[2] R. Nadal b. [5] J.M. del Potro 7-5 6-7(7) 4-6 6-4 6-4 (da Londra, il nostro inviato)
Se era difficile immaginare che Roger Federer potesse essere eliminato da Kevin Anderson, per giunta dopo una rimonta incredibile, le probabilità che al termine di quella partita Nadal e del Potro ne disputassero una del genere, la più bella del torneo e dell’intera stagione, erano ancora più basse. Invece lo spagnolo e l’argentino ci hanno regalato quasi cinque ore di tennis di rara intensità, a tratti veramente spettacolare, che hanno emesso una sentenza ormai fuori discussione: del Potro è un grandissimo giocatore, ma Nadal è veramente un fenomeno. Rafa si è ritrovato sotto due set a uno ma non si è scomposto, transitando tra momenti di nervosismo e sopravvivendo al solito bombardamento di del Potro, e si è guadagnato la sesta semifinale in carriera a Wimbledon (deve ancora perderne una), a sette anni dall’ultima disputata. La giocherà venerdì contro Novak Djokovic e se difficilmente la qualità della partita di oggi potrà essere eguagliata, le aspettative sono comunque altissime. Perché stiamo parlando di Rafael Nadal e Novak Djokovic.
BATTAGLIA DA FONDO – Come prevedibile, fin dall’inizio va in scena una gran lotta senza esclusione di colpi. Da un lato, delPo ha il vantaggio del super-servizio e del micidiale dritto, dall’altro Rafa ha un bel margine di mobilità, ed è aiutato dagli angoli mancini. Ovviamente, quando c’è da fare a cazzotti con il dritto, non scherza per nulla neanche Nadal. Il primo ad andare vicino a un allungo è lo spagnolo, che dopo un brutto errore di Juan Martin, e un paio di gran difese, ha due palle break consecutive nell’ottavo game, che delPo è molto bravo ad annullargli. L’argentino sta servendo al massimo e si vede, è chiaro che meno scambi diventano lunghi meglio è per lui. Da parte sua, Nadal è una macchina da fondo, e accetta senza problemi di fare a pallate. L’undicesimo game, con Rafa al servizio, offre due scambi di violenza clamorosa, uno chiuso dal rovescio lungolinea del maiorchino, l’altro da un dritto diagonale di Juan Martin che fa il proverbiale buco per terra. Alto livello, decisamente. Sul 6-5 Nadal, drittaccio sul nastro delPo, e set point: vola lunga la risposta di dritto a Rafa sulla seconda palla di servizio, occasione sprecata questa, ma due punti dopo lo spagnolo chiude incassando il gratuito di Juan Martin, un gran bel 7-5 per lui.
OCCASIONI MANCATE – Nel secondo set si prosegue allo stesso modo, è una partita godibile, l’atmosfera sul centrale è a tratti strana, in moltissimi – anche in tribuna stampa – sono attaccati ai live-score per seguire il pazzesco match tra Anderson e Federer sul campo 1, quando il sudafricano chiude la maratona, si sente una specie di singhiozzo collettivo nello stadio. Nel frattempo, quasi dal nulla, sul 4-4 arriva una sequenza di errori di Rafa, e il break per delPo, che va a servire per il set sul 5-4. Ma lo spagnolo non ci sta, reagisce bene, controbrekka subito attaccando e spingendo, e si arriva al 6-6. Appassionante il tie-break, in cui Rafa sale 6-3, Juan Martin annulla al servizio i primi due set point, e poi Nadal commette un tremendo doppio fallo sul terzo. Se ne procura un quarto, ma delPo molla due bombe di servizio, sale lui 8-7, e al termine di uno scambio lottatissimo stampa un dritto – appena corretto dal nastro – sulla riga. Un set pari, che bella partita.
SORPASSO DELPO – Terzo parziale, nessuno dei due molla, a tratti sembrano non tirare proprio a tutto braccio ogni palla, ma le geometrie sono apprezzabili, e l’intensità agonistica rimane altissima. Una cosa è chiara, però, e inaspettata: Nadal non riesce a prevalere così nettamente negli scambi lunghi, a volte pare addirittura che cerchi lui di prendersi rischi, per esempio con la prima palla di servizio, in modo da evitare la pressione da fondo dell’argentino. Juan Martin, senza concedere la minima possibilità in risposta all’avversario, sale fino al 5-4, quando sulla battuta di Rafa azzecca un paio di accelerazioni delle sue, mette alle corde il maiorchino, lo brekka a zero, e si prende il 6-4 e il vantaggio di due set a uno.
RAFA NON MOLLA – “Me esta matando!“, dice Nadal ad alta voce, rivolto al suo angolo, “mi sta uccidendo!”. In effetti il dritto di delPo oggi è una schioppettata (come sempre), ma il problema grosso per lo spagnolo è che pure con il rovescio l’argentino tiene alla grande, e piazza anche qualche bel lungolinea vincente. Per sua fortuna, tocca a Juan Martin avere un passaggio a vuoto, nel quinto game del quarto set, quando a causa di due scivolate in recupero, in cui perde totalmente gli appoggi, delPo cede la battuta. Non concedeva palla break dal 5-4 nel secondo parziale. Cambia le scarpe Juan Martin, immagino sia questione psicologica dopo le derapate precedenti, ma serve a poco: ennesimo ruzzolone al termine di uno scambio tirato, ed è 5-3 Nadal. Sembra che perdere sicurezze nella spinta dei piedi stia infastidendo l’argentino più del dovuto. Arrivano due palle break non consecutive per Rafa, sono ovviamente anche set-point, ma vengono ben annullate da delPo con dritto e rovescio, poi due ace risolvono la questione. Al servizio per il set nel game successivo, Nadal non trema, si concede anche un bel tocco smorzato sottorete, chiude alla grande col rovescio diagonale, e siamo al quinto set. Partitone, finora. Per dare un’idea, 55 winners del Potro, 48 Rafa.
LOTTA FINO ALLA FINE – Parte il quinto, l’atmosfera sul centrale è elettrizzante, l’Inghilterra ai Mondiali sta vincendo 1-0 (molti tablet accesi intorno a me), sono tutti felici quindi. Nel terzo game, è ancora spettacolo, con una volée in tuffo vincente di Juan Martin da standing ovation, tre punti dopo Rafa in rincorsa disperata dietro a uno smash finisce tra gli spettatori, bacia la mano a una signora in prima fila che stava travolgendo, e ritorna in campo. Che bello il tennis, che bravi tutti e due. Del Potro non smette di picchiare come un fabbro, Nadal con grande intelligenza gli propone anche velenose palle corte, lucidissimo nello sfruttare le incertezze di equilibrio dell’avversario, che ormai sarà rotolato a terra quattro-cinque volte. Siamo 2-2, può succedere di tutto. E quello che succede, complice un piccolo calo di delPo al servizio, è un break per Rafa, che chiude il quinto game con un super-rovescio diagonale. Ma figurarsi se un tipo come l’argentino molla: palla del controbreak subito dopo, sprecata però malamente, ne arriva un’altra, cancellata dal dritto dello spagnolo, che allunga 4-2. In questa fase Nadal si sta esaltando, ma Juan Martin non è da meno. Altre tre palle del contro-break per lui sul 3-4, ancora spettacolo con palle corte, vincenti, recuperi e ruzzoloni, Rafa si salva, il lungolinea di dritto uncinato con cui sale 5-3 è clamoroso. Una cosa è certa: per adesso, questo è il match del torneo, e non è ancora finito. Due vincenti netti, seguiti da due ace, permettono a delPo di andare 4-5, ora è tutto in mano a Nadal. E Rafa, al primo match point, chiude il serve&volley per prendersi la semifinale, andando a consolare con un bellissimo abbraccio Juan Martin, finito al tappeto per l’ennesima e ultima volta. Tutti in piedi ad applaudire, grandissima partita, ora per Nadal la sfida numero 52 con Djokovic, sono 26 a 25 per il serbo.
Raggiante nell’intervista Rafa: “Poteva succedere di tutto, mi dispiace per Juan Martin. Ci sono stati grandissimi punti, scambi, lui tirava fortissimo, io ho cercato di resistere. Ora è il momento di cerare di recuperare le forze, ho una partita dura tra due giorni, il risultato per me è importantissimo. Ah l’Inghilterra e la Croazia sono ai supplementari? Ok, vado in spogliatoio a guardare!“.