[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 28 – Finalmente Halep
Considerando l’età che avanza e alcune prestazioni non brillantissime di questa stagione sulla terra, l’undicesima finale al Roland Garros per Nadal si prospetta come una delle più incerte. Il suo avversario Dominic Thiem ha già avuto modo di batterlo tre volte su questa superficie e l’austriaco ha tenuto a specificare in conferenza stampa che “so come giocare contro Rafa e ho un piano. Domenica cercherò di metterlo in pratica e se voglio vincere dovrò giocare come ho fatto contro di lui a Roma e a Madrid. Ma so anche che qui sarà più dura perché lui sicuramente ama di più queste condizioni rispetto a quelle di Madrid. Inoltre al meglio dei cinque set è tutta un’altra storia“. I precedenti sono 6-3 per lo spagnolo: i due che si sono giocati a Parigi secondo Thiem sono fondamentali per trarne informazioni utili sul suo avversario come ha ribadito lui stesso. “Una cosa positiva credo sia anche il fatto che l’ho già affrontato due volte qui”. Quando invece a Nadal viene chiesto se dopo il primo incontro con Thiem al Roland Garros, risalente al 2014, si sarebbe mai aspettato di trovarselo un giorno in finale, Rafa risponde con un sorriso: “Quattro anni fa non sapevo nemmeno se sarei tornato a giocarmi una finale. In questo momento sembra una cosa facile e logica, ma non voglio che nessuno pensi che sia una routine”.
Sicuramente non lo pensava Juan Martin del Potro, che ha iniziato la semifinale contro Nadal servendo bene e rispondendo meglio, cosa che non è sfuggita all’analisi dello spagnolo. “Il mio problema principale era che non mi stavo creando abbastanza spazio con la battuta e ad ogni mio turno di servizio sentivo di non avere il controllo del gioco. È per questo che ho dovuto salvare sei palle break; gli ho dato troppe chance. Nel primo set sono riuscito a cavarmela applicando una buona tattica e restando solido mentalmente; anche se non stavo giocando bene non mi sono arrabbiato, d’altronde come potrei? Quando gioco qui la motivazione è sempre altissima“. Anche il numero 8 del mondo non ha avuto vita facile e a conti fatti sembra che l’esito del match sia dipeso dal tie-break del secondo set, dove entrambi i tennisti hanno avuto diverse palle per chiudere ma Cecchinato è stato meno efficace del suo avversario. “Se lui avesse chiuso quel tie-break“ ha commentato Thiem, “nel terzo set sarebbe stato sicuramente al massimo della potenza, quindi è stato un bene per me averlo vinto. Per quanto mi riguarda a me piace giocare contro tennisti dal rovescio a una mano perché è più facile costruirsi il punto giocando palle alte sul quel lato lì, dove tutti i tennisti dal rovescio a una mano hanno dei problemi”. Parlando poi più in generale dell’italiano ha aggiunto che “se Cecchinato continuerà a giocare a questo livello diventerà un grande tennista, soprattutto sulla terra. Tutto sommato ha solo un’anno più di me, non è così in là con l’età. Credo che l’Italia abbia sempre avuto dei grandi giocatori e ora ci sono giovani interessanti che stanno emergendo. Il mio terzo turno contro Berrettini non è stato certo un match agevole e molto presto salirà anche lui nel ranking. E c’è ancora Fabio in giro”.
Vincere un torneo dello Slam, oltre ad essere dispendioso dal punto di vista fisico, richiede anche un enorme sforzo mentale. Rimanere per due settimane in una città con un unico pensiero fisso nella testa è ben diverso che giocare un torneo 250, dove si disputano al massimo cinque partite in meno di una settimana. Uno delle principali aspetti che deve ancora essere affinato, come ha ammesso il suo stesso coach in passato, è quello mentale. Al momento però Thiem sembra ancora essere più interessato al suo fisico che alla sua testa. “La parte mentale conta molto, ma la cosa più importante è che io sia in buone condizioni fisiche, che le mie armi in campo siano sempre presenti e che io possa contare su di esse“. Conclude poi con un sorriso: “Inoltre se dovessi affrontare Rafa (la semifinale Nadal-del Potro era ancora in corso, ndr) non sarò io ad avere la pressione“ lasciando intendere che sarà tutta, o quasi, sullo spagnolo. Quest’ultimo poi non fa granché per togliersela di dosso, ed è lui stesso a ritenersi “contento di aver giocato delle buone partite sulla terra in questa stagione, ma adesso è arrivato il momento di alzare ancora di più il mio livello“.
I giornalisti presenti in sala stampa provano in tutti i modi a tirar fuori da Nadal qualche commento sul suo avversario, ma lo spagnolo anche in conferenza stampa fa della semplicità il suo punto di forza. “Considerando che si trova in finale e che ha avuto un tabellone duro, posso dire che è l’avversario più ostico che avrei potuto incontrare”. Quando poi gli si chiede se anche lui ha un piano, come precedentemente affermato da Thiem, il numero 1 del mondo risponde lapalissiano: “Se giocherò bene avrò le mie chance, se invece non lo farò sarà quasi impossibile, perché avrò di fronte un tennista che si sta comportando alla grande. Quindi posso anche mettermi a pensare alla tattica, ma si possono applicare gli schemi solo quando stai giocando bene“.