Scene che non vorremmo mai vedere, in generale, ma che si ammantano di ulteriore tristezza quando viene coinvolto un atleta che ha dovuto superare tante disavventure prima di coronare il sogno di diventare una delle migliori tenniste del mondo. Mihaela Buzarnescu si stava giocando la possibilità di chiudere un notevole tris di vittorie contro Elina Svitolina su tre superfici diverse, dopo le affermazioni di Parigi e Birmingham, ma nell’ottavo game del terzo set è incappata in un brutto infortunio alla caviglia destra nel tentativo di recuperare una volée molto angolata della sua avversaria.
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Dalla dinamica dell’incidente non appare chiaro cosa abbia provocato il trauma che ha costretto la giocatrice a uscire dal campo su una sedia a rotelle e con la caviglia fasciata. Forse si è colpita con la racchetta, ma difficilmente questo avrebbe potuto provocare una tale conseguenza; più probabilmente il piede si è ‘puntato’ sul cemento, nel più classico – purtroppo – dei preludi a una distorsione. Val la pena sottolineare il bel gesto di sportività di Elina Svitolina, la prima ad accorrere nei pressi di Mihaela che è subito scoppiata in lacrime dopo la caduta. La giocatrice ucraina ha portato del ghiaccio alla sua avversaria, poi una bottiglia d’acqua e quindi si è fermata lì tenendole la mano mentre gli addetti le stavano prestando le prime cure. Il momento è stato ritratto in una splendida foto.
Witnessing injuries is always terrible and I never feel like taking photos because that’s the last thing the player needs…
This is one I took though as Elina held Mihaela’s hand during her treatment. pic.twitter.com/x6BjZOjFtp
— Jimmie48 Photography (@JJlovesTennis) August 8, 2018
La conferenza stampa di Elina Svitolina si è – prevedibilmente – incentrata sull’incidente della sua avversaria. “È il peggior infortunio che abbia visto in campo. La caviglia ha iniziato a gonfiarsi in pochissimi secondi, c’era del sangue – forse si è graffiata cadendo sul cemento – e il colore era semplicemente… Mi sono accorta che era un infortunio molto serio ed ero completamente sotto shock. Ho provato ad aiutarla, a calmarla un po’, ma non c’era molto che potessimo fare io o il giudice di sedia“. Sulla possibilità che il fondo scivoloso (c’era già stata qualche goccia di pioggia) possa aver provocato la caduta di Mihaela, Elina è abbastanza sicura del contrario: “Aveva piovuto un po’ ma in quel game era tutto sotto controllo. Inoltre le si è girata la caviglia, non è scivolata, quindi non credo l’infortunio sia collegato al campo scivoloso“.
C’è però un aspetto che andrebbe decisamente migliorato secondo la giocatrice ucraina ed è la tempestività dei soccorsi. “Per il fisioterapista è difficile arrivare velocemente, in generale penso che dovrebbe esserci del personale qualificato sempre sul campo, perché io o il giudice di sedia non sapevamo cosa fare di fronte a un infortunio così serio. Forse dovremmo seguire dei corsi per sapere cosa fare in queste situazioni. Per esempio, cosa succederebbe se a qualcuno venisse un infarto? Lì devi agire immediatamente e non puoi permetterti di tardare cinque o sei minuti“. Onestamente non sembra una rimostranza troppo campata in aria.
IL PADRE DI MIHAELA – In un’intervista al giornale rumeno Gazeta Sporturilor, il papà di Mihaela Buzarnescu ha parlato dell’infortunio di sua figlia e delle immediate prospettive. “Dobbiamo aspettare la risonanza magnetica per determinare la gravità della distorsione, io credo che sia di terzo grado (la più grave, ndr). Onestamente non so perché non siano stati fatti subito gli esami. Stamattina ho parlato con lei e mi ha detto che non è molto gonfia ma il dolore c’è”. Nonostante l’infortunio appaia molto serio, al momento Mihaela non ha in programma di tornare in Romania. “Speriamo sia meno grave del previsto. Nel tempo ha avuto problemi al polso, al gomito, alla spalla e al ginocchio, mai però alla caviglia. Magari salterà Cincinnati e New Haven ma rimane l’US Open, lei ha combattuto tanto per arrivarci”.
Sembra onestamente difficile, dovesse trattarsi di distorsione, che Mihaela possa scendere in campo a Flushing Meadows o in generale di qui a fine stagione. Un rammarico però c’è secondo suo padre, ed è legato all’alto numero di partite – sessanta – giocato quest’anno da sua figlia e che forse avrebbe dovuto suggerire il riposo per questa settimana. “Le avevo detto che mi sembrava stanca e che aveva giocato troppe partite, mi ha risposto che ormai era iscritta al torneo“. La speranza è che la natura dell’infortunio possa smentire le attuali premesse.