Passato il primo Slam senza quartofinalisti dal 1980, la Francia ha ricominciato a sorridere. Lo scorso weekend ha riconfermato la finale di Coppa Davis, da giocare di nuovo in casa, ma le buone notizie non finiscono qui: dopo un infortunio, il primo figlio, l’operazione e il matrimonio Jo-Wilfried Tsonga è finalmente tornato in campo. Per il suo rientro a sette mesi di distanza il trentatreenne franco-congolese ha scelto il sintetico coperto dell’Open de Moselle di Metz, dove dal 2011 al 2015 ha conquistato tre dei suoi dodici titoli ATP 250 (ai quali vanno aggiunti due 500 e soprattutto i Masters 1000 di Bercy e Toronto).
“Sento ancora quella fiamma” aveva detto la scorsa settimana, riferendosi alla voglia di tennis cresciuta durante la convalescenza che lo ha tenuto a casa a fare da papà a Sugar. Nonostante un risultato negativo, una sconfitta in tre set per mano del campione in carica Peter Gojowczyk, la condotta del match da parte di Tsonga dimostra che l’intenzione di tornare è già supportata da un accettabile stato di forma, al netto della stanchezza arrivata un po’ in anticipo. Servizio, colpi da fondo e gioco a rete, almeno per un’ora, hanno funzionato più che bene complicando la vita al tedesco e strappando applausi sinceri e non di semplice incoraggiamento.
Poi, vinto al tie-break un primo set dominato dal servizio, Tsonga non è riuscito a concretizzare palla break nel secondo e la mancanza di abitudine al ritmo da tour si è fatta sentire. Due cali di concentrazione si sono trasformati in altrettanti game di servizio persi, con errori anche grossolani, e tanto è bastato a Gojowczyk per sfruttare il campo veloce per difendere il vantaggio fino alla fine e prenotare l’ottavo di finale contro Kei Nishikori. Poco male: l’importante era fare un test e le prime risposte sono sembrate positive. Senza dubbio più di quelle del primo Wawrinka del 2018, tornato da uno stop simile in condizioni ben peggiori.
Del resto ricominciare non era uno scherzo. L’ex top 10 ha saltato quasi un intero giro, poiché il suo ultimo torneo giocato era stato quello di Montpellier in febbraio (dal quale si era dovuto ritirare a semifinale in corso dopo aver sciupato due match point). La sua classifica inoltre non è ancora particolarmente tragica – è numero 71 ATP, tanto che per essere all’Arénes de Metz non ha avuto neppure bisogno di una wild card – e questo gli consentirà di saltare lo swing asiatico, per non mettere troppa fretta a racchetta e gambe. Da indoor a indoor, lo rivedremo al Challenger di Orleans, a due ore di auto dalla sua Le Mans.
A rappresentare il tricolore francese al turno successivo ci saranno comunque almeno cinque tennisti, uno dei quali “cittadino”. Alle teste di serie Pouille e Gasquet, dotate di bye, e al vincente del derby del mercoledì tra Paire e Halys, si sono aggiunti il qualificato Constant Lestienne e soprattuto Ugo Humbert, nato proprio a Metz. Prospetto niente male, il classe 1998 aveva ottenuto la sua prima vittoria nel circuito maggiore due settimane fa a Flushing Meadows grazie a un sorteggio comodo. Oggi ha fatto il bis, battendo in rimonta Bernard Tomic grazie a 17 ace (più di uno ogni game) e soprattutto senza nessun… aiuto particolare da parte dell’australiano.
Risultati:
[Q] C. Lestienne b. J. Zopp 6-3 7-5
[5] N. Basilashvili b. [Q] K. De Schepper 6-2 7-6(0)
[WC] U. Humbert b. [Q] B. Tomic 6-7(5) 6-3 6-4
[Q] M. Bachinger b. J. Munar 6-4 6-4
P. Gojowczyk b. J.W. Tsonga 6-7(5) 6-3 6-4
R. Albot vs P.H. Herbert