[6] N. Djokovic b. J. Millman 6-3 6-4 6-4 (dal nostro inviato a New York)
Quando Novak Djokovic arriva nei quarti di finale agli US Open non sbaglia mai l’obiettivo: per undici volte il serbo, ex numero 1 del mondo, è stato sempre in grado di raggiungere le semifinali. Sono serviti tre set molto lottati, però, al vincitore dell’ultima edizione di Wimbledon per regolare la sorpresa del torneo: quel John Millman, ventinovenne australiano e numero 55 del mondo, capace di estromettere lunedì scorso Roger Federer. Doveva essere la sfida tra Novak Djokovic e Roger Federer. Doveva essere uno dei match più attesi di questa edizione 2018 dello US Open: l’incontro a cui tutti volevano assistere proprio dall’attimo dopo in cui è stato estratto il tabellone maschile dell’ultimo Slam dell’anno. E, invece, il ventinovenne australiano John Millman (n. 55 ATP) ha voluto rovinare la festa anche a quei tanti spettatori che avevano comprato il biglietto pregustando già l’ennesima sfida tra il campione svizzero vincitore di 20 titoli del Grande Slam e il serbo che in carriera ne ha conquistato 13.
In un Arthur Ashe pieno, di musica, colori e rumori Djokovic (oggi n. 6 ATP) e Millman hanno iniziato il loro match. E se Nole è abituato ai palcoscenici importanti, per l’australiano, che nel torneo ha estromesso anche l’italiano Fabio Fognini, questa è stata la prima volta in carriera nei quarti di uno Slam. Forse, anche per questo motivo, l’inizio del match è stato subito favorevole per il serbo. Nole è apparso concentrato. Ha fatto ricorso al servizio esterno per spostare l’avversario e allontanarlo dal campo di gioco iniziando, sin dal primo punto, a cercare profondità in modo da non dare punti di riferimento all’australiano. È stato Nole il primo a tentare l’allungo e a portarsi a condurre per 3 giochi a 0. Dall’altra parte della rete, però, l’australiano ha corso su ogni palla, ha recuperato i diversi dropshot eseguiti dal serbo con l’obiettivo di interrompere l’intensità dello scambio e uscire dalla tela tessuta dal numero 55 ATP il quale, a sua volta, ha cercato sempre di ridurre gli errori al minimo. Millman, con autorità, è riuscito ad annullare quattro palle per il 5 a 1: è stato a questo punto che l’intensità del match è aumentata e si è allungato il numero degli scambi. Nole non è riuscito più a strappare la battuta all’avversario ma è stato bravo a non perdere la concentrazione a chiudere, in maniera solida, il primo per 6 giochi a 3.
Nel secondo set Novak non ha sfruttato già in apertura quattro palle break; il serbo è apparso nervoso, non è riuscito a concretizzare le sue occasioni, ha chiesto qualcosa al suo angolo ma il suo box non è riuscito a capire la sua richiesta. Sul 2 a 2, però, l’arbitro ha sospeso il gioco per qualche minuto a causa della troppa umidità: Millman era troppo sudato e stava bagnando il campo e, di fatto, le condizioni per i due giocatori non erano sicure. E così mentre l’australiano è andato a cambiarsi, Nole, ha chiesto un consulto medico. Dopo circa 5 minuti il gioco è ripreso e la pausa è sembrata avere un effetto positivo su Novak che ha ripreso a colpire bene la palla. Si è giocato punto su punto ma, nel nono game, è stato Nole avere le occasioni per portarsi a servire per chiudere l’incontro. Il numero 55 del mondo ha annullato due occasioni di break ma alla terza opportunità, grazie ad un doppio fallo, Djokovic è riuscito a strappare la battuta e ha chiuso al servizio per 6 giochi a 4.
Nonostante fossero passate due ore e venti di match i due giocatori hanno continuato a colpire la palla con intensità e, ancora una volta, è stata la capacità dell’ex numero al mondo di uscire fuori dalla situazioni di difficoltà ad avere la meglio. Nel terzo game un Millman meno solido del previsto, grazie ad un doppio fallo, ha ceduto nuovamente la battuta e Nole è riuscito a portarsi avanti per 3 a 2 e servizio. Un Djokovic distratto, però (due warning per time violation), accompagnato da un nuovo momento “on fire” dell’australiano, ha permesso a Millman di provare a riaprire il set e il match. Alla lunga, però, la solidità di Novak ha avuto la meglio: il serbo ha recuperato il break, è salito 5 a 4 e ha servito per la semifinale. Nole, dimostrando la sua solita forza mentale, non ha tremato e dopo essersi conquistato tre match point consecutivi alla prima occasione utile è sceso a rete e si è preso il punto della vittoria.
“È stato un test duro – ha detto un sorridente Novak Djokovic al termine del match – John è un grande combattente e ha fatto un ottimo torneo arrivando al suo primo quarto di finale e battendo Roger. Ho cercato di trovare la chiave per vincere il match. Non è facile giocare in queste condizioni”. Djokovic, quindi, disputerà la sua undicesima semifinale a New York e troverà il giapponese Kei Nishikori: il serbo è avanti per 14 a 2 nei confronti diretti ma una delle vittorie del giapponese è arrivata proprio a Flushing Meadows nella semifinale del 2014.