Dai nostri inviati ad Umago, Ilvio Vidovich e Michelangelo Sottili
SPAVENTO CECK – C’è mancato veramente poco che Marco Cecchinato non salutasse anzitempo Umago. E dopo il forfait di Edmund e Krajnovic (gli altri due top 30 alla vigilia del torneo, insieme a Dzumhur) sarebbe stato un ulteriore colpo per il torneo croato. Alla fine è riuscita a spuntarla per 7-5 al terzo, dopo che per più di due ore un encomiabile Jiri Vesely, che dall’inizio del secondo set aveva accusato un problema fisico, lo aveva messo in grandissima difficoltà. Bravo comunque il tennista azzurro a rimanere attaccato al match (“Qualche mese fa una partita così l’avrei persa” ha detto dopo il match) nonostante una giornata molto lontana come resa in campo da quelle parigine di un mese e mezzo fa (“Forse questa di oggi è stata la più brutta partita che ho giocato quest’anno“).
Era successo infatti che, ingiocabile al servizio e molto centrato alla risposta, il tennista ceco – sfruttando anche un inizio balbettante al servizio del suo avversario (38% di punti con la seconda nel primo parziale) – aveva brekkato due volte Cecchinato e si era aggiudicato il primo set per 6-2 in meno di mezz’ora. Tra l’incredulità generale, dato che dopo la faticosa vittoria di ieri contro Travaglia in molti pensavano che Vesely non sarebbe riuscito ad opporre una grossa resistenza. L’azzurro invece doveva salvare altre due palle break anche all’alba del secondo parziale e forse quelle avevano il merito di dargli la scossa. Da quel momento la partita cambiava, probabilmente anche per un problema fisico di Vesely che chiamava un medical time out e si faceva trattare la coscia destra. Ora entrambi tenevano agevolmente i propri servizi: Cecchinato portando quasi sempre a casa gli scambi prolungati (grazie anche alla palla corta che era tornata a funzionare), Vesely continuando a picchiare con ottime percentuali di successo, soprattutto con il servizio (“Non riesco a rispondere” urlava ad un certo punto rivolto al suo team Cecchinato a metà del secondo set).
Niente di particolare da segnalare fino al 4 pari, quando d’improvviso Ceck si ritrovava sotto 0-40 sul suo servizio. Si salvava e con un ace esterno (“Servi addosso” gli aveva appena urlato Giannessi, quando si dice ascoltare il coach) andava 5-4. Era la volta di Vesely di annullare una palla break (la prima del match) che era un set point e poi di nuovo a Cecchinato sul 5 pari (palla corta vincente). Ma era il dodicesimo game quello più teso e agonisticamente drammatico: era il tennista ceco a ritrovarsi 0-40 stavolta. Recuperava, ma non del tutto e alla sesto set point complessivo il n. 27 del mondo portava la sfida al set decisivo. A quel punto, con Vesely sempre più sofferente ad ogni cambio campo quando si toccava la coscia, il match pareva aver destinato ad una rapida conclusione a favore del tennista siciliano. Invece il 25enne di Pribram non si arrendeva (“È un giocatore che soffro, uno dei migliori battitori del circuito, mancino, e non mi dà ritmo”) e teneva botta fino al 5 pari. Nel decimo game addirittura annullando 6 match point (di cui tre consecutivi) al palermitano. Ma un game di sedici punti al servizio era troppo per la gamba destra del ceco che iniziava a zoppicare vistosamente. Buttava via il game successivo sperando nell’aiuto taumaturgico del massaggiatore. Che però non arrivava e servendo senza poter più caricare adeguatamente con le gambe, si consegnava al break decisivo che dava la vittoria a Cecchinato.
Al quale servirà un cambio di marcia nei prossimi match, a partire da quello nei quarti contro il serbo Laslo Djere (vittoria dell’azzurro nell’unico precedente, a livello Challenger, nel 2016), se vorrà prolungare ulteriormente il suo soggiorno nella località istriana. “Gioco venerdì e domani ho una giornata in più per allenarmi ed è importante, arrivando dall’erba” ha commentato con ottimismo al riguardo il tennista azzurro.
GLI ALTRI MATCH – Il ventitreenne serbo Laslo Djere (n. 100 ATP) raggiunge i quarti nel Tour per la seconda volta quest’anno (dopo Istanbul) superando 7-6 6-3 il coetaneo tedesco Maximilian Marterer (n. 49) con una prestazione assolutamente solida. L’unica macchia (tralasciando pietosamente i tentativi di drop shot da parte di entrambi) è il servizio perso sul 5-3, peraltro sulla sola palla break concessa, dopo non aver sfruttato tre set point. Guido Pella gira e vince un match quasi perso contro Aljaz Bedene che scatena la sua rabbia dopo l’ultimo errore scaraventando un paio di palline fuori dal complesso Stella Maris. Con lo sloveno avanti 7-5 3-1, il turno di servizio di Pella si allunga a dismisura come ogni buon game decisivo, finché Aljaz trasforma l’ottava palla break. Partita finita? Sì, ma per Bedene, che perde nove dei dieci giochi successivi ritrovandosi sotto 1-4 al terzo. È allora il suo turno per tentare il recupero che gli riesce (sul 4 pari) e il sorpasso che fallisce (con Pella che salva dallo 0-30) prima di cedere a zero la battuta. Ai quarti, Pella troverà Dusan Lajovic che ha sconfitto Albert Ramos-Viñolas, numero 5 del tabellone, in un crescendo di vincenti che culminano nel bagel al terzo set. Il serbo allenato da José Perlas sembra aver trovato il modo di unire l’eleganza dei colpi alla pesantezza di palla che ci si aspetta da chi ambisce alla top 50.
Risultati:
[3] M. Cecchinato b. J. Vesely 2-6 7-5 7-5
L. Djere b. [9] M. Marterer 7-6(4) 6-3
G. Pella b A. Bedene 5-7 6-4 6-4
D. Lajovic b. A. Ramos-Viñolas 6-3 1-6 6-0