Nell’ottava settimana consecutiva con un italiano in finale nel circuito Challenger – sarebbero dieci, considerando anche il doppio – la striscia di titoli italiani senza interruzione si ferma a quattro: il padrone di casa Stefano Napolitano deve arrendersi a Delbonis nella sua Biella. Sul cemento taiwanese di Kaohsiung invece si impone Gael Monfils, a circa un anno di distanza dall’affermazione di un altro top 50 francese nel circuito cadetto, Gasquet, a Szczeczin.
Thindown challenger Biella (terra battuta, €43,000)
In un insolitamente assolato pomeriggio di Settembre a Biella, una delle capitali storiche dell’industria tessile italiana, la finale della ventesima edizione vede per la prima volta in campo un atleta biellese, Stefano Napolitano (23 anni, 250 ATP), alla sua quinta finale in carriera. Per il ragazzo biellese c’è una ulteriore motivazione: il campo 6 “Pietro Alvigini” lui lo conosce a menadito visto che proprio lì ha preso in mano la sua prima racchetta sotto lo sguardo di papà Cosimo e mamma Cristina. Per “Teti” l’ostacolo ha il nome di Federico Delbonis (27 anni, 101 ATP), argentino con un passato neanche troppo lontano da top 50 e con scalpi illustri in bacheca, tra i quali quello di Sua Maestà Roger Federer.
La strada per la finale è stata sicuramente più agevole per il tennista sudamericano, che ha lasciato solo un set al qualificato Satral al primo turno, mentre Napolitano ha dovuto affrontare e sconfiggere la tds n. 1 Carballes Baena. Il 6-4 6-3 a favore di Federico Delbonis conferma il pronostico ma non dice abbastanza della lucidità dell’italiano che ha più volte preso la via della rete, non sempre con successo, compreso di non avere troppe chance nello scambio da fondo. A inizio partita è l’italiano il giocatore più intraprendente ma il progressivo pressing di Delbonis si concretizza nel decimo game, al primo set point. Napolitano parte con coraggio anche nel secondo parziale ma è il primo ad accusare la stanchezza, mentre l’argentino sembra aver capito come tenere il suo avversario lontano dalla rete e finisce per convertire il secondo match point sul 5-3 con un dritto lungolinea. Delbonis vince il decimo torneo challenger in carriera, il primo del 2018; per Stefano è la quarta sconfitta in finale (terza nel 2018).
Kaohsiung OEC Open (Chinese Taipei, cemento, $150,000)
Gael Monfils conquista il challenger più ricco della settimana battendo in finale il coreano Kwoon Soon, dopo aver sconfitto un altro coreano in semifinale (Duck Hee Lee) e Gulbis ai quarti. Nonostante la differenza di valori in campo il francese è dovuto ricorrere al terzo set a causa di una distrazione – non così infrequente per lui – che gli è costata il secondo parziale. Il ventenne coreano specializzato in finali challenger asiatiche – questa è la terza, nessun titolo vinto – fa un bel salto in classifica e si avvicina alla top 200. Per Monfils si tratta invece del sesto titolo di categoria in altrettante finali giocate: il francese non giocava un challenger dal 2013, quando aveva chiesto una wild card a Bordeaux e si era aggiudicato il torneo; curiosamente anche quella partecipazione interrompeva un’assenza dal circuito durata cinque anni, poiché prima della vittoria a Bordeaux aveva giocato e vinto il challenger di Marrakech nel 2008. Riassumendo, dal 2008 il francese ha giocato un challenger ogni cinque anni senza perdere neanche un incontro. “Non è mai facile vincere un challenger. Mi dà molta fiducia aver battuto cinque avversari così duri“, ha dichiarato ‘La Monf’ con il trofeo in mano.
Columbus Challenger (USA, cemento, $75,000)
Michael Mmoh riporta il trofeo negli Stati Uniti battendo in finale l’australiano Thompson in due set (6-3 7-6). Per il 20enne nato in Arabia Saudita l’ingresso in top 100 dista adesso soltanto otto posizioni e una manciata di punti: è il terzo titolo challenger in carriera, tutti conquistati sul cemento e negli Stati Uniti. Thompson – era la prima testa di serie del torneo – migliora un record non troppo fortunato in virtù della quarta sconfitta in cinque finali di categoria nel 2018: dopo essersi imposto a Chennai a febbraio, infatti, è stato runner-up a Kyoto, Seoul e Birmingham. È il giocatore ad aver disputato più finali quest’anno.
Sibiu Open (Romania, terra, €43,000)
Prima finale e primo titolo per il 26enne rumeno Dragos Dima, in tabellone grazie a una wild card. Dopo aver sconfitto il secondo favorito Novak al primo turno, Dima ha ‘rubato’ il suo percorso e si è presentato in finale a sfidare il qualificato olandese Jelle Sels, battendolo nettamente per 6-3 6-2. L’inaspettato exploit gli permette di raggiungere il best ranking, per la prima volta tra i primi trecento giocatori del mondo (n.279).
Ha collaborato Andrea Franchino