Il ricordo di Ubaldo Scanagatta
Spunti tecnici: Schiavone, quanto eri bella da veder giocare. E che rovescio
Come ampiamente preventivabile al momento dell’annuncio della conferenza stampa, tenuta alle 14 locali (20 italiane) a New York, Francesca Schiavone ha comunicato la sua decisione di ritirarsi dal tennis. La 38enne milanese, che ha disputato il suo ultimo match a Gstaad lo scorso luglio, appenderà la racchetta al chiodo per cominciare una carriera da coach.
Di seguito le prime dichiarazioni di Francesca: “È un momento molto importante della mia vita. Sono arrivata alla decisione di lasciare il tennis con il cuore, perché la mia mente quando sono arrivata qui mi diceva ‘per favore, vai in campo, lotta per sconfiggere le avversarie più giovani’. Il mio cuore però mi dice che sono in pace, sono molto felice della mia carriera e della mia vita. Mi sveglio la mattina e mi sento bene“. Il futuro dell’ormai ex tennista è già tracciato. “Avevo due sogni: vincere il Roland Garros ed entrare in top 10. Il cuore ha bisogno di sogni e adesso voglio vincere uno Slam da coach“ ha detto Francesca, che in seguito ha confermato come la sua nuova carriera sia già iniziata: “Sto già allenando da alcuni mesi, è stimolante vedere tanti ragazzi che vogliono imparare“. La milanese ha dichiarato di aver cominciato a lavorare prevalentemente con uomini, per testare le sue abilità.
C’è ovviamente anche spazio per i ricordi. “Ogni volta che parlo del Roland Garos è come se un pezzo di me andasse via. Mi piacerebbe parlarne ma alcuni ricordi rimarranno per sempre nel mio cuore“.
L’AUDIO INTEGRALE
https://soundcloud.com/ubitennis/schiavone-ho-realizzato-i-miei-sogni-ora-voglio-fare-il-coach
I NUMERI DI FRANCESCA
Schiavone ha fatto tanto per il tennis italiano, stabilendo record e inaugurando l’epoca d’oro che avrebbe poi visto i successi di Flavia Pennetta, Sara Errani e Roberta Vinci. Ripercorriamo il viaggio della nostra Leonessa attraverso i numeri della sua splendida carriera.
1 – il numero di mani usate da Francesca per giocare il rovescio. Il suo gioco è stato sempre apprezzato per la varietà di soluzioni e rotazioni, oltre che per la sagacia tattica che le consentiva di tenere il passo di avversarie dotate di maggiore potenza. A impreziosire ulteriormente il suo tennis è appunto il rovescio a una mano, caratteristica che peraltro fa di lei l’ultima monomane capace di vincere un torneo del Grande Slam (l’ormai celeberrimo Roland Garros 2010).
2 – le finali Slam giocate da Schiavone in carriera, una vinta e una persa, entrambe al Roland Garros. La prima presenza nell’ultimo atto di un Major risale alla vittoriosa cavalcata del 2010. Francesca, testa di serie numero 17, dopo aver rimontato un set a Regina Kulikova, regola in due set la qualificata Sophie Ferguson, Li Na (tds 11) e Maria Kirilenko (tds 30). Ai quarti di finale domina Caroline Wozniacki, allora numero 3 del mondo, e in semifinale approfitta del ritiro di Elena Dementieva, tds n. 5, dopo aver vinto il primo set. In finale arriva un altro successo in due set contro Samantha Stosur e il bacio alla terra rossa del Philippe Chatrier. L’anno seguente dimostra che non si è trattato di un caso e raggiunge ancora la finale all’Open di Francia, ma stavolta deve arrendersi alla solidità di Li Na.
3 – le Fed Cup vinte. Il primo successo risale al 2006 contro il Belgio di Justine Henin e Kirsten Flipkens. Schiavone vince il primo singolare contro Flipkens, ma viene sconfitta da Henin. La sfida viene decisa dal doppio grazie al ritiro della coppia belga nel terzo set. Arrivano poi due allori consecutivi nel 2009 e nel 2010. In entrambe le occasioni in finale pagano dazio gli Stati Uniti, orfani delle sorelle Williams.
4 – il best ranking, raggiunto nel gennaio 2011 grazie ai quarti di finale agli Australian Open. Nessuna giocatrice italiana è mai arrivata così in alto in classifica e al maschile solo Adriano Panatta può vantare lo stesso risultato.
8 – i titoli vinti in carriera, il primo a Bad Gastein nel 2007 dopo ben sette sconfitte consecutive in finale. Poi Mosca, Barcellona, Roland Garros, Strasburgo, Marrakech fino ai più recenti (e più sorprendenti) ruggiti di Rio (2016) e Bogotà (2017), quando ormai il declino era già iniziato da un pezzo.
11 – milioni di montepremi raccolti in carriera. Prima italiana a superare quota 10 milioni, superata poi anche dalle altre Fab Four azzurre: Flavia Pennetta (oltre 14 milioni), Sara Errani (oltre 13 milioni) e Roberta Vinci (oltre 11 milioni).
61 – le partecipazioni consecutive nei tornei del Grande Slam. La striscia si è interrotta agli Australian Open 2016, quando è stata sconfitta nelle qualificazioni da Virginie Razzano, fallendo dunque l’aggancio ad Ai Sugiyama (62) che è rimasta detentrice del record. Un vero peccato, anche perché difficilmente gli organizzatori del Roland Garros le avrebbero negato una wild card per permetterle di superare la giapponese. Per quanto riguarda le partecipazioni totali invece, Francesca è al terzo posto all time con 70 gettoni, dietro a Amy Frazier (71) e Venus Williams (80).
284 – i minuti impiegati per sconfiggere Svetlana Kuznetsova negli ottavi di finale degli Australian Open 2011, la bellezza di 4 ore e 44 minuti. 6-4 1-6 16-14 il punteggio finale che lancia Francesca verso i quarti di finale e il best ranking di numero 4 del mondo. La partita, durante la quale l’italiana ha salvato ben sei match point, è l’incontro femminile più lungo nella storia dei tornei dello Slam.
454 – la posizione nel ranking, piuttosto ingenerosa, che occupa al momento dell’annuncio ufficiale del suo ritiro
8058 – i giorni trascorsi dal suo esordio nel circuito professionistico all’ultimo incontro ufficiale, 22 anni dopo. Nel primo turno dell’edizione 1996 di un minuscolo torneo ITF di Orbetello, Francesca (sedicenne proveniente dalle qualificazioni e ancora priva di classifica) sconfisse la francese Anne Laure Le Guennec, n. 765 del mondo. Dopo oltre ottomila giorni è stata sconfitta da Samantha Stosur al primo turno del torneo di Gstaad, il 17 luglio 2018. Salvo improbabili passerelle che Francesca dovesse decidere di concedersi, l’avversaria del suo ultimo match in carriera rimarrà la stessa di quello più importante. Come nelle migliori sceneggiature.