ATP Ranking: Cecchinato a caccia della top 20, Fognini sogna i primi 10
La settimana di tennis appena trascorsa si è conclusa con una storica doppietta italiana. A Bastad, Fabio Fognini si è preso il settimo titolo della sua carriera (il quinto vinto durante lo swing su terra di luglio), mentre Marco Cecchinato ha trionfato in quel di Umago e si è portato a casa il secondo titolo dell’anno (e della carriera), dopo quello di Budapest. È la terza volta nell’Era Open che due tennisti italiani riescono a vincere due tornei giocati in contemporanea. Era capitato nel 1977 a Corrado Barazzutti (Charlotte) e Paolo Bertolucci (Firenze) e, più recentemente, nel 2016 con Paolo Lorenzi (Kitzbuhel) e lo stesso Fognini (Umago).
In seguito a questo risultato, Fabio si attesta alla posizione numero 14 del ranking mondiale, ad un passo dal suo best ranking (13, 31 marzo 2014), mentre Marco fa registrare il suo miglior piazzamento al numero 22. L’ultima volta che avevamo avuto due tennisti azzurri più o meno su questi livelli è stato il 14 ottobre 2013 quando Fognini era numero 17 e Andreas Seppi numero 22. Sono invece passati quasi quarant’anni (28 maggio 1979) dall’ultima volta che l’Italia ha potuto vantare due giocatori in top 20: Barazzutti (n.16) e Panatta (n. 19). L’attesa però potrebbe finire già questa settimana, se Cecchinato dovesse raggiungere i quarti di finale ad Amburgo.
La doppietta della scorsa settimana inoltre apre altri scenari in parte inediti e lascia agli appassionati italiani la possibilità di accarezzare un sogno proibito: le ATP Finals. Attualmente infatti la Race to London vede i nomi di Cecchinato e Fognini rispettivamente al decimo e dodicesimo posto, separati tra di loro da soli 31 punti. Fra Marco e Kevin Anderson, che occupa attualmente l’ottavo e ultimo posto valido per la qualificazione, ci sono 1189 punti di differenza. Non sono pochi, ma neanche un abisso incolmabile. Mai nessun italiano era stato così avanti a questo punto della stagione. Più in generale nessun tennista azzurro ha più preso parte al Masters di fine anno dal 1978, quando a parteciparvi fu Barazzutti (eliminato nel round robin). Prima di allora l’unica altra presenza nel torneo dei maestri l’aveva fatta registrare Adriano Panatta nel 1975 (eliminato nel round robin).
L’impresa è difficile, difficilissima, considerando che siamo a poco più di metà stagione e che il cemento, sia outdoor che indoor, recentemente non ha regalato particolari soddisfazioni al tennis nostrano. Se negli ultimi due anni Fognini ha dato prova di maggior continuità di risultati anche su questo tipo di superficie, il rendimento fuori dalla terra di Cecchinato è ancora tutto da testare (0-5 il bilancio vittorie/sconfitte sul duro) anche se l’ottimismo non può e non deve mancare, visti i suoi evidenti miglioramenti tout court.
Entrambi difendono pochi punti da qui alla fine dell’anno: Marco ha come uniche cambiali “pesanti” la finale al Challenger di Como e le semifinali a Lima, mentre Fabio difende poco più di 500 punti (escludendo i 250 di Gstaad, torneo in corso di svolgimento). Questa ovviamente è una buona notizia sia nell’ottica di una storica qualificazione alle Finals di fine anno che di un ulteriore balzo in classifica (top ten?). Mancano ancora 13 settimane di tornei prima dell’appuntamento alla O2 Arena di Londra, per un totale di 7000 punti ATP in palio. Senza farsi troppe illusioni, vale comunque la pena di godersi il momento e (perché no?) pensare in grande. Perché questo sogno di mezza estate non finisca qui, perché non finisca ora…