[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 22- Ceck this out!
[2] A. Zverev b. K. Khachanov 4-6 7-6(4) 2-6 6-3 6-3 (da Parigi, il nostro inviato)
Come dice Rafa Nadal, uno che da queste parti qualcosina ha vinto, “negli Slam conta solo vincere, non importa come”. E dunque alla fine, ha ancora una volta ragione Sascha Zverev, che per la terza volta di fila la spunta al quinto set e sempre recuperando da una situazione di due set a uno sotto. Il tedesco centra così il primo quarto di finale in uno Slam, il più giovane a farlo a Parigi dai tempi di del Potro 2009, settimo del suo paese (l’ultimo Tommy Haas cinque anni fa). Lo fa al termine dell’ennesima maratona, nella quale ha alternato buone cose a errori sciagurati e scelte tattiche discutibili.
SASCHA RECIDIVO – Appare chiaro a questo punto come a Sascha piaccia terribilmente complicarsi la vita. Dopo i patemi dei turni precedenti, culminati nel match point salvato al bosniaco Dzhumur venerdì scorso, il tedesco regalava il primo set con uno sciagurato game di servizio sul 4-5 quando scivolava 0-40 senza particolari meriti del suo avversario, litigava con il giudice di sedia per una chiamata dubbia e finiva per capitolare sul terzo set point con un passante di rovescio in corridoio. Sotto la canicola del Lenglen, Khachanov era bravo a picchiare con il diritto ma una serie di errori concedeva a Sascha di portarsi in vantaggio. Al momento di chiudere il secondo parziale sul 5-4 e servizio Zverev pensava bene di ricacciarsi nei guai, gettando letteralmente alle ortiche tre set point (smash in rete, volée di rovescio da club e errore di rovescio inspiegabile) nel game più lungo della partita (16 punti) e vedendosi costretto ad un delicato tiebreak. Che diveniva il festival degli errori e delle scelte tattiche scellerate, con sette dei primi otto punti vinti dal giocatore in risposta. Alla fine occorreva la mano di Khachanov, sotto forma di un doppio fallo e di un errore di diritto per consentire al numero 3 del mondo di pareggiare i conti.
SOLIDO KAREN – La ritrovata parità tuttavia non dava la prevista serenità al tedesco. Anzi era Kachanov a prendere in mano decisamente il pallino del gioco, costringendo Sascha ad affannate rincorse da fondocampo. Il numero tre del mondo appariva anche leggermente in difficoltà dal punto di vista fisico ed il parziale scivolava rapidamente in mano russa (6-2). Quando era sull’orlo del baratro (2-2 15-40) nel quarto set, Sascha trovava energie inaspettate anche grazie al sostegno del Lenglen. Scampato il pericolo, sorprendeva Karen nel sesto gioco (che ci metteva del suo con un doppio fallo ed un errore di diritto), e dopo due ore e cinquanta apriva le porte al terzo quinto set di fila, non senza aver nuovamente balbettato al momento di chiudere il parziale (6-3 ma palla del controbreak con regalo di Khachanov).
FINALE SENZA THRILLING – Il russo stavolta accusava il colpo e il break in apertura metteva la partita in discesa per Zverev. Resta in ogni caso davvero sorprendente la facilità con cui Sascha dopo oltre tre ore di una partita giocata male, inizi regolarmente a sistemare il suo gioco e a dare la netta sensazione ai suoi avversari che il match è nelle sue mani. Dovrà sicuramente migliorare e crescere per poter duellare alla pari con i califfi di questo sport negli Slam, ma questa è una caratteristica dei campioni.