dal nostro inviato a New York
Lei sembra un’indossatrice, gambe infinite, baricentro altissimo. Non il massimo per spostarsi in un campo da tennis. Lui è mingherlino, non supera l’1.80, ed è appena 68 chili, è dura in un mondo di marcantoni che picchiano ogni palla. La soluzione per essere competitivi è la tecnica, il talento, l’istinto per il timing, e soprattutto evitare di lasciare il controllo del gioco agli avversari, a tutti i costi. A partire dalla risposta al servizio.
Karolina Pliskova e David Goffin, ieri mattina, erano fianco a fianco sui practice courts di Flushing Meadows, il caldo era soffocante, il sole spaccava le proverbiali pietre. Con quelle condizioni, non era giornata da gran corse, ma da tecnica dei colpi senza grandi spostamenti. Tra le altre cose, quindi, hanno passato entrambi una buona mezz’ora a provare le risposte sulle palle esterne, quelle più insidiose, perché se non la rimetti profonda, con il campo necessariamente lasciato scoperto dall’altra parte, vai in difficoltà da subito nello scambio. Di conseguenza, via ad anticipare il più possibile, tagliare le diagonale in avanzamento, riducendo preparazione e movimento a colpire all’essenziale, per impattare ben davanti al corpo fucilate altrimenti imprendibili. Andiamo a vederceli insieme, affidando la dimostrazione della risposta dal lato del rovescio a Pliskova, e di quella dal lato del dritto a Goffin. L’immagine di copertina del pezzo se la prende Karolina, ovviamente, per scontata galanteria, sorry David. Ma iniziamo con il belga.
Dall’alto, vediamo David andare in appoggio con un bel passo lungo e rapido, contemporaneamente alla rotazione busto-spalle. Da notare l’aiuto della mano sinistra che sostiene la racchetta nel cuore fino all’ultimo istante, e la presa della destra che fino a quando non si scatena il vero e proprio swing in avanti è ancora rilassatissima, si vede l’indice di Goffin che non stringe il manico fino al frame in cui nell’inquadratura è già entrata l’ombra della palla. Sono pochi decimi di secondo.
Qui sopra, impatto con ultimo passo in dinamica della gamba sinistra, e chiusura decisa, con pronazione molto accentuata dell’avambraccio a ottenere copertura e controllo in assenza, ovviamente, di grande apporto dell’anca, impossibile da usare mentre si è proiettati lateralmente. Nell’insieme, un gesto tecnico magnifico, rapidissimo, estremamente efficace. Non un centimetro di leva fuori posto, o di movimento in più del necessario. Grande Davidino.
Passiamo a vedere Pliskova.
Vediamo, dall’alto, la leggera ma efficace rotazione esterna del piede sinistro, che diventerà il perno del movimento all’inizio. Karolina qui sta aggredendo una seconda palla, uscita dallo step di posizionamento (saltello a piedi pari, il frame in alto a sinistra), mette giù l’appoggio andando in open stance (frontale, in risposta è spesso quasi obbligatorio, difficile avere il tempo di mettersi di fianco), e ruota il busto-spalle andando a puntare la palla in arrivo con la spalla destra. Nello stesso tempo, è partita l’ovalizzazione, rapida e contenuta, con la flessione finale dei polsi. Nel frame in basso a destra, da apprezzare proprio la postura delle braccia. Il peso si sta spostando in avanti.
Qui sopra, l’impatto e il finale, tutto assolutamente semplificato al massimo, pochi movimenti rapidi, tanto timing sulla palla, controllo perfetto del peso del corpo e dell’equilibrio. Nell’immagine sotto, bello vedere la testa della racchetta che con la palla già uscita dal piatto corde per due metri è ancora in conduzione del movimento verso la traiettoria voluta. È come se Karolina stesse dicendo alla palla “vai là!“, e le stesse indicando la direzione con la racchetta. Che brava, vedendola dal vivo e da vicino è proprio come una maestra di tennis, con la lieve differenza che tira bordate terrificanti in serie.
Qui sopra, le fasi di accompagnamento finale, con la giocatrice ormai in equilibrio sul solo piede destro. Ricordiamo che il movimento era partito con il peso sul sinistro, il trasferimento dell’asse di equilibrio di questa ragazzona di 1.85 è avvenuto in meno di un secondo, da una gamba all’altra, in proiezione verso avanti, contemporaneamente allo swing del rovescio e alla rotazione delle spalle. Perfetta, grandissima anche Karolina.
Avete presente quando si vedono eseguire dei colpi come questi, e l’impressione è che sia facile? Ecco, quell’impressione è figlia della tecnica in realtà raffinatissima appena vista, perchè più il gesto è ridotto all’essenziale, più è difficile e deve essere preciso al millimetro, e alla frazione di secondo. Uno li osserva affrontare la pallata in arrivo, e loro in un attimo sbam!, manata di dritto o di rovescio, che quasi non li vedi muovere, e la bomba è già partita. Talmente pulito e veloce, il tutto, da sembrare appunto semplice. Il che è una caratteristica dei veri talenti. Grazie Karolina, grazie David, ammirarvi colpire in questo modo è sempre un piacere.