FINALMENTE CECK! – Tra i pochissimi intimi del campo 1, Marco Cecchinato riesce finalmente ad ottenere la sua prima vittoria ATP sul cemento (0-9 il suo bilancio in carriera sin qui) e si prende la rivincita della semifinale persa pochi mesi fa ad Eastbourne contro lo slovacco Lukáš Lacko (77 ATP). L’inizio sembrava presagire un’ altra sconfitta senza appello come quella sull’erba inglese, con il numero 22 al mondo in affanno nello scambio e molto falloso col rovescio, ma dal 4-2 sotto comincia a prendere feeling con i colpi e prova ad anticipare più spesso la palla in modo da non dare il tempo allo slovacco di poter liberare il suo dritto a sventaglio. È una tattica che paga, prima con due palle break nell’ottavo gioco annullate dallo slovacco e poi con il break al decimo gioco, quando Lacko è andato a servire per chiudere il set. L’inerzia del set è ormai segnata, e nel dodicesimo game Marco alza ulteriormente il livello, regge molto bene la diagonale di sinistra dove Lacko martella col dritto inside out e si prende il parziale. Il trend positivo per la testa di serie nr. 3 continua, che va avanti di un break nel quarto gioco grazie ad un bellissimo lob in recupero da fuori dal campo su una veronica cortissima di Lacko. Il match sembra ormai ben indirizzato, ma nel settimo gioco Cecchinato ha un inspiegabile black out con alcuni gratuiti decisamente evitabili che rimettono il set in parità. Prima del tie break, l’unico episodio degno di nota è una grandissima occasione sprecata dal tennista palermitano che non chiude un comodo schiaffo che l’avrebbe portato a due match point in risposta.
Il jeu decisif sembra a senso unico, Cecchinato commette due brutti errori col rovescio mentre Lacko scaglia due ace e una risposta all’incrocio delle righe per procurarsi cinque set point. Marco sul suo servizio con degli ottimi scambi giostrati col rovescio annulla i primi due e nel momento della verità Lacko spreca i due minibreak di vantaggio incartandosi proprio con il dritto che l’ha portato fino a qui. Da questo momento lo slovacco sembra aver subìto il contraccolpo psicologico, Cecchinato si limita a tenere lo scambio e questo basta a convertire il primo match point e completare il parziale di 7 punti a zero che lo portano ai quarti di finale, dove inconterà, sicuramente da sfavorito, il vincente tra Bautista Agut e Youzhny
MATTEO COMBATTE, POI CEDE – Il programma del day 4 del ricco St. Petersburg Open si apre con il match inedito e proiettato al futuro tra Denis Shapovalov (34 ATP) e Matteo Berrettini (62 ATP). Le condizioni molto veloci (caratterizzate da una superficie rapida come il Rebound Ace utilizzato per gli Australina Open per 20 anni oltre che il contesto indoor) e la spiccata propensione offensiva dei due contendenti producono un primo set in cui gli scambi brevi sono una costante e le discese a rete frequenti, anche grazie all’ottima resa al servizio di entrambi. Il primo e unico sussulto prima di arrivare al tie break è una palla break nell’ottavo gioco per il canadese, conquistata a suon di risposte incisive con il suo mai banale rovescio monomane ma annullata dal ventiduenne romano con una stop volley titubante ma bastevole.
Il gioco decisivo (dei quali il canadese ha il magro bottino di 9 vinti e 16 persi nel 2018 a fronte di un equilibrato 7-6 per Matteo) propone diversi punti degni di nota, tra i quali figura un notevole rovescio incrociato stretto per Shapovalov e un bellissimo punto con accelerazione di dritto, smorzata millimetrica con l’avversario lontano e chiusura a rete per Berrettini prima che quest’ultimo si porti al set point, annullato con particolare lucidità dal canadese grazie a un ottima seconda slice esterna tipica per un mancino nei momenti di difficoltà. Al cambio campo, Berrettini concede a sua volta un set point insaccando un rovescio agevole a metà rete ma non riesce ad annullarlo, costretto a rincorrere sin dall’uscita dal servizio a causa di una risposta di rovescio sporca ma profonda del nr.7 del seeding propedeutica a costruire il punto poi chiuso con agio con uno smash sopra la rete. Il grande equilibrio del primo set si protrae anche nel secondo, nonostante gli scambi più lunghi diventano più frequenti e soventemente vengono vinti dal tennista canadese sopratutto sulla diagonale di sinistra, ma Berrettini rimane solido e molto costante al servizio grazie anche alla sua seconda spesso giocata vicino alle righe, ma in risposta il tennista romano appare in difficoltà sulle seconde cariche del mancino 19enne.
L’equilibrio si incrina nel proverbiale settimo gioco, nel quale Berrettini concede con qualche ingenuo gratuito due palle break non consecutive, annullate con la collaudata combinazione servizio-dritto e un ace. L’andamento del gioco suggerisce che il canadese abbia in mano l’inerzia del match, ma quando egli si ritroverà a servire per rimanere nel set nel decimo gioco, Berrettini si porta 0-30 grazie ad un bel passante agevolato da uno Shapovalov avvicinatosi a rete con sufficienza e che sotto pressione sbaglia due dritti, uno dei quali a campo spalancato, e concede a zero il primo break del match e procastina il verdetto di questo incontro al set decisivo.
Verdetto che non si farà attendere, poiché il canadese si riprende già dal primo game, nel quale gioca ottime risposte e si porta a palla break con un grande rovescio lungolinea, ma è annullata dalla solita ottima prima di Berrettini. Negli scambi lunghi comunque il tennista azzurro continua a subìre, annulla la seconda palla break con una prima a 220 km/h esterna sulla riga ma concede il servizio alla terza con una stop volley a rete. Da questo momento il match sfugge dalle mani di Berrettini, travolto da uno Shapovalov esaltato dal break che chiude virtualmente la contesa con una difesa in lob su uno smash dell’italiano che si trasforma in un perfido lob imprendibile e poi dilaga sino al 6-0 finale che lo porterà a sfidare Martin Kližan, giustiziere di Fognini e campione di questo torneo nel 2012.
IL GRAN SALUTO DEL COLONNELLO – Mikhail Youzhny lascia il tennis giocato con un match fantastico contro lo spagnolo Roberto Bautista Agut (26 ATP) che rovina la festa di un Petersburg Sports and Concert Complex di San Pietroburgo gremito. In palio c’è solo un quarto di finale in un ATP 250, ma per Misha ogni match qui può essere l’ultimo e questo si vede già nel primo set, nel quale i ribaltamenti di fronte sono continui e ogni game è una lotta senza quartiere. Sicuramente, oggi il moscovita ha mostrato tutto il suo incredibile campionario tecnico dal lato del rovescio, che ad ogni colpo poteva diventare spada con vincenti lungolinea fulminanti o fioretto con squisite variazioni in back. Dall’altro lato, la regolarità di Bautista, oggi frutto di un algoritmo rigoroso nel quale nulla è lasciato al caso, crea un confronto di stili stupendo dal quale è difficile non essere ammaliati. Il primo parziale è una maratona lunghissima, conclusasi al tie break dopo un’ora e 10 di gioco: il russo a suon di rovesci vincenti si guadagna due set point, ma Bautista è bravissimo ad annullarli con un servizio vincente ed un ottimo scambio comandato da fondo. Alla fine, è proprio lo spagnolo ad aggiudicarsi il set, sfruttando un insolito rovescio lungo del russo che nei punti importanti sembra sentire la tensione.
Si sa che Youhzny è un lottatore ed è evidente nel secondo set, nel quale invece di scoraggiarsi alza ancora il livello e domina, complice anche un lieve calo di Bautista al servizio. Si arriva dunque al set decisivo, che nei primi giochi vive una fase di transizione per poi accendersi dal sesto gioco, nel quale il russo si ritrova 0-30 al servizio ma torna su grazie ad un servizio vincente e sopratutto grazie ad un pazzesco scambio lungo 24 colpi nel quale il russo ha corso da una parte all’altra del campo prima di scagliare un vincente di rovescio incrociato alla velocità di 141 chilometri orari. Il game successivo Youhzny sente che è il momento decisivo per aggiudicarsi il match e si porta a due palle break consecutive dando fondo alle ultime energie, ma Bautista è davvero una macchina oggi e le annulla comandando lo scambio con estrema attenzione tattica. Il vincitore della Coppa Davis 2002 (e che vittoria!) e bi-semifinalista a New York è visibilmente stremato dalla dura lotta e paga la fatica profusa cedendo il break, tradito proprio dal suo celebre rovescio ad una mano. Non ci sarà più niente da fare per il moscovita, che riceve il foglio di congedo dal tennista di Valencia che chiude la contesa con un serve & volley.
THIEM AVANZA – Per l’ultimo match di giornata, Dominic Thiem (8 ATP) batte in due set equilibrati il tedesco Jan-Lennard Struff (50 ATP). La prima testa di serie ha bisogno di qualche game di acclimatamento e va anche sotto di un break prima di conquistare il primo set al tie-break, chiuso da una splendida risposta incrociata di rovescio. Nel secondo parziale invece basta un break nel terzo gioco all’austriaco, che ha annullato col dritto (colpo spesso sottovalutato) le tre palle break conquistate dal coriaceo avversario teutonico. Thiem affronterà domani nei quarti l’ultimo russo in tabellone Daniil Medvedev, che ha battuto in due comodi set il kazako Kukushkin. Infine, bene anche Dzumhur, che nel 2017 riuscì a compiere una doppietta in terra russa vincendo sia qui (battendo in finale Fabio Fognini) che a Mosca. Il bosniaco affronterà Wawrinka, battuto quest’anno nell’unico precedente di Dubai nel quale lo svizzero era ancora in fase di rodaggio.
Niccolò Masiero
Risultati:
[7] D. Shapovalov vs M. Berrettini 7-6(6) 4-6 6-0
[6] D. Dzumhur b. G. Pella 6-4 6-4
[8] D. Medvedev b. M. Kukushkin 6-3 6-4
[3] M. Cecchinato b. L. Lacko 7-5 7-6(6)
[5/WC] R. Bautista Agut b. [WC] M. Youzhny 7-6(6) 3-6 6-3
[1] D. Thiem b. J.L. Struff 7-6(4) 6-4