Il 2018 è un anno da record per il tennis italiano. Dopo la storica cavalcata di Marco Cecchinato al Roland Garros, la prima semifinale Slam di un azzurro dai tempi di Corrado Barazzutti, ora anche il ranking fa sorridere l’Italia. Grazie alla sconfitta di Roberto Bautista Agut nel terzo turno del Masters 1000 di Shanghai, Cecchinato entrerà in top 20, precisamente al 19esimo posto, facendo compagnia a Fabio Fognini già 13esimo, da tempo un abitué della zona. Due azzurri nei primi venti giocatori del mondo non si vedevano da più di 39 anni, quando nell’ultima settimana di maggio della stagione 1979 fecero registrare la statistica Corrado Barazzutti e Adriano Panatta (rispettivamente n.16 e n.19).
L’uscita di scena prematura al Roland Garros (difendeva la semifinale, quella del 1978, di cui tanto si è parlato nel giugno scorso) costò l’uscita dai primi venti a Barazzutti, che un anno dopo riuscì anche a rientrarci, ma mai più assieme a Panatta. Da allora fino all’11 ottobre 2018, solo in due occasioni si è andati vicino al record. A cavallo tra il 1995 e il 1996 i maggiori rappresentanti del tennis azzurro sono Andrea Gaudenzi e Renzo Furlan. Quest’ultimo sfondò il muro della top 20 nella secondo metà della stagione ’96, quasi subito dopo l’uscita di Gaudenzi. Diciassette anni dopo ci andarono vicinissimi Fabio Fognini e Andreas Seppi. Nell’agosto 2013, Fabio occupava la 16esima posizione, ma Andreas non riuscì a spingersi oltre il 21esimo posto.
Pur essendo un risultato assai rilevante per il movimento azzurro, i margini di miglioramento ci sono eccome. Al momento c’è una nazione che fa meglio dell’Italia nei piani alti della classifica ed è la Croazia, che piazza due uomini (Cilic e il neo-entrato Coric) in top 15; Argentina e Stati Uniti, come l’Italia, ne hanno due in top 20 sebbene possano entrambe vantare un top 10 (del Potro e Coric). Gli USA, però, perderanno a breve Jack Sock destinato a precipitare in classifica.
Tornando alle prospettive dei due italiani, basti pensare che Fabio Fognini quest’anno non è andato molto lontano dalla qualificazione alle ATP Finals, tradito da un US Open deludente e da una caviglia dolorante, che l’ha costretto a ritirarsi dal torneo di Shanghai. In termini di ranking, è difficile ma non impossibile che il ragazzo di Arma di Taggia quest’anno migliori il suo best ranking. Rischia di perdere una posizione da lunedì, se Borna Coric raggiungerà la finale nel Masters 1000 cinese, ma di sicuro ne guadagnerà una dopo che verranno scalati i punti allo sfortunatissimo Goffin. Poi le sorti della sua classifica dipenderanno molto dal risultato che farà registrare a Stoccolma, dove difende la semifinale conquistata dodici mesi fa. Gli ultimi due tornei che Fabio ha nel suo programma sono Vienna e Parigi Bercy, dove non ha nulla da difendere (un anno fa venne sconfitto da Schwartzman al primo turno in Austria e saltò il torneo parigino).
Marco Cecchinato ha appena una trentina di punti da difendere da qui a fine stagione, dal momento che a fine 2017 militava ancora stabilmente nel circuito Challenger. Davanti a lui c’è Jack Sock, che sicuramente crollerà ulteriormente in classifica poiché non avrà la possibilità di difendere i punti del Masters di Londra, ma occhio nelle retrovie a un pimpante Medvedev (21), che potrebbe ancora migliorarsi. Il siciliano ha in programma di chiudere la stagione con i tornei di Mosca, Basilea e Parigi Bercy, campi ostici per le sue caratteristiche, ma la buona posizione in classifica (e la conseguente possibilità di essere tra le teste di serie) potrebbe offrirgli dei tabelloni abbordabili per provare a mettere le tende nella zona medio-alta del ranking.
In sostanza, ci sono buone possibilità che Fognini e Cecchinato rimangano in top 20 fino alla fine dell’anno. Dovessero riuscirci, eguaglierebbero Panatta e Bertolucci che, unici nella storia del tennis italiano, riuscirono a concludere la stagione 1973 tra i primi venti giocatori: Panatta al 14esimo posto, Bertolucci al 20esimo.