MOSCA
La Moscow River Cup, in quanto evento appena germogliato, sapeva già che avrebbe avuto una campionessa inedita; non sapeva però che lo sarebbe stata anche al di fuori dei confini della rassegna russa. Chi tra Sasnovich, Danilovic, Potapova e Zidansek – le quattro semifinaliste – solleverà domenica il trofeo lo farà per la prima volta in carriera nel circuito maggiore. Un parterre clamorosamente inedito e giovane, nel quale ad esclusione della 24enne Sasnovich – che vi rimedia una figura da nonnetta – si riuscivano a contare appena tre incontri vinti a livello WTA prima di questa settimana: due ad opera di Tamara Zidansek (una delle quali fresca di pochi giorni a Bucarest), uno per la 17enna Anastasija Potapova, nessuna per la coetanea Olga Danilovic, oggi capace di prendersi quel po’ di riflettori che un International di luglio può garantire.
La mancinissima Olga, che condivide con Djokovic paese e città di nascita, ci ha messo 78 minuti per estromettere dal torneo la prima testa di serie Julia Goerges, una che giusto un paio di settimane fa era lì che divideva il campo con Serena Williams sul centrale di Wimbledon per una semifinale. Di Olga – 183 centimetri, mica una nanerottola – avevamo visto qualcosa a febbraio, quando era stata capace di sconfiggere Sevastova in Fed Cup senza sembrare affatto una sparacchiona come con ineducato pregiudizio viene etichettata ogni nuova tennista che si affaccia al circuito, prima ancora che abbia tempo per emettere validi vaggiti. Abbiamo visto questa settimana qualità che andranno testate e ritestate ma già sembrano interessanti, soprattutto l’inusuale proiezione verticale del suo gioco. Forse più delle lunghe leve, molto utili nell’esecuzione delle curve esterne al servizio, viene da porre l’accento su un’altra qualità apparentemente rubata a papà Predrag, ex cestista che in Europa ha fatto incetta di trofei: la tempra, che se stupisce negli sportivi navigati figurarsi in una ragazzina nata nel 2001. Il suo cammino proseguirà contro Sasnovich, che ha potuto beneficiare di una giornata di riposo in virtù del ritiro pre-partita di Sevastova (problema alla coscia sinistra).
A completare la giornata di gloria della classe 2001 ci ha poi pensato Anastasija Potapova, russa di Saratov, che ha rimontato la qualificata Ivakhnenko. Una stagione sinora dedicata all’attività ITF – l’ultima apparizione nella finale di un 60K a Roma, contro la stessa Yastremska battuta nella finale di Wimbledon Junior 2016 – che in virtù del balzo in classifica (sarà almeno n.156 lunedì) potrebbe subire qualche modifica all’insegna dell’ambizione. Una semifinale nel circuito maggiore, specie in un International di luglio, non è garanzia di successo ma a 17 anni non è mai del tutto una casualità. Così come non è casuale la crescita di Tamara Zidansek, ventenne slovena che dopo aver resistito con sorpresa dei molti alla tela di Kasatkina non ha lasciato neanche un set a Laura Siegemund, della cui ripresa forse ci eravamo illusi troppo presto. Solo qualche tentennamento e un paio di match point sciupati al momento di chiudere, ma la tedesca non ha avuto né tennis né lucidità a sufficienza per mettere in discussione la supremazia di Zidansek. Lo slovena ha tirato solo 16 vincenti (Siegemund 23) ma ha tenuto spesso le redini dello scambio, affondando più con il dritto – che pesa di più – e giocando brillantemente a evitare le insidie per crearne alla sua avversaria. Neanche lei dà l’idea di voler rimanere una meteora.
Risultati:
[5] A. Sasnovich b. [3] A. Sevastova W/O
[LL] O. Danilovic b. [1] J. Goerges 6-3 6-3
[WC] A. Potapova b. [Q] V. Ivakhnenko 1-3 6-3 6-2
T. Zidansek b. L. Siegemund 6-3 6-4
NANCHANG
Un po’ in disparte a interpretare la parte del gemello timido, il Jiangxi International Women’s Tennis Open di Nanchang continua ad andare in onda secondo il rispettabile copione imposto dalle padrone di casa, il cui contingente di estrema maggioranza ha oggi perso la stella più luminosa: Shuai Zhang, wild card e prima testa di serie, è stata schienata dalla connazionale Lin Zhu, 137esima tennista del mondo, nonostante la rimonta approntata nel secondo parziale sembrasse ormai solo da completare. Invece il terzo parziale è finito in un netto 6-1 in favore della meno quotata. Passata senza intoppi Qian Wang, seconda attrice protagonista, la sua avventura continuerà contro l’unica intrusa europea in terra asiatica: la sempre più eroica Magda Linette, bandierina polacca al seguito, che ha sconfitto la taiwanese Liang in tre set. L’ultimo dei tre derby cinesi di giornata promuoverà una tra Saisai Zheng e Fang Ying Xun, nella zona alta di tabellone già sicura di portare un’autoctona in finale.
Risultati:
[3] M. Linette b. [Q] E.S. Liang 6-3 4-6 6-2
[2] Q. Wang b. F. Liu 6-3 6-0
L. Zhu b. [1/WC] S. Zhang 7-6(3) 4-6 6-1
[6] S. Zheng b. [Q] F.Y. Xun 6-3 6-4