[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 20 – Elina e Grigor, che tonfi!
da Parigi, i nostri inviati
Lo si sentiva ripetere in giro: Cecchinato è un brutto pesce da pescare in questo momento sulla terra battuta. Che fosse in forma era evidente a tutti, almeno quanto il fatto che il titolo (inatteso) di Budapest abbia rappresentato per il tennista siciliano il classico clic di una carriera. Che potesse battere Pablo Carreno Busta, numero 11 del mondo e semifinalista agli ultimi Us Open era difficile ma non impossibile. “Sono un Cecchinato nuovo e determinato. Sentivo di poter vincere anche se giocavo contro un grandissimo giocatore. Ad un certo punto ho sentito dirgli al suo angolo che non sapeva più come fare il punto. È una grandissima soddisfazione”.
Gli Slam però fanno storia a sé, il livello sale sotto ogni punto di vista e spesso è proprio il fattore mentale a tradire chi a certe latitudini non è abituato a sostare. Marco Cecchinato ha dimostrato di poter ignorare questa pressione: ha ceduto il primo parziale a Pablo Carreno Busta, decima testa di serie del torneo e forte di una serie di 12 vittorie consecutive contro tennisti italiani, prima di vincere un fondamentale secondo set e involarsi verso i primi ottavi Slam della sua carriera. “Gli ottavi slam sono una cosa incredibile. Non ho ancora pensato come investire i soldi del premio, speriamo non sia finita qui, ma un regalo a Peki (soprannome della fidanzata Gaia) mi toccherà farlo”.
Sei anni dopo Andreas Seppi, sette dopo i quarti raggiunti (e non disputati) da Fognini. È già il miglior Major disputato dagli azzurri negli ultimi 40 anni, i soliti che ci separano dalle gesta di Panatta e Barazzutti (e Fognini può ancora renderlo migliore). Nonostante la sconfitta di Matteo Berrettini, sin troppo bravo a strappare un set a Thiem e dargli filo da torcere fino all’ultimo punto.
CECK SENZA PAURA – E non era facile per Cecchinato, dopo il primo parziale. Una prima di servizio a singhiozzo, che quando entra non riesce a far male, e di fronte un Carreno Busta esattamente come te lo immagini. Regolare, senza grossi acuti ma neanche punti deboli evidenti, efficace quanto basta da non aver bisogno di una pressione forsennata per ottenere il punto. Dritto o rovescio fa poca differenza per lo spagnolo, che tesse geometrie e ti fa correre tanto. In avvio di secondo parziale Marco è bravo a mantenersi a contatto con il suo avversario, rischiando qualcosina in più a servizio dopo aver maturato la convinzione che lo scambio andava preso in mano, per evitare di finire nel sacco. “Il servizio è il colpo nel quale sono più migliorato. Mi sento molto completo adesso, ma nei momenti di difficoltà so che posso contare su questo fondamentale”. L’italiano subisce un break ma lo recupera subito, in un momento dell’incontro in cui sembra che la partita stia per sciogliersi. “Anche quando ero un set e un break sotto sentivo di essere molto bene in partita. Mi incitavo, ero positivo”. Si arriva al tie-break ed è qui che probabilmente Cecchinato riesce a strappare dalle mani di Carreno l’inerzia dell’incontro: non va mai sotto nel punteggio e chiude 7-5.
IL RETTILINEO FINALE – Quando è stato il momento di accelerare, Cecchinato non ha avuto paura di pigiare il pedale. Rinvigorito dal punteggio verticalizza più e meglio, non teme nessuna delle due diagonali e ha il pregio di prendersi i rischi per prima. Quasi sempre con profitto. Vince un secondo game complicato, toglie la battuta a Carreno a metà set (a zero) e gli impone un altro break in chiusura di parziale, quasi ad ammazzare le sue velleità di rimonta. La fotografia delle difficoltà del tennista spagnolo è una caduta nel tentativo di colpire un dritto in corsa, per fortuna senza conseguenze. L’ultimo parziale è un assolo di Ceck che sente profumo di impresa e va a prendersela senza timori, con 22 vincenti nei due set conclusivi. Nel primo Slam in cui il 25enne palermitano è stato in grado di vincere un incontro, si è preso addirittura il lusso di vincerne tre di fila. And counting, perché giocando così non si deve aver paura né di Goffin né tantomeno di Monfils, i due che si stanno sfidando per affrontarlo agli ottavi. “Non mi chiedete di scegliere chi sia meglio, ma entrerò in campo convinto di potercela fare”. A questo punto per il “nuovo ” Cecchinato nulla è precluso. Un giocatore rinato dopo i noti problemi per la vicenda scommesse. “Non mi va più parlare di quella storia. Ho sofferto molto ma è una cosa che appartiene al passato e della quale non voglio più sentire parlare”. In una giornata da sogno come questa, non c’è spazio per gli incubi del passato.
MATTEO, BRAVO LO STESSO – Matteo Berrettini è il futuro imminente del tennis azzurro. Dopo questa prova coraggiosa contro il secondo (terzo?) migliore giocatore del mondo su terra battuta al primo Roland Garros della sua carriera, non è un azzardo. Dopo una partenza entusiasmante, i cinque giochi di fila subiti quasi senza accorgersene avrebbero potuto stenderlo (e non avremmo nemmeno avuto molto da criticare), invece indovina un gran secondo set, vinto al tie-break dove ha costretto Thiem a mostrare crepe mentali inconsuete, poi perde il terzo con la beffa di una corda che si rompe quando era 4-3 0-15 sotto ma riesce a vincere un game d’apertura del quarto di 16 punti, prima di cedere alla migliore versione di Thiem, che agli ottavi troverà Nishikori.
ll match parte sotto un cielo più nero che grigio, pronto a esplodere da un momento all’altro. Berrettini parte alla grande, colpendo profondo e prendendo la rete appena possibile. Centra il break in apertura con una bella volèe poi lo conferma fino al 3-1. Dopo il primo punto del quinto gioco, arriva la pioggia che s’intensifica subito, ma il gioco prosegue e la pioggia si arresta. Sarà così anche poco dopo l’inizio del secondo set, sebbene Matteo non gradisca (dalla prima fila sentiamo l’azzurro imprecare verso Giove Pluvio), ma non è per questo che perde 6 game di fila: viene trafitto da tre passanti letali del n.2 o 3 sulla terra, che prende il largo mentre Berrettini s’incarta con due doppi falli di fila sul 4-3 e poi stecca tre risposte di fila su altrettante seconde dell’avversario. La risposta di rovescio è il punto debole ed è un delitto, perché le sue palle corte sono tatticamente perfette ed esteticamente deliziose.
Nel secondo set Thiem sale 4-2 (salvando due palle break) ma all’ottavo game sul 30-15 accade l’impensabile: non uno, non due ma tre doppi falli del n.8 del mondo! Il romano ringrazia, il viennese non cela il nervosismo, poi al tie-break sul 5 pari spedisce largo su suo servizio un rovescio incrociato, un regalo pazzesco e Matteo non trema. Dopo un’ora e venticinque minuti siamo un set pari. Sia ben chiaro, non siamo di fronte a una versione asburgica di Babbo Natale, perché l’italiano fa tutto benissimo, non facendo mai giocare a Dominic due colpi identici.
Nel terzo set c’è ancora motivo di crederci. Da una parte un Berrettini impeccabile, dall’altra un Thiem che sembra continuare il parziale black-out, quando sull’1 pari gioca uno smash parallelo al terreno. Non è così purtroppo. Nonostante lo 0-40, il semifinalista 2016 e 2017 non lascia possibilità all’azzurro, che continua a giocare alla pari, ma Thiem non sbaglia più e nell’ottavo game (ancora l’ottavo) sullo 0-15 le corde tradiscono Matteo, che non può trovare la palla e punisce la racchetta, distruggendola. “Mai visto in vita mia” biascica poco dopo, ma intanto il set se ne va. Quarto set che parte con una battaglia campale su servizio del ventiduenne romano: Berrettini sembra sul punto di capitolare, ma annulla 4 break-point con autorità. Il problema è che ora di là dalla rete c’è il vero Thiem, che non si “limita” a sbagliare meno di niente, ma fa saltare tutti in piedi con recuperi degni dei giorni migliori e allora Matteo, sebbene non si rassegni mai, deve alzare bandiera bianca. Ma è una sconfitta dalla quale si possono trarre solo indicazioni positive, a partire dalle sue frasi: “Credo sia giusto non essere contenti dopo una sconfitta. Poi certo, sono molto soddisfatto del mio torneo e di come ho giocato oggi con Thiem. Non sono entrato in campo con l’idea di non aver niente da perdere, non è l’idea giusta per vincere. Ho un saldo vincenti-errori gratuiti migliore del suo (le statistiche ufficiali parlano di 30 vincenti e 41 gratuiti per Thiem, 39 vincenti e 36 non forzati pe Berrettini)? Allora come è possibile che abbia perso?“ In realtà anche questa statistica si spiega facilmente con quella successiva: l’italiano ha fatto 62 errori forzati contro i 27 dell’austriaco. “Lui è fortissimo ma la vera differenza la fa in difesa. Spero che il mio prossimo Roland Garros sia più di una bella esperienza. Sull’erba ho giocato solo Wimbledon juniores, ma è una superficie che mi piace molto e ho le caratteristiche adatte. Farò Stoccarda, Halle e forse un terzo torneo prima di Wimbledon, Antalya o Eastburne“.
Risultati:
[7] D. Thiem b. M. Berrettini 6-3 6-7(5) 6-3 6-2
M. Cecchinato b. [10] P. Carreno Busta 2-6 7-6(5) 6-3 6-1