Nel giugno dell’anno scorso, quando venne dichiarata la bancarotta per via dei debiti con la banca Arbuthnot, Boris Becker si disse “deluso”: “È chiaro che ho i soldi per pagare”. Adesso il campione tedesco, che evidentemente quei soldi ancora non è ancora riuscito a trovarli, più che deluso sembra essere alle strette. La sua situazione economica è sempre più incerta e dopo la recente decisione di mettere all’asta alcuni cimeli sportivi – tra i quali la riproduzioni dei trofei di Wimbledon, US Open e Coppa Davis – Becker ha deciso di appellarsi all’immunità diplomatica. A proporgli quest’ultimo, quasi disperato tentativo, sono stati probabilmente i suoi avvocati, che fanno parte dello studio legale Ben Emmerson (i quai in passato hanno preso le difese anche di Juliane Assange). A giustificare la richiesta di immunità diplomatica, come fa sapere la BBC, è il fatto che nell’aprile 2017 l’ex numero 1 del mondo fu eletto ambasciatore della Repubblica Centrafricana per lo sport e la cultura in Unione Europea, come affermò lui stesso trionfante sul suo profilo Twitter.
Diplomatic honours for me ! I have been appointed by the Central African Republic
as its Attache’ for Sports/Humanitarian/Cultural Affairs in the European Union
— Boris Becker (@TheBorisBecker) April 27, 2018
Un’ennesima tegola che contribuisce a rendere infausto questo periodo per Becker, arriva proprio da una delle sue proprietà: la villa a Maiorca acquistata nel 1995 e messa in vendita nel 2007. L’intero terreno, di poco meno di 3000 metri quadrati, è al momento disabitato o almeno lo è stato fino a quando non è stato scoperto da una coppia di vagabondi tedeschi, che dopo aver girato l’isola spagnola in caravan, hanno deciso adesso di sistemarsi, abusivamente, nella casa dell’ex tennista. I due non sembrano affatto intenzionati a lasciare la loro nuova abitazione, anzi vorrebbero estendere la situazione al maggior numero di persone possibile. Il progetto di Georg Berres, questa l’identità dello squatter, è seguire uno stile di vita hippy e riqualificare il terreno facendolo tornare ad essere coltivabile. Come afferma lui stesso, “la casa non è stata occupata, bensì salvata”. Purtroppo per Becker, l’ex tennista tedesco in questo momento avrebbe maggiormente bisogno di qualcuno che salvi lui e non le sue abitazioni.
