1 – le strisce di quattro vittorie consecutive per Goffin nel 2018
Il belga classe 90, partito quest’anno dal settimo posto del ranking, nei primi otto mesi della stagione aveva raggiunto appena tre semifinali (Metz, Rotterdam e Barcellona) e non aveva mai vinto contro top 10 (se non a Roma contro Del Potro, per ritiro). Ma a Cincinnati il belga si è preso un paio di rivincite su Tsitsipas, contro il quale aveva perso due dei tre precedenti, e Paire, avanti 3-1 nei confronti diretti, prima di sconfiggere due tra i primi dieci della classifica (nello stesso torneo gli era successo soltanto due volte in carriera, entrambe nel 2017, a Monte-Carlo e alle Finals)
2 – le partite vinte da tennisti italiani nelle ultime due settimane
Dopo mesi di ottimi risultati nel settore maschile, una brusca pausa sul cemento nordamericano. Fabio Fognini, vincitore a Los Cabos, ha ceduto al secondo turno a Toronto per poi ritirarsi da Cincinnati, preferendo prepararsi per gli US Open con un richiamo di preparazione a Miami. Il numero due italiano, Marco Cecchinato, non è riuscito invece a trovare la prima vittoria a livello ATP sul cemento. Con Seppi ai box, Berrettini a riposo dopo i successi di luglio e Lorenzi che, uscito dalla top 100, si è impegnato a racimolare punti nei Challenger italiani, l’unico italiano a provare la via delle qualificazioni è stato Stefano Travaglia (a Toronto, dove si è però fermato al secondo turno). Tra le donne, dopo aver saltato in blocco la trasferta a Montreal (qualificazioni incluse), a Cincinnati ha cercato fortuna la nostra numero 1 Camila Giorgi. Da lucky loser ha raggiunto il secondo turno
3 – le top 20 del ranking WTA sconfitte a Cincinnati da Sabalenka
Giusto un anno fa la ventenne bielorussa perdeva al primo turno delle qualificazioni degli US Open dalla nostra Camilla Rosatello. Ingresso tra le prime 100 a ottobre 2017, dopo un buono swing asiatico con finale sul cemento di Tianjin contro Sharapova, e stagione chiusa al numero 73 con una finale in Fed Cup. Nel 2018 ha raggiunto anche la prima finale su terra (Lugano, contro Mertens) e su erba (Eastbourne, contro Wozniacki), con la prima vittoria in carriera su una top 10 (Pliskova).Premier di Eastbourne, sconfiggendo per la prima volta una top ten (Pliskova). A Montreal è arrivata agli ottavi dopo essersi presa la rivincita contro la numero 2 del mondo, e a Cincinnati ha mostrato definitivamente di essere una realtà del circuito: sconfitta Konta al primo turno, ha salvato match point per eliminare Pliskova e Garcia, battendo più agevolmente Keys nei quarti e guadagnandosi la testa di serie a New York
4 – le vittorie totali a Cincinnati di Wozniacki, Stephens, Kerber, Garcia, Pliskova, Goerges, Ostapenko e Kastakina
Delle prime dodici giocatrici del ranking WTA, tutte presenti in Connecticut, oltre a Halep, solo Svitolina, arrivata ai quarti, e Kvitova, giunta in semifinale, hanno onorato la loro testa di serie. L’ultimo grande torneo prima degli US Open conferma l’inerzia degli ultimi mesi, nei quali sempre tenniste diverse hanno vinto gli ultimi sette Slam giocati, senza dimenticare che sei giocatrici nell’ultimo anno e mezzo sono state al numero 1. Un grande equilibrio (secondo molti al ribasso) che potrebbe regalare altre sorprese e nuovi personaggi anche agli US Open, lasciando spazio anche ai ritorni di Azarenka e Serena Williams
8 – le partite vinte da Kiki Bertens nel periodo di crisi attraversato sino alla prima parte del 2018
Tra il quarto titolo della carriera a Gstaad nel luglio 2017 sino al quinto a Charleston nell’aprile di quest’anno, questo è l’esiguo numero di partite vinte dalla tennista olandese. Un periodo buio di ben quindici tornei, tutti lontani dalla terra battuta, che sembravano limitarla al ruolo di brava specialista del rosso. Dopo l’ultimo Roland Garros invece Bertens invece non ha abbassato il suo rendimento, migliorando anzi i suoi score su erba e cemento nordamericano: a Wimbledon, dove in cinque partecipazioni una sola volta era arrivata al terzo turno, ha eliminato Venus Williams e Pliskova, arrendendosi solo ai quarti; a Montreal ha sconfitto due top ten come Pliskova (di nuovo) e Kvitova; a Cincinnati ha vinto il suo primo titolo sul duro outdoor (non aveva mai ottenuto neppure una semifinale), nonostante un tabellone che le ha messo di fronte altre 4 top 10 (Wozniacki, Svitolina, Kvitova e la numero 1 al mondo Halep)
9 – le partite consecutive vinte da Halep per tornare a fare due finali nello stesso anno
Accadde nel 2015, quando le perse entrambe proprio al Canadian Open, dove invece la settimana scorsa si è imposta, e a Cincinnati. Una striscia di risultati positivi estremamente positiva, estendibile a 22 degli ultimi 25 incontri, considerando anche la seconda parte di stagione sul rosso. Alla romena era sinora accaduta in carriera una sola volta di centrare un numero di vittorie consecutive maggiore: nel 2013, l’anno della sua esplosione nel circuito maggiore, a giugno vinse undici partite di fila, conquistando i titoli di Norimberga e S’Hertogenbosch. Tuttavia in quel caso Halep dovette superare solo due top 20, a differenza di questi nove successi, ottenuti su due top 10 e altri tre top 20. Non resta che vedere cosa farà agli US Open, dove il suo miglior risultato è la semifinale raggiunta nel 2015 (proprio l’anno delle due finali migliorate stavolta)
14 – i maggiori eventi del calendario tennistico maschile, ora tutti di Djokovic
Sconfiggendo in finale Roger Federer a Cincinnati, Nole è divenuto il primo tennista della storia del tennis a vincerli tutti almeno una volta. Il trentunenne serbo ha aggiunto ai tredici Slam e alle quattro ATP Finals già in bacheca il trentunesimo Masters 1000, il primo vinto in Connecticut (è il sessantanovesimo titolo a livello ATP). Djokovic sa e ha saputo essere dominante in ogni tipo di campo di tennis, su ogni superficie, in ogni condizione di gioco (indoor, all’aperto, con diverse palline e condizioni climatiche). Dal declino apparentemente irreversibile ancora tre mesi fa sembra passata un’infinità di tempo: a Cincinnati ha sconfitto ben tre top 10 (Dimitrov, Cilic e Federer) e ha dimostrato di essere in gran forma atletica e dotato ancora di tanta fame di vincere, venendo a capo di quattro dei sei incontri solo al terzo set (contro Mannarino, Dimitrov, Raonic e Cilic). Favorito dalle quote per gli US Open, Djokovic non ha punti da difendere sino a fine anno ed è numero 3 nella Race per le ATP Finals di Londra
107 – le edizioni della Coppa Davis dal 1900 alla riforma del 2018
La competizione tennistica a squadre per nazioni è stata totalmente rivoluzionata dalla votazione avvenuta la scorsa settimana ad Orlando, in Florida. La Davis era indubbiamente in un periodo di grossa crisi tecnica, considerato che la Francia l’anno scorso ha vinto l’Insalatiera d’argento senza dover sconfiggere nei vari turni nessun top 20 nel corso del suo cammino, e di calo dell’interesse generale (i migliori tennisti la giocavano raramente, specie dopo aver vinto il titolo). Non avremmo tuttavia mai pensato di vederla diventare un super-torneo di fine anno, con 18 nazioni che ad ogni fine novembre si contenderanno il titolo in un’unica sede
160 – le posizioni in classifica recuperate da Wawrinka dallo scorso giugno
Dopo non essere riuscito a difendere i punti della finale del Roland Garros conquistata l’anno precedente, il 33enne svizzero era precipitato alla posizione numero 261 del ranking ATP. Il rientro aveva avuto esiti iniziali più che negativi: un unico top 100 (Troicki) battuto sul cemento, una sola vittoria (contro Donaldson a Ginevra) nei tre tornei giocati sul rosso. Poi sull’erba le due partite vinte contro Norrie (al Queens) e soprattutto Dimitrov (a Wimbledon) sembravano preannunciare una ripresa di forma, e a Toronto sono arrivati i primi concreti segnali di risveglio: vittorie su Kyrgios, Fucsovics e battaglia in due set tiratissimi contro il numero 1 del mondo Nadal, che avrebbe poi vinto il titolo. La conferma a Cincinnati dove, in dieci partecipazioni, aveva ottenuto una sola semifinale. Omaggiato di una wild card, lo svizzero ha prima sconfitto il terzo top 20 di questo 2018, Schwartzman, poi ha eliminato Nishikori, e confermato il successo della settimana precedente su Fucsovics è arrivato a due punti dal tornare, dopo più di tre anni, alla vittoria contro Roger Federer. Il più celebre connazionale ha tuttavia trovato il modo di tornare a casa con la ventesima vittoria in ventitré derby ma Wawrinka, al momento una sola posizione fuori dalle prime 100, sembra in grado di proseguire la rapida risalita