Continua ad alleggerirsi Elina Svitolina, ma questa volta non si tratta (fortunatamente) di un’ulteriore perdita di peso, bensì della separazione dal coach Thierry Ascione con cui collaborava dalla fine del 2016. Inizialmente assunto come consulente nel team guidato da Gabriel Urpi, Ascione era stato promosso head coach quando l’ex allenatore di Flavia Pennetta aveva fatto le valigie dopo solo sei mesi.
Elina informa i fan con un tweet a brevissima distanza dal comunicato ufficiale della Top Five, la sua agenzia di management; entrambi sono incentrati sui risultati positivi scaturiti dalla collaborazione che in poco più di un anno e mezzo ha portato la tennista ucraina ad alzare otto trofei WTA (tra cui quattro Premier 5 e due Premier), alla terza posizione mondiale, suo best ranking, e alle Finals di Singapore.
“Nonostante ciò” si legge nel comunicato, “è molto importante terminare qualsiasi collaborazione al momento giusto. Di comune accordo e nel reciproco rispetto, Elina e Thierry hanno deciso di mettere fine alla collaborazione dopo lo US Open”. Oltre agli immancabili ringraziamenti per il lavoro di Ascione e agli auguri per il suo futuro, l’agenzia informa che l’assistant coach Andrew Bettles resterà nel team e che “al momento stiamo cercando un nuovo coach per Elina e presto riveleremo il nome”.
2⃣0⃣ months of teamwork, 8⃣🏆 and No. 3⃣ of the WTA ranking – thank you Thierry for the great work and excellent atmosphere!
It's time to move further and I wish @thierryascione luck and success👏🏻👏🏻👏🏻 pic.twitter.com/UgGys4uZ3g
— Elina Monfils (@ElinaSvitolina) September 6, 2018
L’ELEFANTE NELLA STANZA – Tra i successi ricordati, tuttavia, emerge ingombrante e rumorosa la persistente assenza di risultati nei tornei dello Slam, ai quali deve ambire una giocatrice del suo livello. Svitolina ha raggiunto in carriera tre sole volte i quarti finale – una a Melbourne quest’anno, a Parigi nel 2015 e nel 2017 – e, anche se in due circostanze sotto la guida di Ascione, si tratta di prestazioni nettamente inferiori alle aspettative, per di più in questa stagione che ha portato il primo titolo major a Wozniacki e a Halep.
Il crollo contro Sevastova nel set decisivo degli ottavi a New York, l’eliminazione al primo turno a Wimbledon e, soprattutto, la prematura e netta sconfitta contro Mihaela Buzarnescu al Roland Garros dove era considerata una delle favorite sono elementi che possono senz’altro aver pesato sulla separazione tra l’atleta e l’allenatore.
Attualmente numero 7 WTA, Elina compirà ventiquattro anni pochi giorni dopo la finale femminile sull’Arthur Ashe e, pur avendo ancora tutto il tempo per ottenere ottenere risultati di grande prestigio, pare che non abbia intenzione di sprecarne neanche un istante né di lasciare nulla di intentato.
Michelangelo Sottili