“Arriva un momento della carriera in cui devi prendere decisioni importanti”, aveva sentenziato Jo Wilfried Tsonga in conferenza stampa meno di un’ora dopo essere stato costretto ad abbandonare la semifinale di Montpellier contro Pouille. Aveva la partita in mano ma una fitta al ginocchio sinistro, fattasi insopportabile poco dopo aver fallito due match point, lo ha rispedito a casa con un pugno di mosche e dubbi sulla bontà della sua programmazione. Da allora – sono passati ormai sette mesi – il francese non è più sceso in campo. Il guaio al ginocchio sinistro si è dimostrato molto più serio del previsto, tanto da costringerlo un paio di mesi più tardi a sottoporsi a una piccola operazione chirurgica e saltare gran parte della stagione agonistica. La convalescenza sembra però sul punto di concludersi. In un’intervista rilasciata due giorni fa a Francebleu, Tsonga ha confermato di essere ormai pronto al rientro.
“Vedo la fine del tunnel. Questa settimana svolgerò gli ultimi test perché mi sto allenando molto intensamente; se tutto andrà bene, potrò tornare alle competizioni“. Il responso dev’essere stato positivo poiché il francese tornerà in campo la prossima settimana al Moselle Open di Metz, torneo che ha già vinto tre volte. Esordirà contro Peter Gojowczyk al primo turno. Ha anche ottenuto una wild-card per il torneo di doppio. Il 33enne di Le Mans ha inoltre accettato la prima testa di serie dell’Open d’Orleans, challenger che prenderà il via su cemento indoor il 24 settembre.
“Questa è la prima volta che partecipo al torneo di Orleans. Per me è un vantaggio perché non è molto lontano da casa, sono cresciuto a Le Mans. Avrò l’opportunità di invitare amici, ce ne sono alcuni che non mi hanno mai visto giocare a tennis. È vero che non ci sono top 50 ma negli ultimi anni il livello è stato molto alto. Ciò che mi ha spinto a dire di sì è l’incastro nel mio calendario, perché altrimenti avrei dovuto andare a giocare in Asia. Il fatto che sia sceso un po’ in classifica (Tsonga attualmente è n.65 ATP, ndr) mi permette maggiore libertà nella scelta dei tornei”.
Nell’intervista non ha voluto sbilanciarsi a riguardo – “non ho fissato una data, rientrerò in campo quando sarò pronto” – ma alla fine l’ex top 10 ha deciso di fare tappa a Metz prima di tornare a giocare nel circuito minore dopo undici anni. Nel 2007 Tsonga sollevava, al termine del suo ultimo match di categoria contro Ivo Karlovic, il trofeo di Surbiton un mese dopo aver vinto a Lanzarote: a livello challenger ha quindi vinto le ultime dieci partite disputate.
Dal suo rientro in campo però, più che la vittoria finale, si aspetta di poter tornare a percepire le classiche ‘buone sensazioni’. “Voglio semplicemente ritrovare il mio livello. Se ci riesco rapidamente e posso fare bene già in questo torneo tanto meglio, ma l’obiettivo è cominciare con fiducia la prossima stagione. Nel tennis puoi allenarti per due anni di fila e poi alla prima partita ufficiale tornare a sentire dei dolori. Questo può essere molto frustrante“. Jo lo sa bene, perché di infortuni ha dovuto superarne parecchi, ma mai da quando è diventato professionista si è fermato per un periodo così lungo. Non serve sottolineare come un rientro a 33 anni imponga già di per sé maggiore cautela, ma il grande vantaggio del tennista francese è che alle difficoltà professionali si contrappone un momento di grande serenità dal punto di vista familiare.
Padre, novello marito e felicissimo di aver potuto sfruttare questo periodo di riposo forzato per dedicarsi alla famiglia. “In un certo senso la convalescenza non avrebbe potuto essere migliore“, racconta Jo sorridendo. “Abbiamo avuto un bambino lo scorso anno e quest’anno ci siamo sposati, per me è stato bello riuscire a passare del tempo con la mia famiglia. Nelle ultime stagioni sono spesso stato nella top 10, ho avuto un calendario fitto e ho viaggiato molto, quindi non sono stato molto presente. Questa è stata l’occasione per fermarmi un po’, stare più spesso a casa e godermi altre cose oltre al tennis“.
Un tepore familiare che potrebbe quasi avvicinare l’idea del ritiro, ma Jo-Wilfried Tsonga non vuole ancora sentirne parlare. “Per ora non è nei miei piani. Ho subito un duro colpo ma adesso voglio giocare, del futuro mi preoccuperò più avanti. Sento ancora quella fiamma e ho l’impressione di avere ancora un piccolo capitolo del mio libro da scrivere“. Djokovic ci è riuscito con discreta prepotenza, Wawrinka sembra più vicino di Murray a farcela e anche Nishikori ha progressivamente ritrovato il suo tennis. Tsonga scruta l’orizzonte e pensa: in fondo, perché non dovrei farcela anch’io?