Dai nostri inviati ad Umago, Ilvio Vidovich e Michelangelo Sottili
FURIA CECK – Nei quarti di finale Laslo Djere lo aveva impegnato per i primi sei game, Trungelliti in semifinale esattamente la metà. Poi non c’è stata più partita: Marco Cecchinato ha infilato undici giochi consecutivi e poco dopo ha alzato le braccia per festeggiare la seconda finale ATP della sua carriera dopo quella (vittoriosa) di Budapest. Alla quale arriva in maniera molto diversa: in terra ungherese si era fatto clamorosamente spazio partendo da lucky loser, qui ci giunge da favorito del torneo. “Come hai detto tu, lì ero lucky loser, era tutto nuovo, iniziavano i primi risultati. Qui invece ero già testa di serie. Oggi ho gestito bene l’inizio, perché mi ricordo che in semifinale a Budapest ero molto emozionato, teso ed agitato. Qui nonostante partissi favorito sono partito subito bene. Domani una finale è sempre una finale, ci sarà comunque molta tensione. Lui è un buonissimo giocatore e dovrò alzare ancora di più il livello”, la sua risposta ad una nostra domanda al riguardo nel dopopartita.
Come detto, solo all’inizio il 28enne argentino aveva fatto passare un brutto quarto d’ora al tennista palermitano. Letteralmente: dopo aver brekkato l’azzurro nel primo game, Trungelliti si procurava un altro paio di palle break nel terzo game più o meno allo scoccare dei primi quindici minuti di gioco. Il n. 188 del mondo aveva iniziato tirando botte impressionanti da fondo, risposte comprese dato che sfruttava anche l’inizio un po’ contratto alla battuta dell’azzurro. Ma Cecchinato, come ha ripetuto più volte nei giorni scorsi nelle interviste, ha imparato a soffrire e a stare attaccato al match anche quando le cose non girano proprio nel verso giusto. Infatti rimaneva aggrappato a quel terzo game che durava una infinità e quando lo portava a casa ecco che la partita cambiava (“Lui oggi ha iniziato veramente bene, io sono stato bravo a rimanere attaccato. Non appena mi ha regalato un paio di punti sono andato sopra ed ho iniziato a giocare veramente bene“). Da quel momento Marco diventava padrone del campo, comandava gli scambi e faceva muovere Trungelliti (“A lui non piace muoversi e lo so bene“). Che è uno bravo a tirare comodini colpendo da fermo, ma in movimento i suoi gratuiti aumentano spaventosamente. Aggiungiamoci qualche smorzata qua e là e poco dopo era 6-2 Cecchinato.
Due smorzate al bacio nel primo gioco facevano capire subito che il tennista siciliano era “on fire”, mentre Trungelliti si spegneva sempre di più col passare dei minuti. L’unico momento emozionante del secondo parziale si verificava quando dopo undici giochi consecutivi vinti dall’italiano, il Marco argentino riusciva ad evitare il bagel ed esultava alzando le braccia al cielo e chiamando simpaticamente l’applauso del pubblico che, nonostante fosse anche oggi quasi tutto dalla parte dell’italiano, giustamente rispondeva subito all’invito. Anche perché tutti quanti, Trungelliti compreso, sapevano che il game dopo la faccenda si sarebbe chiusa. E così avveniva: Cecchinato chiudeva 6-1 ed in finale adesso affronterà un altro argentino, Guido Pella, con l’obiettivo di conquistare il suo secondo titolo ATP e avvicinarsi ancora di più alla top 20 (diventerebbe n. 22 del ranking). “Lo conosco bene, ci ho perso 6-2 6-2 lo scorso anno (al Challenger di Heilbronn, ndr). Gioca bene sulla terra, è mancino. Dovrò giocare meglio di oggi e di ieri per batterlo”.
PELLA VINCE LA BATTAGLIA – In questo mese di luglio, dopo la vittoria a Wimbledon su Cilic, Guido Pella si prende un’altra soddisfazione croata conquistando un posto in finale a Umago con la vittoria in tre set su Robin Haase, n. 38 ATP e sesta testa di serie. Una partita non entusiasmante, ma senz’altro piacevole per la la presenza di diversi buoni spunti e variazioni che vanno oltre il dilagante bisogno compulsivo di spaccare ogni palla. Con all’attivo solo una semifinale ATP 250 in gennaio e autori di una prima metà di stagione decisamente anonima che li vede ben lontani dai primi 50 della Race, a Umago i due sembrano ritrovare la forma migliore, senza rinunciare ai soliti vizi: il “braccino” di Guido al momento di chiudere (con Lajovic) e il nervosismo di Robin (contro lo smaliziato Klizan).
L’incontro inizia con Haase che sale subito 2-0 tra accelerazioni, discese a rete e drop shot, ma soprattutto grazie al dritto di Pella ancora da registrare. Robin, però, si fossilizza in fretta sul palleggio, forse convinto che l’altro gliela regali (“Sono stato troppo passivo, questo è il mio rammarico” dirà l’olandese in conferenza stampa dopo aver vinto la finale del doppio insieme al connazionale Middelkoop), ma il numero 72 ATP inizia fare gioco, mette a segno qualche bel vincente e si riprende il break in un game in cui Haase si innervosisce con uno spettatore un po’ rumoroso verso il quale si rivolge sarcastico più di una volta per terminare con un “Thanks man, great job!”. Sì, la testa di Robin non riesce a lasciarsi alle spalle quell’episodio e lui lo rimarca voltandosi verso la tribuna e borbottando a ogni punto perso del game in cui Pella serve per chiudere. Come se non bastasse, l’argentino trasforma il set point con la palla timorosa colpita al volo che il nastro fa morire nella metà campo olandese: praticamente, il macigno che piove sulla testa di Wile E. Coyote dopo che è precipitato nel canyon. Nel secondo parziale, il “come on” urlato dal trentunenne di The Hague al terzo gioco è il preludio del suo pieno rientro in partita e, sbaragliata la resistenza avversaria, del 6-1 conseguente.
Si va al set decisivo e Guido riserva uno sguardo assassino al giudice di linea che gli ha chiamato lunga una palla (errore peraltro meno grave dello smash appena affossato), poi comincia a farsi più aggressivo in risposta e ne raccoglie i frutti al sesto game per poi salire 5-2. Due doppi falli di un Haase palesemente rassegnato evitano a Pella la briga di dover servire per un posto nella terza finale in carriera dopo quelle perse a Monaco di Baviera nel 2017 e a Rio nel 2016.
Risultati:
[3] M. Cecchinato b. [Q] M. Trungelliti 6-2 6-1
G. Pella b. [6] R. Haase 6-3 1-6 6-2
Il programma di domenica 22 luglio:
Goran Ivanisevic Stadium – ore 20
[3] M. Cecchinato vs G. Pella