Per il gioco espresso in queste settimane, probabilmente Qiang Wang avrebbe meritato più dell’unico titolo vinto a Guangzhou contro Yulia Putintseva. A Wuhan si è arresa di tennis e di gambe all’ottima Kontaveit, a Pechino non ha avuto possibilità al cospetto di Wozniacki e qui ad Hong Kong, dove giocava sostanzialmente da favorita, è stata sommersa dagli oltre trenta vincenti della diciottenne Dayana Yastremska, che diventa così la seconda giocatrice nata nel nuovo millennio a vincere un titolo dopo Olga Danilovic, campionessa a Mosca. Yastremska farà anche un significativo salto in classifica raggiungendo la 66esima posizione, a poco più di 200 punti dalla top 50; questo risultato le permetterà anche di evitare le qualificazioni nel prossimo torneo di Lussemburgo e di prendere parte al tabellone principale come Special Exempt (esordirà contro Flipkens).
Trentatré a sette. Basterebbe questo dato, il confronto dei colpi vincenti, a spiegare quanto sia apparsa inerme la cinese al cospetto della giovane tennista ucraina. Un dato che assume ancora maggior valore se si considera che Wang, le cui gambe al momento girano a mille, non è esattamente la giocatrice contro cui sia più semplice vincere il punto senza permetterle neanche un tocco. Yastremska affronta la partita come un unico gigante game da archiviare al più presto, dimostrando in egual misura personalità e voglia di primeggiare. Fatte le prove generali nel primo turno di servizio di Wang, dal 2-2 attiva una modalità di gioco semplicemente insostenibile per le difese della sua avversaria: va a segno con entrambi i fondamentali, sebbene la sua postura in campo tradisca la preferenza del dritto, e lasciando solo sei punti a Wang nei restanti quattro giochi del set chiude con un perentorio 6-2.
Continuando a spingere senza sosta, Yastremska porta a otto la striscia di game vinti consecutivamente allungando sul 4-0 anche nel secondo set. Adesso la cinese non è sottomessa solo dal punto di vista tennistico ma anche sotto il profilo agonistico, e l’ucraina si lancia in alcuni incitamenti tanto esuberanti da apparire financo eccessivi (ma data l’età, sono comportamenti ampiamente perdonabili). Il game che Wang riuscirà a vincere nel secondo parziale può fermare solo parzialmente la furia di Yastremska, che ottiene un altro break e va a servire sul 5-1 per il primo titolo nel circuito maggiore. Nonostante la diciottenne provi a soffocare la tensione con il solito gioco di pressione, servire per un traguardo così importante è un evento che normalizza le reazioni di tutti e porta, invariabilmente, ad avere un po’ di braccino. Yastremska aveva giocato sei finali prima di oggi ma tutte nel circuito ITF, l’ultima delle quali a Roma quest’anno contro la (poco) più giovane Potapova, 17 anni: quella partita si era trasformata nella perfetta rivincita della finale junior persa a Wimbledon nel 2016.
In quell’occasione, sui prati di Church Road, Yastremska era riuscita ad annullare sei match point alla sua avversaria prima di capitolare. Oggi è lei a sprecarne tre prima di poter finalmente alzare le braccia al cielo e liberare la comprensibile commozione. Yastremska, nelle battute finali, oscilla tra esuberanza e paura: si guadagna il secondo match point con un ace e lo sciupa con un doppio fallo, con un altro errore al servizio – questo di quasi un metro – concede a Wang una palla break e poi ancora un’altra a causa di un dritto sballato. Poi, un ultimo momento di lucidità: cancella la quarta e ultima occasione di rimonta della cinese con un prepotente dritto al volo, si guadagna il quarto match point con un dritto incrociato di notevole fattura e chiude la contesa con un servizio vincente, facendo tutto in pochi secondi per evitare di tornare ad accusare la tensione.
La ragazza ha compiuto 18 anni lo scorso maggio e ogni pronostico si può fare sul suo conto. A suo favore giocano una conformazione fisica compatta e agile, che le permette di sprigionare potenza nei colpi e grande elasticità nei gambe. La prima di servizio è già molto strutturata in relazione ai 175 centimetri di altezza, che la configurano come un normotipo a livello femminile, mentre sulla seconda si dovrà ancora lavorare (è un difetto molto comune a quest’età, che non preoccupa più di tanto). Soprattutto Dayana fa male da fondo campo con entrambi i fondamentali, rischia e dimostra di voler essere sempre la prima a decidere come giocare il punto. Alcuni eccessi di personalità andranno forse smussati, ma non è il tempo di migliorarsi a mancarle. Di sicuro c’è una cosa: tra Yastremska e Danilovic, con le aggiunte di Potapova e Anisimova (che hanno entrambe già raggiunto una finale, pur sconfitte), sembra davvero che le millenial abbiano intenzione di incendiare il circuito con largo anticipo sulla tabella di marcia.
A.S.
D. Yastremska b. [6] Q. Wang 6-2 6-1