L’ha scampata bella di nuovo Alexander Zverev. Dopo la vittoria in cinque set sul serbo Dusan Lajovic al secondo turno, un altro balcanico, il bosniaco Damir Dzumhur lo ha costretto a stare in campo per altrettanti parziali e quasi quattro ore di gioco. Sascha ha dovuto addirittura annullare un match point nel set decisivo. Nonostante questo ulteriore e per lui evitabile spavento, il secondo favorito del seeding trova comunque il modo di scherzare in conferenza stampa. Zverev esordisce chiedendo che la prima domanda venga posta dal giornalista dello Yorkshire del quale tanto aveva apprezzato l’accento. E successivamente, quando gli viene chiesto quali pensieri attanagliassero la sua mente quando le cose si stavano mettendo male, il giovane tedesco non perde la sua verve ironica. “Pensavo soprattutto a cosa avrei mangiato a pranzo. A parte gli scherzi, si cerca di vincere ogni punto, ogni gioco. Quando ti devi salvare non pensi: ‘Come farò a far girare questo match?’. Cerchi di vincere quel punto per rimanere in campo”, ha risposto Zverev che comunque può festeggiare la sua prima vittoria in carriera sul mitico Philippe Chatrier.
Il 21enne tedesco di origini russe ha poi fornito uno spunto interessante sulle qualità che secondo lui deve avere un grande allenatore. Non che lui abbia molti metri di paragone visto che è da sempre seguito dal padre e l’esperienza con l’ex n.1 al mondo Juan Carlos Ferrero non si è conclusa proprio benissimo. “L’allenatore è la persona che ti dà fiducia nei momenti in nella quale non ce l’hai. L’allenatore riesce a capire le cose sulle quali bisogna lavorare prima che qualcosa vada storto”, ha sottolineato Zverev. “E questo è ciò che mio padre ha fatto durante gli ultimi vent’anni con me. Quindi per me è uno dei miglior coach perché riesce a capire quello di cui ho bisogno prima di entrare in campo. Lavoriamo su molte cose insieme anche tattiche”.
Il suo amico Dominic Thiem ha sofferto un po’ di meno contro il nostro Matteo Berrettini. Il giovane azzurro, all’esordio nel tabellone del Roland Garros, ha comunque dato filo da torcere all’austriaco, testa di serie n.7 ma per molti secondo favorito alla vittoria finale dopo Nadal. Thiem ha infatti fatto i complimenti a Berrettini e gli ha prospettato una carriera di successo. “Il mio allenatore aveva visto il match contro Gulbis dello scorso turno e mi ha detto che Matteo è un ottimo giocatore”, ha affermato l’allievo di Gunter Bresnik. “Mi aspettavo una partita dura. Ma è davvero bravo. Molto pericoloso. Gran dritto e servizio. È stato un ottimo match per entrambi e sono sicuro che avrà un grande futuro”. A Parigi Thiem deve difendere i punti della semifinale dell’anno scorso, persa proprio con il fenomeno di Manacor. Ma non si mette troppe ansie per questo. “Non ho pressione. L’ho difesa due volte nel 2016 e nel 2017. Quindi lo posso fare una terza volta. E se non succcede fa niente. Non mi spaventa una discesa nel ranking”, ha detto il 24enne di Wiener Neustadt.
Da due giovani tennisti in rampa di lancio, ad un campione che cerca di tornare ai suoi livelli, ovvero Novak Djokovic. Il terzo turno contro l’ostico spagnolo Roberto Bautista Agut si presentava come un test probante per il campione serbo. E tale si è confermato. Ma Nole è riuscito a portare a casa la partita in quattro set molto tirati. “Penso che sia stata una gran battaglia. Bautista Agut non è un tipo che ti regala la vittoria”, ha dichiarato il fenomeno di Belgrado. “Bisogna andarsela a prendere. Non avendo giocato molti match recentemente per me questo è stato ottimo. Ovviamente non vorrei giocare quattro o cinque ore ogni volta ma è stato un bel test. Mi sono dovuto sudare la vittoria. L’ultimo set è stato il migliore che ho giocato nel torneo. Non mi sento stanco. Questa è la buona notizia. Non vedo l’ora di affrontare la prossima sfida”. A fine partita i due tennisti si sono scambiati due parole. In conferenza stampa, il dodici volte campione Slam ha rivelato di aver tirato su di morale Bautista Agut, che la scorsa settimana ha dovuto patire un grave lutto in famiglia, ovvero la morte della madre. “Mi piace Roberto. È un gran bravo ragazzo”, ha proseguito Djokovic. “Andiamo molto d’accordo da quando è arrivato sul tour. Abbiamo un sacco di rispetto reciproco. Quindi ci siamo scambiati alcune parole. Non so se ne dovrei parlare e non so quanto ne sappiate voi ma ha avuto dei grossi problemi famigliari. È qualcosa di davvero brutto ed essere riuscito a giocare il Roland Garros gli ha richiesto un grande sforzo”. Il balcanico si conferma dunque un grande gentiluomo con i suoi avversari.
C’è stato spazio anche per un po’ di filosofia nella sua conferenza stampa. “Si impara sempre di più dalle sconfitte che dalle vittorie”, ha detto Djokovic. “È difficile scegliere una partita in particolare dalla quale ho imparato di più ma probabilmente le due finali perse consecutivamente qua contro Nadal e Wawrinka, quando poi ho vinto Wimbledon. Quei due match mi hanno fatto male e dovevo ritrovare la concentrazione e fortunatamente per me c’è un altro Slam vicino, e non uno a caso”. Niente male davvero come reazione alle sconfitte. E per concludere una massima finale: “Ma ogni incontro è un’opportunità per me di crescere, di imparare e di conoscere me stesso”. Insomma Nole è di nuovo sereno. E questa non è una buona notizia per gli avversari.