In un circuito sempre in fermento come quello femminile, in cui le mezze stagioni di gloria abbondano e il ventaglio delle contendenti è sempre ampio, è facile non notare una sparizione. Nell’estate del 2016 Margarita Gasparyan, allora promettente giocatrice in fieri, si ferma per sottoporsi a un intervento al ginocchio: è l’inizio di un calvario misterioso, al quale si aggiungeranno altre due identiche operazioni chirurgiche e che, complice l’assenza della russa da ogni social network, in non troppo tempo la fa quasi dimenticare. Il ritorno al tennis, senza classifica, arriva soltanto al termine del 2017.
Se a svanire nel nulla ci aveva messo poco, Gasparyan ha però fatto di tutto per mostrare forte e chiara la sua ricomparsa. Chi si è preso la briga di gettare un occhio sul cemento verde-terracotta dell’International di Tashkent, questa settimana ha potuto ammirare un ranking protetto trasformarsi in un comeback in piena regola, culminato con una finale stravinta 6-2 6-1 in sessantuno minuti. Il derby russo con la giovanissima qualificata Anastasia Potapova, sua compagna di doppio nel tabellone parallelo, è stato un dominio dall’inizio alla fine, sia sotto il profilo tecnico e tattico che sotto quello mentale.
Un dominio di segno diverso in ciascun set, nonostante il punteggio molto simile. Gasparyan è scappata avanti 4-0 in entrambi i parziali, ma i primi game dell’incontro sono stati tutti in equilibrio. Molto semplicemente, è stata bravissima a vincere i famosi punti importanti: due volte da 30-40 in risposta, due volte da 30 pari sul servizio, ha alzato il livello di gioco e di concentrazione e ha sempre avuto la meglio. Annullata poco dopo l’unica palla break concessa nell’incontro, Margarita ha proseguito senza battere ciglio mentre la sfida rotolava silenziosa e inesorabile come una balla di fieno giù da una collina, fino al doppio fallo finale.
Quando si parla di maggiore esperienza come elemento chiave di una vittoria, viene spontaneo associarla a un gioco conservativo. Per avere la meglio sulla potenza irruente di Potapova tuttavia Gasparyan non ha tirato meno forte. Sia con lo schema servizio-dritto che con lo splendido rovescio monomane – una vera rarità al femminile – la ventiquattrenne moscovita ha spinto con costanza, giocandosi però le carte del rischio soltanto nei momenti giusti. Gli applausi, dall’unica maxi-tribuna sul lato corto dei campi affiancati, hanno accompagnato i suoi tanti vincenti e anche un inusuale cambio di mano, per recuperare con un dritto mancino una palla difficile.
Frustrata anche da alcune pessime chiamate dei giudici di linea, Potapova è scoppiata in lacrime durante il coaching di Irina Doronina a metà del secondo set. La partita era ormai sfuggita di mano alla ragazza del 2001, perciò vale la pena segnalarlo soltanto per il netto contrasto con gli interventi di Carlos Martinez, l’allenatore della sua avversaria. Visto l’andamento dell’incontro lo spagnolo non ha dovuto fare molto per indirizzare Gasparyan (a più riprese ha tentato, invano, di consigliarle di giocare più in sicurezza: per fortuna lei non ha sbagliato mai) ma una parte di merito per il titolo va accordata anche a lui.
Quando Gasparyan si era trovata a un passo dall’eliminazione contro Tatjana Maria, nel terzo set degli ottavi di finale, lo storico coach di Svetlana Kuznetsova la ha scossa con parole forti. “Vuoi lottare o no? Non stare lì a fare la ‘poverina’, perché puoi ancora vincere” le ha detto. Ha funzionato alla perfezione e oggi i due hanno festeggiato con uno splendido abbraccio il secondo titolo della carriera della russa, il primo insieme. Il successo a Baku nel 2015 sembra ormai provenire da un passato lontano, e forse è un bene: Margarita ha mostrato di avere ancora tantissimo da dare, nonché le qualità per ritagliarsi in fretta il suo spazio.
Potapova invece perde la sua seconda finale, la quinta su cinque in stagione contando anche i tornei ITF. Segno che la precocità c’è, la maturità ovviamente non ancora. Può consolarsi: da lunedì farà il suo ingresso in top 100, insieme alle altre native del terzo millennio Anisimova e Danilovic. Tre minorenni a pagina uno della classifica non si vedevano dal marzo di dieci anni fa, quando una di loro era la futura numero uno Caroline Wozniacki. Senza dubbio vorranno imitarla. Gasparyan invece va per la sua strada: quattro mesi fa era fuori dalle prime mille, oggi risale alla posizione 138 ed è di nuovo la tennista che era mancata a tutti. Anche a chi non se lo ricordava.
Risultato:
M. Gasparyan b. [Q] A. Potapova 6-2 6-1