Che qualcosa di grosso bollisse in pentola lo si era intuito venerdì sera, quando l’assemblea dell’ATP Players Council era duranto 40 minuti in più di quanto era stato previsto. E l’annuncio non è tardato ad arrivare: dopo la riunione del Consiglio di Amministrazione dell’ATP a Londra domenica sera (1° luglio) veniva annunciato con un comunicato ufficiale che Tennis Australia e l’ATP avevano raggiunto l’accordo per rilanciare la World Team Cup all’inizio del calendario agonistico nel gennaio del 2020. La competizione, soggetta alla firma del contratto tra le due parti che ormai però appare solo una formalità, assegnerà punti ATP e godrà di 15 milioni di dollari di montepremi.
“Siamo felicissimi di aver raggiunto questo accordo che rivoluzionerà l’inizio della stagione agonistica ATP consentendoci di iniziare l’anno con una manifestazione di primo livello limitando allo stesso tempo l’impatto sulla programmazione dei giocatori” ha commentato il CEO dell’ATP Chris Kermode. In un comunicato stampa separato gli ha fatto eco Craig Tiley, Presidente di Tennis Australia, che ha confermato come “i giocatori continueranno ad iniziare la loro stagione in Australia con un formato che siamo convinti entusiasmerà gli appassionati in Australia ed in tutto il mondo”.
Non sono stati resi noti dettagli sulla durata, sulla formula e sulla sede, ma stando alle indiscrezioni trapelate nei mesi scorsi si potrebbe trattare di una manifestazione che prenderà il posto dei tornei ATP pre-Australian Open, ricalcando la formula della defunta World Team Cup disputatasi a Dusseldorf la settimana prima del Roland Garros dal 1978 al 2012 (squadre divise in due gironi, con round robin e successiva finale tra le prime classificate) e con gli incontri programmati in varie città dell’Australia, come accade con i Mondiali di calcio.
È il caso di sottolineare come questo annuncio arrivi solamente sei settimane prima dell’Assemblea Generale dell’ITF che dal 13 al 16 agosto prossimi ad Orlando voterà sulla riforma della Coppa Davis promossa dal Presidente Haggerty. I dettagli della proposta che sarà messa ai voti sono ancora in via di definizione, ma dovranno essere presentate alle singole nazioni almeno un mese prima dell’assemblea, per cui entro la fine del torneo di Wimbledon. La proposta dell’ATP, almeno nei pochi dettagli al momento trapelati, avrà un montepremi minore di quello della “nuova Davis” (15 milioni contro 20, anche se non è dato sapere tra quante squadre e/o giocatori dovranno essere suddivisi), ma consentirà di ottenere punti ATP e soprattutto gode dell’elasticità di chi comanda il calendario, mentre l’ITF deve “fare con quello che ha in casa” ovvero con le settimane attualmente già dedicate alla Davis.
Si tratta probabilmente del più grosso attacco frontale di uno degli enti responsabili del tennis ad un altro dopo quello del 1990 nel quale l’ITF creò la Grand Slam Cup in competizione con le ATP Finals in un periodo che il neonato ATP Tour aveva dedicato all’off-season. L’opinione di giocatori ed addetti ai lavori è abbastanza comune: nel lungo periodo ci sarà sicuramente spazio per solo una competizione di questo tipo, due all’anno non sono sostenibili. L’ATP sta quindi provando a giocare d’anticipo per poter mettere le mani su quella che sembra una notevole gallina dalle uova d’oro (una manifestazione a squadre, simile ai mondiali di calcio, che possa coinvolgere fans di tutto il mondo) facendo leva su un processo decisionale molto più agile (non è necessario per loro chiedere il parere dell’assemblea plenaria), sul controllo della classifica e del calendario e sul parere fortemente contrario di alcuni ex giocatori di spicco (Hewitt e Noah, per dirne un paio) nei confronti di una modifica così radicale della Coppa Davis.
In attesa di conoscere i dettagli della competizione, che si può scommettere non saranno resi noti prima delle scadenze dell’ITF in modo da non dare punti di riferimento agli uomini di Haggerty per una controproposta mirata, la palla ora passa al Presidente dell’ITF che su questa proposta si gioca gran parte della sua credibilità e del suo futuro al comando del tennis mondiale. Per il momento la sua risposta si è limitata ad un comunicato stampa, rilasciato poche ore dopo l’annuncio, nel quale viene ribadito “l’impegno della ITF nel procedere con una nuova Davis Cup by BNP Paribas per la fine del 2019“, ovvero poche settimane prima della World Team Cup 2020. “Tuttavia – procede il comunicato – crediamo che si sia trattata di un’occasione mancata da parte dell’ATP per lavorare insieme all’ITF in maniera positiva e per il beneficio di tutto il tennis“.