[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 20 – Elina e Grigor, che tonfi!
da Parigi, il nostro inviato Ruggero Canevazzi
Lo Slam non è un affare per cuori teneri, e il Roland Garros men che meno. Elina Svitolina probabilmente aveva già interiorizzato questo adagio con la rocambolesca sconfitta del 2017, giunta per mano della futura finalista Simona Halep. Ripresentarsi a Parigi da campionessa di Roma, dallo scranno ideale – ma insidioso – di favorita senza aver però mai inciso davvero nei Major (miglior risultato i quarti di finale) si è rivelato ancora una volta insostenibile per la 23enne di Odessa. La sconfitta per mano di Mihaela Buzarnescu riapre i giochi della parte bassa del tabellone, e quindi dell’intero torneo.
ELINA, LO SLAM È ALTRA COSA – Come un temporale a ciel sereno arriva la sconfitta di Svitolina per mano della testa di serie numero 31 Mihaela Buzarnescu. L’ucraina, che lo scorso anno raggiunse i quarti di finale ed era una delle favorite per questa edizione, si è fatta sorprendere da un’avversaria affrontata oggi per la prima volta e sconosciuta al grande pubblico; il suo più grande errore sembra proprio quello di aver sottostimato l’avversaria. La 30enne rumena è alla sua seconda esperienza assoluta in uno Slam (esordì lo scorso anno agli US Open uscendo al primo turno da Wozniacki) e questi sono per lei palcoscenici a dir poco inusuali. Buzarnescu infatti è una veterana del circuito ITF, dove vanta 22 titoli in singolare, ma la nonchalance con la quale è scesa in campo faceva supporre ben altro e anche grazie alle sue movenze eleganti e poco decifrabili è riuscita a trovare una profondità di palla che ha messo subito in difficoltà l’ucraina.
Con un break in apertura e uno in chiusura la esile mancina ha portato a casa il primo set per 6-3, mentre nel secondo ha iniziato a scomporsi un po’ e dare segni di nervosismo. Svitolina non è riuscita tuttavia ad approfittare dell’eccesso di emotività della sua avversaria e gli è mancata l’incisività nei momenti chiave. Sciupata l’occasione del 5-4 e servizio, Elina ha combinato la frittata finale quando si è fatta brekkare nel dodicesimo game con quattro punti consecutivi, consegnandosi così la vittoria alla sua avversaria. Buzarnescu, che ricordiamo non aveva mai vinto match a livello Slam prima di questo Roland Garros, sfiderà per la prima volta Madison Keys.
La rumena è tennista leggera ma molto acuta nelle scelte sul campo, e il rendimento di questa stagione ha messo in evidenza le sue qualità anche su una superficie dispendiosa come la terra battuta, teoricamente poco adatta a chi non ha molti chili da scaricare sulla palla. Se i risultati di Praga (finale) e Strasburgo (semifinale) potevano essere derubricati ad affari minori, questi ottavi di finale con scalpo eccellente sono un traguardo inequivocabile. Mihaela a tennis ci sa giocare, anche sulla terra battuta. Il suo salto di qualità è coinciso con una scelta diversa di programmazione: alla figura del padre, suo storico coach, Buzarnescu ha deciso di affiancare uno sparring (Fratila Septimiu) e altri collaboratori, tra i quali il più assiduo è Doru Oprea, che ha lavorato anche con Halep e Dulgheru. Nessuno di loro, però, la segue abitualmente nei tornei. Mihaela ha quindi spesso scelto di accreditare colleghe o conoscenti per avere una figura di riferimento nel suo angolo. Anche perché in campo, il più delle volte, dà la sensazione di sapere esattamente cosa fare.
MADISON SUPERA NAOMI – Tre su tre: per Naomi Osaka non c’è proprio verso di imporsi su Madison Keys, che infligge alla giapponese la terza sconfitta in altrettante sfide. Keys gioca un primo set perfetto, prendendo a pallate la campionessa di Indian Wells; nel secondo set Osaka sale di livello e il match diventa bellissimo, con la finalista degli ultimi US Open che conferma i suoi limiti, in primis la mancanza del colpo del KO. Deve ringraziare la giapponese, che non ne approfitta e perde 6-1 7-6. Il potenziale dell’americana rimane formidabile, se migliora il rendimento nei momenti topici diventa pericolosissima anche sulla terra.
Primo set a livelli siderali della n.13 del mondo, che prendeva letteralmente a pallate la malcapitata n.20, partendo da un servizio ottimo. In 30 minuti il primo set andava in archivio con un netto 6-1. Alla ripresa delle ostilità lo sparuto pubblico del Suzanne Lenglen (è pur sempre un giorno lavorativo e c’è freddino, cielo coperto e minaccioso) incoraggiava caldamente Naomi, sperando in un secondo set più combattuto. Veniva giustamente premiato, con la campionessa di Indian Wells finalmente in partita. Se due giocatrici così si esprimono al di sopra dell’80%, il match non può che essere eccellente, all’insegna del tennis boom-boom. La finalista di Roma 2016 sembra essere più affamata, ma il break sul 4 pari veniva vanificato da tre colpi troppo lunghi, il primo su match-point.
Si materializzava il lato vulnerabile della ventitreenne di Rock Island, quello che fa disperare gli americani che implorano Lindsay Davenport – brava a mascherare le emozioni in tribuna dietro un sorriso imperturbabile – di lavorare sulla testa di Madison. Il tie-break è magnifico sia per il tennis messo in campo dalle due protagoniste sia perché si gioca sul filo del rasoio: la tds n.13 è molto brava a risalire dal 4-1 (bellissima la saetta di rovescio incrociato che taglia il campo come un lama affilata). Osaka fallisce un set-point sul 7-6, poi completa la frittata con un sanguinoso doppio fallo sul secondo match-point sull’8-7 Keys, che agli ottavi avrà una ghiotta occasione dopo l’eliminazione di Svitolina.
DASHA IN TRE – Daria Kasatkina conferma il pronostico e l’unico precedente (Bucarest 2015) sconfiggendo la greca Maria Sakkari al terzo set. Sempre in netto controllo nel primo parziale, chiuso dopo 26 minuti per 6 giochi a 1, le difficoltà sono aumentate in apertura di secondo, con Sakkari apparsa più grintosa e lucida nella gestione degli scambi da fondo. Brava l’ellenica a non alzare il piede dall’acceleratore e a pareggiare i conti, restituendo il 6-1 all’avversaria. Nel terzo e decisivo parziale Kasatkina torna a condurre le operazioni, si porta subito avanti di un break e gestisce con margine, conquistando così gli ottavi di finale a Parigi con lo score finale di 6-1 1-6 6-3 dopo 1 ora e 40 minuti di gioco. Sakkari fallisce invece l’occasione di diventare la prima tennista greca a raggiungere la seconda settimana del Roland Garros in Era Open.
Nonostante il calo del secondo parziale Kastkina ha comunque dato la sensazione di poter sempre controllare l’inerzia dello scambio, e non partirà sfavorita nell’ottavo di finale contro Wozniacki. La danese si è liberata col minimo affanno di Pauline Parmentier, fortunata nel sorteggio (Paquet al primo turno) e abile a eliminare al secondo una distratta Cornet. Wozniacki raggiunge per la terza volta gli ottavi a Parigi e non si tratterà di un impegno più agevole di quelli che nel 2010 (Pennetta) e 2017 (Kuznetsova) gli avevano permesso di entrare tra le prime otto dello Slam francese. La russa conduce 2-1 nei precedenti e ha vinto entrambe le sfide del 2018 (sul cemento di San Pietroburgo e Indian Wells).
hanno collaborato Paolo Di Lorito e Gianluca Rossino
Risultati:
[14] D. Kasatkina b. M. Sakkari 6-1 1-6 6-3
[13] M. Keys b. [21] N. Osaka 6-1 7-6(7)
Y. Putintseva b. Q. Wang 1-6 7-5 6-4
[26] B. Strycova b. K. Siniakova 6-2 6-3
[31] M. Buzarnescu b. [4] E. Svitolina 6-3 7-5
[2] C. Wozniacki b. [WC] P. Parmentier 6-0 6-3
[10] S. Stephens vs C. Giorgi – rinviata
[8] P. Kvitova vs [25] A. Kontaveit – rinviata