Un paio d’anni fa su Ubitennis avevamo scritto un articolo sulla curiosa coincidenza di quanto promettessero bene in campo tennistico tre giovani croati, tutti di nome Borna. Di Borna Coric, il più famoso dei tre, sappiamo ormai tutto e di più. E allora, proprio nella settimana successiva a quella che è finora la sua più grande affermazione in carriera – la vittoria al torneo di Halle battendo in finale Roger Federer – siamo andati a vedere come se la stanno cavando i due connazionali con i quali il n. 21 del mondo condivide il nome di battesimo.
Il più piccolo dei tre, Borna Devald, non sta confermando le aspettative che la vittoria nel 2014 nello Junior Orange Bowl in Florida nella categoria under 12 e la finale nel 2015 al Petit As di Tarbes, il torneo francese da molti considerato il campionato del mondo under 14, avevano a suo tempo alimentato in patria. Soprattutto quest’anno, passato ai tornei ITF Junior grade 2, il sedicenne zagabrese sta incontrando delle difficoltà, dopo che nella seconda metà dello scorso anno si era invece abbastanza ben disimpegnato in quelli grade 4 (una finale, una semi ed un quarto).
Per quanto riguarda Borna Gojo, abbiamo scoperto che anche lui come Coric è stato di recente grande protagonista sul campo da tennis. Il 20enne spalatino un paio d’anni fa ha deciso di intraprendere la strada del tennis universitario statunitense. Strada che, in molti casi, ha visto come passo successivo il passaggio al professionismo. Con il vantaggio di aver nel frattempo messo nel cassetto il famoso “pezzo di carta” ed essersi attrezzati comunque per un eventuale “piano B”. Uno dei nomi più famosi ad aver intrapreso questo percorso è stato l’attuale top ten John Isner, che completò il suo percorso universitario una decina di anni fa all’Università della Georgia, ad Athens, prima di affermarsi a suon di ace a livello ATP. Gojo invece ha deciso di andare un paio di centinaio di miglia più a nord-est, alle Wake Forest University di Winston-Salem, nella Carolina del Nord.
Ebbene Gojo se l’è cavata alla grande, tanto da essere stato quest’anno il principale protagonista della conquista del titolo NCAA a squadre della sua università. Il tennista croato, singolarista n. 1 della squadra, è stato infatti proclamato miglior giocatore della manifestazione. Una vittoria storica quella della Wake Forest University, perché mai in precedenza i Wake Forest Demon Deacons (il nome con cui vengono chiamati i team delle varie discipline sportive dell’Università di Winston-Salem) erano riusciti a conquistare il titolo nel tennis a squadre. Titolo che ha consentito alla squadra di volare a Washington, dove è stata ricevuta dal Presidente USA Donald Trump. “Quando una squadra vince il titolo universitario, in qualsiasi sport, viene invitata alla Casa Bianca” ha raccontato in un’intervista ad un giornale spalatino Gojo, che ha sfiorato addirittura la doppietta, dato che è arrivato in finale anche nel torneo di singolare dove è stato sconfitto dal compagno di università, il cipriota Petros Chrysochos (“Mi sono infortunato all’inguine già al primo turno. Ma ho stretto i denti e sono arrivato in finale, dove non era così importante vincere contro un compagno di squadra”).
Ed ora? Vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere in ambito universitario (“Abbiamo vinto tutto quest’anno: Campionato indoor, Regular Season, Conference ed infine il campionato nazionale”) cosa vuole fare “da grande” Borna Gojo? “Ho completato un anno e mezzo del programma accademico e ho giocato due intere stagioni tennistiche universitarie. Ora vorrei iniziare col professionismo. Ho tempo fino a gennaio per decidere. Se torno entro quel termine posso continuare a giocare a tennis a livello universitario, sennò perdo il diritto ma ho ancora la borsa di studio per finire l’università. Il mio obiettivo è comunque quello di diventare un professionista” ha dichiarato il giovane gigante croato (2,01 di altezza per 90 kg), che in queste settimane di luglio sta effettivamente provando ad assaggiare il circuito Challenger. Per lui, attuale n. 625 del ranking, ancora un pochino indigesto, a giudicare dalle due eliminazioni al secondo turno delle qualificazioni nei due tornei canadesi di Winnipeg e Granby.
Da questo punto di vista, l’ultimo in ordine di tempo a fare il “grande salto” è stato il britannico Cameron Norrie, che lo scorso anno ha salutato la Texas Christian University per affrontare il circuito ATP. Dimostrando anche lui quanto sia valido il percorso universitario statunitense come preparazione al mondo professionistico, dato che da maggio è entrato stabilmente tra i primi cento giocatori del mondo.
Ma tornando all’ultimo grande exploit di Gojo, c’è un simpatico retroscena relativo alla vittoria della Wake Forest University e soprattutto al fondamentale contributo del tennista spalatino, che lui stesso ha raccontato nell’intervista. E che testimonia una volta di più quanto sia importante e sentito lo sport universitario negli Stati Uniti. “Dopo la conquista del titolo una coppia mi ha avvicinato, lei era incinta, e mi hanno detto che voglio dare il mio nome al bambino”. Una bellissima soddisfazione, dato che in genere sono i grandi dello sport a venir omaggiati in questo modo dai loro fan. E in cui crediamo abbia anticipato anche il Borna più famoso, a meno che alle Baleari a fine giugno qualcuno non abbia pensato di ringraziare allo stesso modo Coric per aver permesso a Rafa Nadal di scavalcare Federer in classifica e conquistare per l’ennesima volta nel 2018 la vetta della classifica ATP…