dal nostro inviato a New York
[17] S. Williams b. [8] Ka. Pliskova 6-4 6-3
I numeri che Serena Williams porta in campo sul centrale di Flushing Meadows sono impressionanti: gioca il 15esimo quarto di finale su 18 partecipazioni, da cui ha ricavato 6 titoli, 2 finali, 11 semifinali. Roba da leggende dell’Arthur Ashe. Ma la sua avversaria di stasera, Karolina Pliskova, anche se da tali numeri è ovviamente lontanissima, l’ultima volta che ci ha giocato qui non si è fatta impressionare per nulla, battendola 6-2 7-6 nella semifinale del 2016 (perse poi all’atto conclusivo da Angie Kerber), e pareggiando il conto dei confronti diretti, che sono 1-1. Vediamo un po’ come va questa volta.
INIZIO LENTO – Dopo un paio di game di studio, è Serena a mettersi nei guai per prima nel suo turno di battuta: sull’1-1, alcune incertezze mandano tre volte Karolina a palla break, un brutto errore di rovescio sulla terza le costa lo svantaggio. Non appare centratissima la statunitense in questi minuti iniziali, dalla tribuna stampa, che è molto vicina al campo, si sentono i passi un po’ pesanti di Williams negli spostamenti laterali. Ovviamente, la grande qualità del palleggio in spinta di Pliskova non aiuta, la ceca al contrario dell’avversaria è molto solida per ora, e sale 3-1. Già 11 errori Serena, e 2 doppi falli, in 4 game sono troppi, deve reagire subito. Per tenere il servizio nel game successivo, Williams ci mette 14 punti, e annulla altre 3 palle break che avrebbero rischiato di compromettere definitivamente il set, quanto sta faticando.
Ma anche le occasioni sprecate da Pliskova sono tante, e come spesso avviene, rischia di pagarle tutte in una volta nel sesto game. Serena risponde bene, lei sbaglia un paio di colpi non impossibili, e si ritrova sotto 15-40, ma è brava con il servizio, incassa un altro gratuito di rovescio di Williams, e tiene per il 4-2. Il pubblico sale con il volume dell’incitamento per Serena, che la statunitense sia in difficoltà è chiaro a tutti nello stadio. La ceca, però, è colpevole nel non approfittarne nei momenti giusti, e dopo averla scampata bella, alla fine le arriva il conto: controbreak Williams, che poi tiene senza difficoltà e sale 5-4. Dal possibile doppio break, al dover servire per salvare il set, non bene per Pliskova. Più in generale, non una grande partita finora, qualche bella cosa di entrambe (e ci mancherebbe), ma troppi regali vicendevoli. Due belle accelerazioni di Serena le portano un set point, Karolina si salva con la battuta. Williams sta salendo di livello, percentuali e velocità di piedi e palla, mentre Pliskova adesso è quella che sbaglia di più. Arriva un altro set point, e l’orribile rovescio tirato alla base della rete da Karolina consegna il parziale a Williams, 6-4. I tifosi di New York sono felici come pasque, ma la partita non è memorabile, in 10 game 17 vincenti e 22 errori Serena, 5 vincenti e 12 errori Pliskova.
SERENA IN CRESCENDO – L’impressione è che Karolina, tecnicamente stupenda, giochi talmente pulita che o mette i vincenti sulle righe, o mette in palla l’avversaria. Ovviamente, mettere in palla e far trovare ritmo a una belva coma Serena è una pessima idea. Che si traduce, in avvio di secondo set, in altri tre game per Williams, che sale 3-0 con break al secondo gioco, siamo a una striscia di 7 game consecutivi ora. E non si ferma Serena, che gioca sempre meglio (bellissimo un tocco smorzato a rete su palla bassa), e sembra veramente gradire gli impatti perfetti ad altezza anche che le offre Pliskova, altro break e siamo 4-0, otto game di fila, direi che il match a meno di ribaltoni clamorosi è andato. C’è un momento di distrazione per Williams che offre due palle break, e cede la battuta con un doppio fallo sulla seconda, 4-1, almeno la ceca interrompe l’emorragia nel punteggio.
Ma il momento di distrazione si prolunga, complice una reazione di orgoglio quasi stizzita di Karolina, che non si vede spesso far trasparire la rabbia per come sta andando una partita. Servizio tenuto a zero, e poi 0-40 sulla battuta di Serena, con tre opportunità consecutive di riprendersi anche il secondo break. Williams alla grande col servizio le annulla, poi ne concede una quarta (errore in rete), e cancella anche questa con un ace (3 in questo game, 10 in totale). Poco dopo, per il tripudio dell’Arthur Ashe, con una legnata di dritto Serena tiene e sale 5-2. Ha rischiato di rimettere in discussione un set (e ovviamente una partita) prativamente vinto, però. Adesso, in ogni caso, il livello si è alzato, e lo spettacolo è divertente. L’ultimo game di Serena è fantastico, con ace e vincenti, 6-3 e dodicesima semifinale qui, una chiusura in crescendo che la candida di prepotenza (se ce ne fosse stato bisogno) per la vittoria finale. Affronterà Anastasjia Sevastova, non ci sono precedenti tra le due.