LA SEDICESIMA DI FABIO – Per la prima semifinale dell’ATP 250 di Bastad si sfidano per la settima volta Fabio Fognini (15 ATP e nr. 3 del seeding) e Fernando Verdasco (33 ATP e testa di serie nr.5); i precedenti sono a favore del madrileno (4-2), che nell’ultimo incrocio si è imposto 6-1 7-5 nella semifinale di Rio dello scorso febbraio.
Il primo set è senza storia: Fognini è centratissimo, gioca sempre in anticipo e mette in estremo affanno Verdasco che è costretto a numerosi errori o ad accomodare dall’altra parte del campo palle comode da trasformare in vincenti non riuscendo mai ad incidere col suo celebre dritto mancino. Inoltre, Fabio è molto preciso al servizio (79% di prime in campo) e strepitoso in risposta, giocata spesso coi piedi sulla linea.
Come talvolta accade, però, all’inizio del secondo parziale il tennista di Arma di Taggia paga un calo di concentrazione con un break piuttosto ingenuo da 40-0 e rimette in partita un Verdasco finora opaco. Questo episodio accende il match, che nel secondo set assume tratti assolutamente non convenzionali arricchendosi di break e controbreak infarciti di doppi falli. Gli scambi si fanno tirati, ma spesso si concludono in errori assolutamente evitabili (emblematico uno schiaffo al volo da metà campo affossato in rete da Fernando che regala una palla break poi convertita nel quarto gioco) o imprecisioni nell’aprire gli angoli (frequentissimi i colpi in corridoio dal centro del campo). Probabilmente, è la diminuita intensità di Fabio da fondocampo che lascia più spazio a Verdasco per rimanere negli scambi e rendere il secondo parziale una lotta punto a punto decisa nel nono gioco, nel quale Fabio concede il break con un doppio fallo (e conseguente racchetta distrutta) e poi gioca malissimo da 0-30 il game successivo in cui lo spagnolo serve per il terzo. La precisione e l’efficacia del servizio di Fabio è notevolmente diminuita, che mette in campo il 56% di prime e ne guadagna solo il 60% dei punti mentre Verdasco spinge meno la prima per aumentare la percentuale ed evitare di essere attaccato sulla seconda, come spesso avvenuto nel primo parziale.
Il terzo set inizia seguendo il sentiero del secondo, con break e controbreak regalati nei primi 3 giochi tra un doppio fallo spagnolo sulla palla del 2-0 Fabio e delle seconde sempre più tenere dell’italiano, ma prosegue innalzando ancor più il pathos e gli episodi rimarchevoli di attenzione tra il quinto ed il settimo game: quinto gioco dove Verdasco si guadagna due palle break con un recupero spettacolare sull’ennesima ottima palla corta di Fabio prima di sprecarle con due gratuiti, regalare il game successivo con uno schiaffo mandato lungo da sopra la rete e poi riconquistare la parità nel computo dei servizi grazie a due doppi falli del ligure.
Dopo tutta questa confusione di testa e di gioco dei due, il match si stabilizza, assume un precario equilibrio e i servizi non sono più un dettaglio trascurabile. Tutto sembra suggerire che il match si concluda al tie break, ma proprio nel dodicesimo gioco Verdasco ci mette del suo regalando con tre dritti larghi di pochissimo, dei quali i primi due portano il primo match point a Fabio (poi annullato da un ace) mentre il terzo consegna la sedicesima finale del ligure in carriera nel circuito maggiore e la tredicesima su terra battuta. Questa vittoria porta Fabio alla quattordicesima posizione del ranking ATP a prescindere del risultato della finale e sottolinea come egli si trovi a suo agio nei tornei dello swing estivo europeo su terra rossa (nei quali ha giocato 6 finali vincendone 4).
LA TRENTUNESIMA DI RICHARD – Dopo la furibonda lotta, la seconda semifinale tra Richard Gasquet (29 ATP e testa di serie nr.4) e il lucky loser Henri Laaksonen (ieri carnefice di Bolelli) è una tranquilla merenda tra pochi intimi nella quale il francese dispone con agio del suo avversario sballottandolo qua e là a suon di rovesci. All’inizio del match, la maggior parte degli spettatori probabilmente è andata a farsi un tuffo (il mare è a soli 3 minuti dal Bastad Tennis Stadium) e sembra quasi sentire lo scrosciare delle onde mentre Gasquet incanta i pochi fortunati con le squisite variazioni del suo elegantissimo rovescio.
L’unico spettatore non pagante e non contento della piega che sta prendendo la situazione è proprio Laaksonen, che, dopo aver raccolto due soli giochi (nei quali ha comunque concesso palla break) nel primo parziale, sembra in balìa degli eventi prima di ritrovarsi senza accorgersene avanti di un break nel secondo grazie a 4 gratuiti del francese, che subisce un fisiologico calo di tensione. Poco cambia, poiché lo svizzero ricambia con altrettanti gratuiti, tutti di dritto, che affossano l’unico e ultimo barlume di speranza della sua prima semifinale ATP e riconsegnano il bandolo della matassa all’estroso francese che conclude concedendo nell’ultimo gioco uno spettacolare rovescio lungolinea ed un delizioso lob in controbalzo. È la trentunesima finale per il francese (15-15 il suo bilancio negli atti conclusivi), che conduce per 2-1 i precedenti con Fognini, dei quali l’ultimo è nei quarti di finale di Montecarlo 2013 con la vittoria di Fabio in due set che lo portò alla prima semifinale in un 1000.
Risultati:
[3] F. Fognini b. [5] F. Verdasco 6-1 4-6 7-5
[4] R. Gasquet b. [LL] H. Laaksonen 6-2 6-3
Niccolò Masiero