense Sandgren, una delle grandi sorprese dell’ultimo Australian Open. Invece, dopo aver superato l’emozione dell’esordio sullo Chatrier e aver ceduto nettamente i primi due set, il 21enne tennista di Varsavia decideva che era il caso di cercare di fare bella figura se hai l’occasione di giocare su uno dei più importanti campi del mondo. Si affidava così al servizio, che da arma sino a quel momento abbastanza deficitaria (4 break subiti, neanche un ace e nemmeno il 45% dei punti con la seconda), diventava il colpo su cui appoggiarsi per cambiare il copione dell’incontro. Ed ecco che d’improvviso il match diventava equilibrato, anche grazie alla complicità di Cilic che cominciava a sbagliare ripetutamente da fondo (14 unforced nei primi due set, 26 nel solo terzo parziale). Addirittura arrivava il break di Hurkacz, che Cilic recuperava subito dopo ma poi – a sorpresa – si arrendeva nettamente nel tie break che il giovane polacco si aggiudicava 7-3. Sulle ali dell’entusiasmo il n. 188 del mondo (ma entrerà per la prima volta in carriera nei top 150 a fine torneo) continuava a lottare anche nel quarto parziale, con un Cilic sempre più palesemente infastidito dalla piega che aveva preso il match. Il croato riduceva il numero di errori rispetto al parziale precedente, anche se continuava a sbagliare qualche palla importante di troppo, ma alla fine la spuntava. Il break decisivo arrivata all’undicesimo gioco dopo che Hurkacz aveva cercato stoicamente di arrivare nuovamente al jeu decisif, annullandone ben quattro, ed il finalista di Melbourne chiudeva nel game successivo, non senza un ultimo brivido sotto forma di palla break. Cilic passa così il turno (prossimo avversario Steve Johnson che ha battuto Struff), ma dovrà alzare di molto il livello se vorrà replicare i quarti dello scorso anno.
AU REVOIR JULIEN – Una sconfitta contro del Potro pone fine all’esperienza di Julien Bennetteau al Roland Garros, iniziata nel 2002 e fatta da 32 incontri di cui 16 vinti. Il francese sta disputando la sua ultima stagione e dopo il grande exploit dello scorso anno a Bercy è giunto il momento di salutare definitivamente Parigi e non c’era luogo migliore se non il Court Philippe Chatrier – con Nadal in contemporanea sul Lenglen. Il pubblico ha fatto di tutto per sostenerlo (compresa standing ovation finale alla quale si è aggiunto anche l’avversario) e il n. 61 del mondo ha ripagato gli spettatori con tanta grinta e qualche colpo spettacolare, tuttavia troppo sono stati gli errori e l’epilogo era chiaro sin da subito. Da giorni aleggiano insistenti dubbi sulle condizioni fisiche dell’argentino e neanche oggi il diretto interessato ha sciolto la riserva: per tutto il match del Potro ha mantenuto il suo consueto atteggiamento stanco e all’apparenza insofferente e anche se il punteggio è netto, il suo gioco è stato conservativo. Spesso la t.d.s. numero 5 ha preferito tenere lo scambio a ritmi bassi, evitando l’errore ed accelerando solo quando strettamente necessario, ma al momento tutto ciò sembra essere sufficiente per restare in corsa.
ha collaborato Paolo Di Lorito
Risultati:
[7] D. Thiem b. S. Tsitsipas 6-2 2-6 6-4 6-4
M. Marterer b. [24] D. Shapovalov 5-7 7-6(4) 7-5 6-4
[18] F. Fognini b. [Q] E. Ymer 6-4 6-1 6-2
S. Johnson b. J.L. Struff 4-6 7-6(5) 6-2 6-2
[3] M. Cilic b. [Q] H. Hurcacz 6-2 6-2 6-7(3) 7-5
J. Zopp b. [LL] R. Bemelmans 4-6 4-6 6-3 6-4 6-4
[27] R. Gasquet b. M. Jaziri 6-2 3-6 6-3 6-0
[16] K. Edmund b. M. Fucsovics 6-0 1-6 6-2 6-3
[15] L. Pouille b. C. Norrie 6-2 6-4 5-7 7-6(3)
M. Zverev b. [LL] S. Stakhovsky 6-3 6-7(0) 7-6(2) 6-1
[6] K. Anderson b. P. Cuevas 6-3 3-6 7-6(5) 6-4
[1] R. Nadal b. G. Pella 6-2 6-1 6-1
[31] A. Ramos-Vinolas b. [Q] C. Ruud 6-4 6-2 6-4
B. Coric b. T. Fabbiano 4-6 6-2 6-1 6-1
[11] D. Schwartzman b. [Q] A. Pavlasek 6-1 6-3 6-1
P. H. Herbert b. J. Chardy 2-6 6-3 6-2 3-6 9-7
[9] J. Isner vs H. Zeballos 6-7(8) 7-6(4) 7-6(2) 6-2
[5] J.M. del Potro b. J. Benneteau 6-4 6-3 6-2