[31] S. Tsitsipas b. [Q] T. Fabbiano 6-2 6-1 6-4 (da Londra, il nostro inviato)
THOMAS, NENTE DA FARE – Le giornatacce capitano, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. L’impressione, dalle tribune del court 12, è che contro Stefanos Tsitsipas il nostro Fabbiano sia entrato in campo scarico, forse pagando lo sforzo di feroce concentrazione che gli ci è voluto per battere Wawrinka in due giorni. Un semplice dato fotografa perfettamente l’andamento del match per i primi 50 minuti: l’azzurro, in due set, ha tenuto il servizio una sola volta, nel sesto game del primo parziale. La cosa si è tradotta in un 6-2 6-1 impietoso in favore di Stefanos, che in effetti non ha nemmeno dovuto fare granchè, salvo servire bene (70% di prime), e poi attendere gli errori di Thomas.
“Mi dispiace di non aver saputo giocare una partita come quella di ieri, ero più lento, non avevo l’energia giusta per andarmi a prendere il risultato. Non ho gestito bene il post-vittoria, non ho avuto il giorno di riposo, ancora oggi c’erano persone che venivano a congratularsi mezz’ora prima che io andassi in campo. Sono cose che non si riescono a controllare, devo imparare a gestire queste situazioni“. In particolare, Fabbiano ha sbagliato moltissimo con il dritto, di solito il suo colpo più incisivo, e non è quasi mai riuscito a spostare in modo efficace l’avversario. Tsitsipas, come tutti i “lungagnoni” dotati di gran braccio, se lo fai giocare da fermo può diventare incontenibile. L’italiano il suo buon piano tattico ce l’ha e si vede, aprirsi il campo mandando Stefanos in allungo dal lato del rovescio, per poi stringere i cross di dritto dall’altra parte. Ma se non viaggia il braccio, e le gambe non sono abbastanza sciolte, è dura metterlo in pratica. In ogni caso, sta giocando contro il numero 35 ATP (in crescita), non bisogna dimenticarlo. Il suo angolo lo incoraggia, così come i numerosi spettatori presenti, ma non se ne esce. Da parte sua, Tsitsipas è sempre bello da vedere, alto, magro, elegante nei gesti, personalmente mi ricorda un po’ il tedesco Michael Stich, detto l’Airone, campione qui nel 1991. Chissà, potremmo avere un Airone Greco, pronto a fare grandi cose nel tennis.
“Lui ha fatto il suo, ha servito bene quando era sopra col punteggio. Nessuno mi toglierà la vittoria di ieri, ma nessuno può dire niente della sconfitta di oggi, giusta, si torna a casa e si cerca di migliorare ancora. Avrei voluto avere la testa più fresca e leggera in campo. Da un lato è stato bello battere Wawrinka e parlarne tanto con tutti voi, dall’altro mi ha fatto sprecare tante energie mentali“. Nel terzo set Thomas va ancora sotto di un break, lo recupera di orgoglio e grinta, ma poi cede ancora la battuta. Stefanos, come può capitare quando si ha davanti un avversario che gioca male e a sprazzi, si distrae a sua volta, scende di livello, concede ancora una possibilità di rientrare a Fabbiano commettendo doppio fallo, ma alla fine non ha grossi problemi a chiudere il match 6-4, conquistando per la prima volta gli ottavi di finale – e la seconda settimana – in uno Slam. Troverà il vincente tra Isner e Albot.
“Stefanos ormai è un giocatore vero, glielo vedi negli occhi. Stanno lavorando per arrivare al top, gli manca ancora solo un po’ di esplosività, che per esempio Shapovalov ha già. Tennisticamente è elegante, ha tanto, e sta migliorando fisicamente, ne parlavo con suo padre. Complimenti a lui. A rete, come fosse un fratello maggiore per me, mi ha detto che gli dispiaceva, mi ha fatto in bocca al lupo, e di continuare a lavorare tanto, che i risultati sarebbero arrivati. Che maturità“.