Dopo molte vigilie Slam in cui dominavano senso di incertezza e mancanza di punti di riferimento, e tutto sembrava possibile, ci avviciniamo agli US Open in una situazione un po’ differente. Direi che in vista di Flushing Meadows ci troviamo di fronte a una scelta: dare più credito alle partite recenti, ai risultati delle US Open Series, o piuttosto privilegiare una valutazione su tempi più estesi, tenendo conto soprattutto di personalità e carriera. Se vogliamo considerare più decisivi i primi elementi individueremo come favorita Simona Halep. Se invece riteniamo più significativi i secondi elementi allora il nostro primo nome sarà Serena Williams o eventualmente Angelique Kerber. Ciascuno farà le proprie scelte in base al punto di vista. Nel frattempo ecco come si presentano le prime sedici teste di serie all’ultimo Major stagionale.
1. Simona Halep
US Open 2017: 1T
Miglior risultato in carriera: SF (2015)
Halep ha vinto la Rogers Cup in Canada e perso a Cincinnati solo in finale, avendo avuto anche un match point a favore. Dunque dopo l’eliminazione a sorpresa a Wimbledon contro Hsieh, le US Open Series ci hanno restituito la numero 1 del mondo come leader non solo in termini di classifica ma anche effettivi, sul campo. E non penso possa essere la sconfitta di domenica scorsa con Bertens a cambiare in modo sostanziale la situazione, perché Simona ha affrontato due settimane di tennis complicate a causa di programmi scombussolati dalla pioggia. Dopo gli sforzi degli ultimi giorni, quasi inevitabile (e logica) è stata la cancellazione da New Haven. In ogni caso nei prossimi US Open, dopo la sconfitta al primo turno dello scorso anno contro Sharapova, Halep ha la possibilità di rifarsi con gli interessi, visto che in questo momento è difficile individuare avversarie contro cui possa partire sfavorita.
2. Caroline Wozniacki
US Open 2017: 2T
Miglior risultato: F (2009, 2014)
Non arrivano buone notizie per la campionessa in carica degli Australian Open. Dopo la sconfitta a Wimbledon contro Makarova, Wozniacki ha disputato appena una partita e mezza: sconfitta da Sabalenka a Montreal e ritiro a Cincinnati contro Bertens dopo aver perso il primo set. Poteva sembrare il classico ritiro precauzionale pre-Slam, ma se vogliamo dare retta a questa intervista rilasciata dal fratello maggiore di Caroline sembra che ci siano problemi fisici un po’ più complicati. Al ginocchio e alla spalla destra: “È uno stato di infiammazione che ha nel corpo” tanto che prima del match contro Bertens “riusciva a malapena a sollevare le braccia”.
Senza pretendere di fare diagnosi a distanza, quello che porta a non sottovalutare la situazione è il fatto che, sempre secondo il fratello, Wozniacki abbia ottenuto dalla WADA (l’agenzia antidoping) un TUE (Terapeuthic Use Exemption), cioè l’autorizzazione a utilizzare a scopi terapeutici un farmaco facente parte della lista di quelli normalmente vietati; e queste richieste alla WADA non si fanno certo senza motivo.
Un vero peccato per Caroline: dopo avere superato il tabù Slam con la vittoria a Melbourne, per lei era una occasione importante affrontare in buone condizioni il Major nel quale storicamente si è espressa meglio, con già due finali raggiunte. Vedremo se avrà tempo sufficiente per recuperare salute e competitività.
3. Sloane Stephens
US Open 2017: Vittoria
Miglior risultato: Vittoria (2017)
Campionessa in carica degli US Open, Stephens torna a distanza di dodici mesi nel torneo che l’ha consacrata. Difficile dire come reagirà: potrebbe ritrovare le sensazioni positive del 2017, ma potrebbe anche essere sopraffatta dalle aspettative, come, per esempio, è accaduto a Ostapenko all’ultimo Roland Garros. Stephens ha giocato molto bene a Montreal, dove è stata sconfitta in finale da Halep (7-6, 3-6, 6-4) in un match nel quale Sloane ha chiuso con più punti complessivi e con un miglior saldo vincenti/errori non forzati: segno che probabilmente ha perso soprattutto per mancanza di “killer instinct”. A Cincinnati ha ceduto a Mertens alla distanza (7-6, 6-2), dando l’impressione di avere bisogno di rifiatare in vista dello Slam. Ma direi che la condizione fisico-tecnica c’è; forse deve rivedere qualcosa sul piano mentale.
Certo che vincere lo stesso Slam due volte di fila significa compiere una vera e propria impresa; le stagioni recenti del tennis ci dicono che non è per nulla frequente la riconferma: se escludiamo la inarrivabile Serena Williams (titoli a Wimbledon 2014-2015 e agli US Open 2012-13-14), le ultime a fare bis sono state Vika Azarenka a Melbourne (2012-13) e Kim Clijsters a New York (2009-10).
4. Angelique Kerber
US Open 2017: 1T
Miglior risultato: Vittoria (2016)
Dopo la vittoria a Wimbledon Kerber ha faticato nel rientro: sconfitta da Cornet a Montreal e da Keys a Cincinnati. Brutti segnali in vista dello Slam? Forse sì o forse no, visto che Angelique nei Major 2018 è stata la più costante ad alti livelli, sempre presente almeno fra le ultime otto: semifinale in Australia, quarti in Francia, vittoria in Inghilterra. In questo momento Kerber è l’unica trentenne in Top 10, e sembra che la maggiore esperienza abbia un certo peso: nel 2018 al momento di affrontare i tornei più importanti si è sempre fatta trovare pronta. Per questo non sono così sicuro che i cattivi risultati delle US Open Series siano poi tanto allarmanti; probabilmente le reali possibilità di Angelique emergeranno solo a New York.
5. Petra Kvitova
US Open 2017: QF
Miglior risultato: QF (2015, 2017)
Dopo la delusione di Wimbledon (favorita numero uno, eliminata al primo turno da Sasnovich), Kvitova ha faticato a recuperare il proprio miglior tennis: sconfitta nettamente da Bertens a Montreal (6-2, 6-3), le cose sono andate un po’ meglio a Cincinnati, con la semifinale raggiunta: è stata ancora battuta da Bertens, ma con un punteggio migliore (3-6, 6-4, 6-2).
Malgrado il risultato dell’Ohio non sia da buttare via, non direi che si sia vista una gran Kvitova: con un servizio poco incisivo, e una generale instabilità di gioco che l’ha portata ad alternare alcuni game ben giocati ad altri insufficienti. Sulla continuità di rendimento nel match ha sicuramente la possibilità di migliorare, mentre ormai abbiamo capito che ha ben poco da fare in caso di clima caldo e umido. Per questo in vista degli US Open può solo sperare che meteo e programmazione non siano troppo sfavorevoli, altrimenti il suo rendimento scenderà drasticamente. Aspetti contingenti a parte, New York rimane l’ultima occasione per riequilibrare il bilancio stagionale nei Major, molto deficitario: finora è uscita al primo turno a Melbourne e Wimbledon, al terzo a Parigi.
6. Caroline Garcia
US Open 2017: 3T
Miglior risultato: 3T (2016, 2017)
Sul cemento non è stato una buon 2018 per Garcia, tanto che la sua testa di serie al momento appare sovrastimata: sul duro il bilancio è di 12 vinte e 9 perse, nessuna Top 20 battuta (0-5 con un solo set vinto e 10 persi), e mai oltre i quarti di finale in alcun torneo. Sembrano lontani i tempi del doppio successo cinese (Wuhan e Pechino) della fine del 2017.
Anche i precedenti a New York non sono un gran punto di partenza, dato che non ha mai superato il terzo turno. Va detto però che nelle US Open Series Caroline è stata anche un po’ sfortunata visto che ha incrociato Halep a Montreal e Sabalenka a Cincinnati. Chissà, forse a Flushing Meadows con un sorteggio non troppo ostico potrebbe sperare di trovare fiducia strada facendo, per provare ad approdare almeno alla seconda settimana per la prima vota in carriera.
7. Elina Svitolina
US Open 2017: 4T
Miglior risultato: 4T (2017)
Dopo l’eliminazione al primo turno a Wimbledon contro Tatjana Maria, Svitolina nelle US Open Series ha mostrato segnali di progresso: semifinale a Montreal (eliminata da Stephens) e quarti a Cincinnati, sconfitta dalla futura vincitrice Bertens. Ora che arriva lo Slam non si può che fare il solito discorso, ripetuto uguale da un paio di anni a questa parte: prima o poi ci si aspetta che Elina riesca a ottenere anche nei Major risultati all’altezza della sua classifica (in carriera non è mai andata oltre i quarti di finale a livello Slam). Il quarto turno raggiunto lo scorso anno rimane il miglior risultato a New York, quindi non è poi una impresa del tutto impossibile provare a migliorarsi. Chissà se sarà la volta buona.
8. Karolina Pliskova
US Open 2017: QF
Miglior risultato: F (2016)
Non è un buon momento per Pliskova, che in questa stagione ha vinto un solo torneo, Stoccarda (terra indoor), e che sul cemento ha raccolto risultati al di sotto delle aspettative. Nel 2018 sul duro ha raggiunto una sola semifinale (Brisbane, in gennaio) e non ha battuto alcuna Top 20 (0-4 il bilancio, con zero set vinti). Il 6-2 6-2 con cui Bertens l’aveva liquidata a Montreal era preoccupante; sembrava esserci stato un progresso a Cincinnati malgrado l’eliminazione per 5-7 al terzo contro Sabalenka; ma poi è arrivata la netta sconfitta da Makarova a New Haven (6-1, 6-3) a riportare di nuovo il bilancio in passivo.
Se vogliamo trovare un lato positivo in tutto ciò, si può dire che con questi risultati Karolina si presenterà senza particolari pressioni a New York (dove vanta la finale persa nel 2016 contro Kerber): magari senza troppe aspettative potrebbe ritrovarsi. L’anno scorso era stata comunque in grado di arrivare alla seconda settimana, battuta da CoCo Vandeweghe nei quarti.
a pagina 2: le teste di serie dalla 9 alla 16