MOSCA
Prenotate il lettino dello psicanalista a Kiki Bertens, ma fate presto. Sconfitta in un mare di improperi e ripetute minacce all’attrezzatura tecnica in dotazione da Aliaksandra Sasnovich, la disperatissima olandese ha salutato Mosca e le Finals di Singapore, mancando scelleratamente di scartare il generoso regalo offertole da Karolina Pliskova, la quale, dimenticatasi di scendere in campo, nella tarda mattinata aveva raccolto tre giochi contro la tenace e qualificata Vera Zvonareva. A Kiki sarebbe bastato vincere due partite – quella persa oggi e la prossima, al cospetto di Johanna Konta, brava a superare anche Gavrilova dopo aver estromesso Elise Mertens – per volare in estremo oriente, ma il famoso linguaggio del corpo, persino meno edificante rispetto a quello mostrato la scorsa settimana a Linz nel match un po’ buttato contro Margarita Gasparyan, l’ha costretta per lunghi momenti a un’impossibile sfida con sé stessa, lontana dall’obiettivo vero.
La bielorussa, acquisita per osmosi buona parte della fifa blu avversa, ha provato a rimettere Bertens sull’aereo per l’Asia in più di un’occasione: dapprima facendosi rimontare dal tre a zero nel set decisivo; poi sprecando tre match point esibendo, proprio sul terzo, e visto che siamo in periodo di awards di fine stagione, quello che con ogni probabilità vincerebbe il premio per il rovescio più brutto dell’anno. Avuta e sprecato l’estremo appiglio di una palla break che l’avrebbe fatta tornare nell’incontro, Bertens ha gettato in rete la risposta di rovescio definitiva: per andare alle Finals, tutte le sue speranze sono riposte nella malconcia schiena di Simona Halep.
Nel resto della giornata, da segnalare l’uscita di Sloane Stephens, terza testa di serie in gara, la quale, sfruttando lo sfruttatissimo adagio da Prima Repubblica “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca“, sempre valido per proprietà estensive e lungimiranza dell’assunto, non è sembrata particolarmente interessata a dare l’anima contro Ons Jabeur: piombata sulla wild card offerta dagli organizzatori con il preciso intento di tenere Elina Svitolina a distanza di sicurezza nella corsa alle finali di Singapore e raggiunto lo scopo, la regina di New York 2017 ha pensato di fare le valigie con qualche giorno di anticipo, magari avendo incassato un non disprezzabile gettone di partecipazione. Del resto, Mosca è di strada.
Risultati:
[Q] O. Jabeur b. [3] S. Stephens 6-3 6-2
[8] A. Kontaveit b. K. Mladenovic 6-2 7-6(3)
[Q] V. Zvonareva b. [2] K. Pliskova 6-1 6-2
[5] A. Sevastova b. Y. Putintseva 7-5 4-6 6-4
A. Sasnovich b. [4] K. Bertens 6-3 4-6 6-3
A. Pavlyuchenkova b. [LL] V. Grammatikopoulou 7-5 6-0
J. Konta b. D. Gavrilova 6-4 3-6 6-3
[6] D. Kasatkina b. A. Cornet 3-6 7-5 6-4
LUSSEMBURGO
Molto più tranquillo il pomeriggio nel Granducato, anche se Donna Vekic potrebbe confutare l’affermazione: opposta alla rampante francesina Fiona Ferro, ventunenne 103 del mondo dal carattere benaugurante, la biondissima croata ha dovuto cedere (male) il primo set prima della dura rimonta che l’ha comunque obbligata a prevalere solo al dodicesimo gioco del terzo set. Insieme a Vekic hanno trovato facilmente la strada per i quarti anche la sempre più convincente Vera Lapko, la prima dama del draw Julia Goerges e la solita Gasparyan, giunta alla nona vittoria nelle ultime dieci partite disputate. Menzione a parte meritano Belinda Bencic ed Eugenie Bouchard, entrambe impegnate in un complicato ritorno ai livelli che furono: le due hanno complessivamente lasciato cinque giochi a Jakupovic e Suarez Navarro.
A squarciare lo scorrere relativamente piatto del torneo lussemburghese è però arrivato un altro consistente squillo di Dayana Yastremska, la 18enne ucraina che la scorsa settimana ha messo in fila tutte le avversarie in quel di Hong Kong. Per nulla intimorita dal cambio di sede e superficie, né fiaccata dalle tre ore dell’incontro di ieri contro Lepchenko, Yastremska ha battuto la prima top 20 della sua giovane carriera. Non avrebbe potuto trattarsi che di Muguruza, che da quanto appare irriconoscibile rispetto alla sua miglior versione sta diventando, per converso, sempre più riconoscibile in questa nuova, mediocre, veste. Altri 26 vincenti e il solito carico di esuberanza ad abbattersi sui resti della campionessa spagnola, mai capace di accendersi nel corso della partita. Un debole segnale a inizio secondo set, quando ha recuperato lo svantaggio che sembrava definitivo fino al 3-3, per poi uscire gradualmente dalla partita senza mettere a referto altri game. Doveva trattarsi di una sfida molto interessante ma ha ampiamente deluso le aspettative, per colpa di chi non ha fatto rispettare i suoi galloni di favorita ma soprattutto per merito di chi, al momento, ha tennis e personalità per sfidare qualunque avversaria a viso alto. La prossima sarà Margarita Gasparyan.
Risultati:
V. Lapko b. [8] P. Parmentier 7-5 6-2
[6] D. Vekic b. [WC] F. Ferro 2-6 6-1 7-5
[Q] B. Bencic b. [9] K. Flipkens 6-1 6-3
M. Gasparyan b. D. Jakupovic 6-4 6-0
[Q] E. Bouchard b. [3] C. Suarez Navarro 6-1 6-0
[1] J. Goerges b. A. Blinkova 6-1 6-4
[SE] D. Yastremska b. [2] G. Muguruza 6-2 6-3
A. Petkovic b. [5] K. Siniakova 6-2 6-3