Dal nostro inviato ad Umago
Eliminato all’esordio in singolare, Paolo Lorenzi ad Umago ha fatto un po’ più di strada in doppio, dove insieme all’argentino Guido Pella sono arrivati ad un soffio dalla semifinale, sconfitti solo al tie-break decisivo dalla coppia messicano-portoghese Gonzalez/Souza. Dopo il match siamo riusciti ad incontrarlo nella mixed zone e a fare il punto della situazione a metà di una stagione molto complicata per il tennista italiano, condizionata pesantemente dall’infortunio al piede. “Mi sono trovato bene in campo, miglioro giorno dopo giorno spero che la condizione arrivi presto. Il piede sta migliorando, ci abbiamo lavorato e ci stiamo lavorando con Stefano, il mio preparatore. Ora ho ripreso a fare anche un po’ di sprint. Anche oggi in campo mi sono mosso piuttosto bene. Sto migliorando, sono contento”.
Si torna poi all’argomento del cambio di allenatore, di cui Paolo Lorenzi ha parlato nei giorni scorsi, essendosi sciolto il lungo sodalizio con Claudio Galoppini. La domanda è ovviamente se l’ex n. 33 del mondo ha già individuato il sostituto del coach toscano. “Ho qualche idea però non abbiamo ancora concluso niente. Siamo ancora all’inizio, aspettiamo. Dovrebbe essere questione di giorni. Posso solo dire che difficilmente sarà italiano“. Il motivo di questa probabile scelta “esterofila” è legato anche il fatto che il tennista azzurro sta pensando di aprire un nuovo capitolo della sua vita trasferendosi negli USA. Per la precisione a Sarasota, in Florida. “Spesso vado e mi alleno lì, ho già la carta verde e sono già residente lì. Quindi per me sarebbe più comodo avere un coach da quelle parti. E anche perché non mi dispiacerebbe provare per il futuro qualcosa di diverso. Non ho mai avuto un coach straniero e vorrei sfruttare l’occasione per provare”.
La sconfitta al primo turno ad Umago, dove lo scorso anno era arrivato in finale, gli è costata la top 100. Da lunedì Paolo sarà infatti fuori dai primi cento, cosa che non accadeva da più di quattro anni (aprile 2014). Questo evento non cambia però i suoi programmi fino a fine anno. “Sinceramente mi cambia poco. Farò Gstaad e tre Challenger e poi New York. Mi cambiava se non fossi entrato a New York, ma lì è già chiuso, con il secondo turno a Wimbledon sono riuscito a starci dentro ed era uno dei miei obiettivi. Senza uno Slam di mezzo, essere n. 90 o n. 110 cambia poco. L’obiettivo ora è giocare bene, ritrovare la condizione. E di ritrovare l’allenatore”.
La battuta finale della risposta precedente fornisce l’appiglio per tornare sull’argomento della separazione improvvisa da Galoppini. “Sinceramente, quando è successo, io so che Volandri che probabilmente rappresentava la Federazione ha parlato con il mio allenatore e hanno trovato un accordo. E io l’ho saputo dopo. I rapporti sono rimasti ottimi, però io sono rimasto un po’ fuori da quello che è successo. Quindi sinceramente non me l’aspettavo e per questo non sono pronto. Se l’avessi saputo prima avrei avuto qualche nome in mente, ma essendo una cosa nuova per me ancora ci sto lavorando”. Lorenzi ha poi tenuto a precisare che quanto accaduto non è assolutamente imputabile ai vertici della Federtennis. “Con i vertici della Federazione io ci ho parlato e ci siamo chiariti. Anche perché anche loro quando ci ho parlato non sapevano. Quindi è stata una cosa che è arrivata diciamo ‘dal basso’, anche perché normalmente è difficile che una Federazione prenda l’allenatore di un giocatore senza dirgli niente“.