Dal nostro inviato ad Umago, Michelangelo Sottili
2 x 3 – Non poteva terminare in modo migliore questa domenica per il tennis azzurro: per la terza volta nell’Era Open, l’Italia festeggia due vittorie a livello ATP in tornei disputati nella stessa settimana. La nuova doppietta vede protagonisti Fabio Fognini – che a Bastad ha alzato il settimo trofeo in carriera e il secondo dell’anno – e Marco Cecchinato con il suo trionfo a Umago. I primi a riuscirci erano stati Paolo Bertolucci a Firenze e Corrado Barazzutti a Charlotte nel 1977, poi è stata la volta di Paolo Lorenzi e ancora Fognini, rispettivamente a Kitzbühel e Umago, nel 2016.
CECK SECONDO TOP 20? – Per quanto riguarda il siciliano, dopo il successo a Budapest da lucky loser e la semifinale al Roland Garros, si tratta di una vittoria importante sia perché è la sua prima da favorito sia per la pressione del risultato sulla superficie preferita dopo la stagione sull’erba; soprattutto, però, il conseguente best ranking (n. 22) non può non far sperare nell’ingresso in top 20 già la prossima settimana ad Amburgo. Per farcela, Marco dovrebbe raggiungere i quarti superando Monfils e uno tra Leo Mayer e Ramos-Viñolas. Senza correre troppo, l’obiettivo è tutt’altro che utopico nel medio periodo, considerando che nella seconda metà dell’anno Ceck ha solo un centinaio di punti in scadenza. Se ottenesse il prestigioso risultato, avremmo nuovamente due giocatori tra i primi venti del mondo dopo il 1977 (Panatta e Barazzutti). L’impresa è stata solo sfiorata a metà degli anni ’90 da Gaudenzi e Furlan, con quest’ultimo che ha raggiunto la top 20 pochi mesi dopo l’uscita di Andrea; nel 2013, invece, Fognini trovò quel formidabile luglio mentre Andreas aveva fatto parte dell’élite del tennis tra gennaio e aprile.
FOGNA SOGNA – Per Fabio, invece, il traguardo della top ten appare ben più lontano (2.190 punti contro i 3.355 del numero 10 Djokovic); tuttavia, a parte la cambiale della vittoria dello scorso anno all’ATP 250 di Gstaad che scadrà tra una settimana e i successivi 90 punti di Kitzbühel, l’estate americana verrà a reclamare solo 55 punti: un’occasione davvero ghiotta. E le vittorie di questi giorni contro due ex top ten tuttora pericolosi come Verdasco e Gasquet non possono non infondere ulteriore fiducia all’azzurro, per non parlare del momento di transizione dell’assetto del tennis in cui nessuna opportunità sembra essere preclusa.
I NOSTRI TOP PLAYER – Nell’Era Open, l’Italia vanta finora solo due rappresentanti in top ten, Adriano Panatta (n. 4 nel 1976) e Corrado Barazzutti (n. 7 nel ’78); fra i primi venti, oltre all’altro campione Davis Paolo Bertolucci (n. 12 nel ’73), a far compagnia a Seppi e Fognini troviamo – in ordine di apparizione – Omar Camporese (n. 18 nel 1992), Andrea Gaudenzi (n. 18 nel ’95) e Renzo Furlan (n. 19 nel ’96).
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA – Innanzitutto, l’attuale situazione, con il Fogna nazionale trentunenne e Cecchinato nell’anno dei ventisei, ripropone con una certa somiglianza quella di cinque anni fa quando Fabio era in compagnia di Andreas allora ventinovenne: a quell’ottimo risultato non seguirono gli ulteriori progressi di cui sembrava foriero. In secondo luogo, la doppia vittoria, in sé esaltante anche per la rarità dell’evento, avviene in due tornei ATP 250; per quanto, necessariamente, non è possibile che accada con un Masters 1000 (e tanto meno uno Slam), la mancanza di titoli “pesanti”… pesa ogni anno di più e non è difficile credere che sia i protagonisti che gli appassionati rinuncerebbero, per dire, a tre titoli a Gstaad per averne uno a Roma. Nello specifico, infine, com’era accaduto per la doppietta di due anni fa (allora il calendario di luglio era anche stato concentrato per far posto alle olimpiadi), si tratta di un periodo della stagione in cui, tra quasi tutti i top player che riposano e l’incombente passaggio al cemento, c’è molto più spazio per gli amanti della terra battuta per ottenere punti e dispensare entusiasmi che verranno traditi nel prosieguo della stagione.
Hanno collaborato Luca De Gaspari e Ilvio Vidovich