Alla fine l’ATP ha deciso di sospendere per due tornei (e senza paga) Mohamed Lahyani in seguito alle vicende che lo avevano visto protagonista di un atipico caso di “coaching” agli US Open. Durante il match di secondo turno tra Nick Kyrgios e Pierre-Hugues Herbert, il giudice di sedia è sceso a incoraggiare il giocatore australiano che in quel momento era sotto di un set e di un break. “Sei meglio di così, Nick. Ti voglio aiutare. Non è un bello spettacolo quello che stai offrendo”. Questo il discorso rivolto a Kyrgios, che ha poi finito col ribaltare la partita. Che siano state le parole di Lahyani o meno a far scattare qualcosa nella mente di Nick non è dato saperlo, fatto sta che con questo gesto l’arbitro svedese ha palesemente trasceso i limiti del suo ruolo.
Kyrgios won the second set after a pep talk from the chair umpire Mo Lahyani.
A USTA rep told me it is already looking into Lahyani's conduct in this match.
Absurd scenes. #USOpen pic.twitter.com/6qTMaoqPQd
— Ben Rothenberg (@BenRothenberg) August 30, 2018
La sanzione dell’ATP non segue quindi la linea di condotta adottata dalla USTA (United States Tennis Association). Sulle prime infatti, la federtennis statunitense aveva diramato un comunicato molto controverso che puntava a scagionare in toto Lahyani, mentre successivamente aveva fatto retromarcia, limitandosi però ad un’ammonizione senza ulteriori provvedimenti. Il giudice di sedia svedese ha di fatto continuato ad arbitrare durante il torneo, ma è stato relegato a match di secondo piano, per lo più di doppio.
L’ATP ha però ritenuto necessaria una punizione, vista anche la posizione di primo piano che Lahyani ricopre all’interno dell’associazione e della truppa degli arbitri. Lo svedese è infatti uno dei sette giudici di sedia che lavora a tempo pieno per l’ATP (gli altri sono Carlos Bernardes, Damien Dumusois, Cedric Mourier, Fergus Murphy, Ali Nili e Damian Steiner). “Nonostante si sia verificato agli US Open, sotto la giurisdizione della USTA, l’incidente è anche soggetto all’azione disciplinare dell’ATP essendo Lahyani un impiegato a tempo pieno dell’ATP e considerati gli alti standard che si richiedono ai giudici di sedia, a prescindere dagli eventi a cui sono stati assegnati, per mantenere l’integrità del Tour“. Così dichiara una nota dell’associazione rilasciata al New York Times.
Lahyani salterà dunque il torneo di Pechino e il Masters 1000 di Shanghai, per poi tornare probabilmente ad arbitrare in quel di Stoccolma. “Mohamed è un ufficiale di classe mondiale e molto rispettato, tuttavia le sue azioni durante il match hanno oltrepassato una linea che ha compromesso la sua imparzialità di arbitro“, ha affermato Gayle David Bradshaw, vicepresidente esecutivo dell’ATP. “Anche se mosse da buone intenzioni, le sue azioni non potevano rimanere senza conseguenze. Sappiamo che imparerà da questa esperienza e non vediamo l’ora di riaccoglierlo ad ottobre“.