da Zara, il nostro inviato
COPPA DAVIS, SEMIFINALI
CROAZIA-USA 2-0
B. Coric (CRO) b. St. Johnson (USA) 6-4 7-6(4) 6-3
“Sarò sincero, quel match non è un bel ricordo. Giocai bene ma non bastò per vincere. La situazione però oggi è diversa, io sono un giocatore migliore rispetto ad un anno e mezzo fa” aveva dichiarato Coric prima di scendere in campo, riferendosi all’unico precedente contro Steve Johnson, il match di secondo turno del Roland Garros dello scorso anno, che lo vide soccombere in quattro set (62 76 36 76).
E lo ha dimostrato, giocando un match praticamente perfetto dal punto di vista tattico nel quale è risultato il giocatore tecnicamente più completo in campo (“Ho giocato un bel match, sono stato veramente solido” dirà al termine del match). Il 21enne di Zagabria ha infatti inchiodato Johnson sulla diagonale di rovescio per quasi tutte le due ore e mezza di durata dell’incontro – eccetto che nella seconda parte del secondo set, l’unico momento di equilibrio del match – e da quel lato il rovescio in slice che lo statunitense si è ritrovato a dover giocare, praticamente sempre, era troppo poco incisivo per contrastare la pressione dei colpi da fondo del croato, che ha potuto così comandare quasi indisturbato il gioco. Aiutato anche dalla morbidissima terra zaratina che ha ammortizzato la potenza del servizio e del dritto – quando Coric glielo ha fatto giocare – di Johnson e soprattutto ha evidenziato le difficoltà del n. 30 del mondo negli spostamenti laterali, nei quali lo si è visto spesso lento ed impacciato.
LA CRONACA – Il primo set è deciso dal break al terzo gioco ottenuto da Coric che poi ha tenuto senza problemi (una solo volta si è andati ai vantaggi) i suoi turni di battuta ed ha chiuso 6-4. Come detto in premessa, la supremazia del n. 18 del mondo era troppo netta sul lato sinistro e Johnson non riusciva ad uscire dallo scambio su quella diagonale, dove alla fine si trovava a soccombere. Il secondo set pareva dovesse rispecchiare l’andamento del primo dopo il break iniziale di Coric, che si portava poi sul 3-1 e sembrava gestire tranquillamente il match. Johnson appariva invece sconfortato: la semplice volée alta che sbagliava ed il doppio fallo che commetteva subito dopo, che portavano Coric a due punti dal secondo break, parevano l’inizio della resa. E invece era Borna ad avere un inaspettato passaggio a vuoto e dal 30-0 perdeva quattro punti di fila (brutta anche qui una volée sbagliata sul 30 pari) e concedeva il controbreak a Johnson. Che subito dopo si portava sul 4-3 e urlava il primo “Come on” dell’incontro. Il 28enne di Orange aveva cambiato qualcosina nel suo modo di stare in campo e aveva iniziato a copiare la tattica di Coric, cercando di essere il più possibile aggressivo alla risposta. Borna così indirizzava lo scambio sulla diagonale del rovescio, Steve prendeva l’iniziativa per poi spingere col dritto.
Il pubblico di casa percepiva che il momento era importante ed aumentava l’intensità dei “Borna Coric” urlati dalle tribune. Dove si notava l’onda lunga della finale dei mondiali di calcio conquistata dalla Croazia: rispetto ai match contro Canada e Kazakistan, le tribune erano molto più affollate (ben più della metà dei posti disponibili, quindi almeno 4.000 persone), con molti spettatori con la maglietta a scacchi biancorossi della nazionale di calcio croata. Coric si rimetteva subito in carreggiata e tornava a tessere le sue trame di gioco, infierendo nuovamente con sistematicità sul rovescio in slice di Johnson, che però riusciva ed essere maggiormente propositivo rispetto alla prima ora di gioco. Era comunque sempre lo statunitense a dover annullare una palla break nel nono gioco prima di arrivare a giocarsi il parziale al tie-break. Dove aveva la sua occasione sul 4-3 e con due servizi a disposizione. Ma qui si spegneva (“Peccato per un paio di dritti” dirà al termine del match), con Coric che infilava quattro punti consecutivi (“Dal 3 pari fino al tie-break ero un po’ in difficoltà, ma ho cercato di rimanere aggrappato al punteggio ed è andata bene” il commento di Borna post-match) e con una bella volée bassa chiudeva 7-4. Secondo set, 7-6 Croazia.
La partita di fatto finiva qui. Il terzo set tornava ad incanalarsi sui binari iniziali, con il giocatore di casa in assoluto controllo del match ed il pubblico che continuava ad incitarlo (“Non mi aspettavo tanto pubblico di venerdì alle undici di mattina, mi hanno aiutato tanto, grazie davvero“). Coric trovava un bel modo per ringraziare, con un lob vincente in tweener che faceva esplodere i tifosi croati, prima di piazzare l’accelerazione definitiva con il break nel quarto gioco. Nei tre successivi turni di battuta Borna lasciava per strada solo due punti, chiudendo 6-3 dopo due ore e mezza scarse di gioco e conquistando il primo punto per la Croazia.
M. Cilic (CRO) b. F. Tiafoe 6-1 6-3 7-6(5)
Assenti Isner e Sock, il ct Courier aveva sperato di sparigliare le carte facendo esordire il giovanissimo Frances Tiafoe in un match in cui non aveva niente da perdere, dovendo affrontare il n. 7 delle classifiche mondiali Marin Cilic. Il risultato non è stato quello sperato (“Ma Frances ha giocato un buon match ed ha avuto le sue chances, è importante per il suo processo di crescita giocare match come questo, in Coppa Davis” il commento del capitano USA al termine della giornata), anche se dopo un inizio disastroso – forse anche a causa dell’emozione – il 20enne statunitense dalla seconda metà del secondo set ha retto dignitosamente il campo, arrendendosi nel terzo e ultimo parziale solo nel tie-break conclusivo che con un pochino di esperienza in più avrebbe forse portato a casa (“Sì, ho avuto le mie occasioni nel tie-break, ma lui è stato bravo” ha detto lo statunitense nel post match). Alla fine però, i fondamentali da fondo campo di Tiafoe sono risultati essere ancora un pochino troppo leggeri per reggere alla pesantezza di quelli del n. 7 del mondo, che non è sembrato risentire del cambio di fuso orario, cosa che più lo preoccupava alla vigilia considerato che solo sette giorni fa era New York a giocarsi l’accesso alle semifinali dello US Open.
LA CRONACA – Neanche il tempo di girar pagina nel taccuino dopo il match tra Coric e Johnson, che Cilic era già sul 3-0, dopo aver strappato il servizio a zero a Tiafoe nel secondo game. Il n. 1 croato si complicava un po’ la vita concedendo una palla break nel quinto gioco, ma ne usciva grazie al servizio ed era invece il suo giovane avversario a cedere nuovamente la battuta nel game successivo. Cilic stavolta rimaneva concentrato e portava a casa il primo set per 6-1 in 25 minuti di gioco.
La musica non cambiava neanche nella prima parte del secondo set, con la cilindrata di Cilic che appariva troppo superiore a quella di Tiaofe. Lo statunitense pagava un po’ di tributo all’emozione dell’esordio in Davis commettendo qualche errore banale. Tanto che il tennista di Medjugorje provava anche il serve&volley, a dimostrazione di quanto fosse tranquillo e iniziasse a considerare il match quasi un allenamento agonistico. Un eccesso di confidenza che pagava subendo il break nel sesto gioco e vedendo Tiafoe avvicinarsi sul 4-3. Il match era diventato più equilibrato, un po’ per demerito di Cilic, causa qualche gratuito di troppo, ma anche per merito di Tiafoe che si era fatto più incisivo col servizio e solido da fondo, decidendo che era il caso fosse il suo avversario a meritarsi il punto (“Lui è salito con la risposta, io ho sbagliato qualche colpo di troppo. Poi nel terzo set ha dimostrato di saper giocare un gran tennis” le parole di Cilic nel dopo partita). Ci volevano così quasi dieci minuti e sei vantaggi a Cilic per portare a casa l’ottavo gioco, ma passato quel momento il croato strappava nuovamente la battuta all’avversario e conquistava il secondo parziale per 6-3, dopo solo un’ora e un quarto di gioco.
Nel terzo parziale entrambi tenevano tranquillamente fino all’ottavo gioco (mai più di due punti per chi era alla risposta), con Tiafoe che continuava a salire con la resa della prima di servizio. Era Cilic il primo a dover ricorrere ai vantaggi per portarsi sul 5-4, ottenuto con una splendida volée smorzata di rovescio che faceva esultare i tifosi croati sulle tribune, ora veramente molto piene. Ma anche i supporter yankee trovavano modo di esultare, in una giornata scarsa di soddisfazioni, quando con un ace Tiafoe impattava sul 5 pari. Si arrivava così al tie-break, giusta conclusione per un parziale equilibrato. Era Tiafoe a partire meglio dai blocchi e a portarsi sul 3-0. Qui, forse, era l’emozione e la disabitudine a giocare match di questo livello che lo vedevano sbagliare un passante di rovescio non impossibile e soprattutto commettere una ingenuità a rete, quando non chiudeva una volée che chiedeva solo di essere chiusa.
Cilic coglieva l’attimo e infilava una serie di 4 punti consecutivi, per poi chiudere 7-5 il gioco decisivo. 7-6 Croazia, dopo due ore e un quarto di partita. Il pubblico di casa poteva esultare, mentre l’arbitro Ramos – tornato ad arbitrare a sei giorni di distanza dalla turbolenta finale femminile dello US Open – pronunciava il conclusivo “Game set and match Croazia”. Con questa vittoria Cilic ottiene l’ennesimo record con la maglia croata di Davis: a quelli del maggior numero di tie (ora salito a 24), del numero di anni di convocazione (12) e del maggior numero di singolari vinti (27 con quello di oggi), aggiunge quello del maggior numero di vittorie in totale – tra singolo e doppio – portandosi a 37 e distanziando Ivan Ljubicic.
Ma soprattutto permette alla sua nazionale di giocarsi la possibilità di chiudere già domani la sfida, quando l’inedita coppia di Davis (ma non a livello ATP, dove hanno giocato assieme in qualche occasione negli anni scorsi) composta da Ivan Dodig e Mate Pavic (“Dobbiamo ancora decidere” ha detto il ct Krajan, facendo però intendere che probabilmente toccherà a loro) cercherà di portare il terzo decisivo punto contro un’altra coppia inedita, questa in assoluto, formata da Mike Bryan e Ryan Harrison, convocato all’ultimo proprio a causa del forfait di Jack Sock (“Il doppio è sempre molto importante in Davis, può cambiare l’inerzia di un match. Accadde così due anni fa contro la Croazia che rimontò dallo 0-2. Siamo qui per dare battaglia fino alla fine” ha dichiarato Courier in merito alle chances USA per domani). Anche se, visto come è andata oggi, il ct croato Krajan può dormire sonni tranquilli anche se si dovesse arrivare a domenica (“Non ci rilassiamo di sicuro, ma sicuramente siamo in una bella situazione” il suo commento finale).