ANVERSA
“Carpe diem, cogliete l’attimo”, insegnava ai suoi studenti il professor Keating (magistralmente interpretato dal compianto Robin Williams) nel film del 1989 “L’attimo fuggente”. Salvatore Caruso, oggi, l’ha fatto. Dopo aver fallito i primi quattro tentativi, il 25enne azzurro è stato semplicemente perfetto nello sfruttare l’occasione che il destino gli ha regalato ad Anversa. Il torneo di Caruso era iniziato dalle qualificazioni: vittoria al primo turno contro Scoot Griekspoor, sconfitta al secondo contro Marcel Granollers. La storia potrebbe fermarsi qua e invece ecco arrivare l’occasione: grazie al forfait di Carballes Baena l’azzurro viene ripescato come lucky loser. E Salvatore non fallisce: 7-6 5-7 6-1 al numero 100 del mondo Yuki Bhambri e prima vittoria in carriera a livello ATP.
Un successo rincorso a lungo, voluto e meritato, giunto dopo un match durato due ore e diciannove minuti e partito in salita per l’azzurro, finito subito sotto 1-4 con doppio break. Caruso però reagisce, recupera lo svantaggio, annulla anche un set point sul 3-5, e trascina Bhambri alla lotteria del tiebreak. Altro set point annullato da Salvatore sul 5-6, che poi chiude per 8 punti a 6 il gioco decisivo e si aggiudica il primo parziale. Dopo un iniziale scambio di break, il secondo set si gioca punto a punto e si decide nelle battute finali. Bhambri annulla due palle break consecutive sul 4-4 e nel dodicesimo gioco strappa la battuta a Caruso, trascinandolo al terzo set. Il siciliano si congeda con un body language non troppo promettente, arrivando a imprecare contro se stesso e contro lo sport che, dopo avergli lasciato assaporare il successo, sembra volergli ricacciare in gola l’urlo della vittoria. “È uno sport di m***a” pronuncia Salvatore in direzione del suo angolo presidiato dall’allenatore Paolo Cannova, che segue il siciliano sin da quando non aveva alcun punto ATP e si era approcciato al tennis professionistico con una classifica di seconda categoria.
Nel parziale decisivo però non c’è partita: l’azzurro sale in cattedra, ottiene subito due break e veleggia tranquillo verso il 6-1 finale. Al prossimo turno se la vedrà con il qualificato Ilya Ivashka (battuto Robin Haase al primo turno). Chissà che nell’anno in cui sono arrivate la prima partita in un tabellone principale di uno Slam (sconfitta in Australia al quinto contro Jaziri), il primo trionfo in un Challenger (a Como a settembre) e la prima vittoria in un torneo ATP, non arrivi anche la prima, grande, settimana. A marzo, intervistato da Livetennis, l’allenatore di Caruso si era detto pronto a puntare in alto: “Pensavo che la top 80 dovesse essere il massimo obiettivo, adesso spero si possa aspirare a qualcosa di più. Poi magari non entreremo mai in top 100, ma è giusto crederci e desiderarlo“. L’ambizione è fondamentale, ma per assecondarla serve cogliere tutte le occasioni. Carpe diem, Salvatore.
GLI ALTRI INCONTRI – Se la Francia viaggia con la doppia vittoria di Simon e Gasquet – il buon Gillou, approfittando di un tabellone agevole, sta disputando un torneo senza macchie – il Canada è costretto a perdere un pezzo a seguito del derby di fine programma tra Pospisil e Raonic. Contrariamente ai pronostici iniziali, ma forse non troppo a sorpresa considerando il rendimento ondivago di Raonic quest’anno, è stato Pospisil ad aggiudicarsi l’incontro punendo le carenze del suo connazionale nei momenti decisivi dell’incontro. A fronte di una singola palla break concessa, quella con cui Pospisil ha brekkato a fine secondo set per involarsi verso la vittoria, Raonic ha servito con la solita costanza. Nei momenti decisivi, però, è stranamente venuto a mancare.
Risultati primo turno:
[LL] S. Caruso b. Y. Bhambri 7-6(6) 5-7 6-1
C. Norrie b. [Q] M. Granollers 6-3 6-2
Risultati secondo turno:
J.L. Struff b. F. Lopez 6-1 3-6 7-6(3)
[5] G. Simon b. M. McDonald 6-1 6-1
[4] R. Gasquet b. J. Vesely 6-4 4-6 6-3
V. Pospisil b. [3/WC] M. Raonic 7-6(3) 7-5
MOSCA
Se a Shanghai erano stati due passi in avanti, quello di Mosca è un deciso passo indietro per Marco Cecchinato. Sembrava che il rendimento in crescendo del palermitano sulle superfici rapide potesse aiutarlo ad affrontare anche gli ultimi tornei indoor, ma l’esordio contro Adrian Mannarino è stato poco meno che traumatico. L’italiano si è ritrovato in doccia dopo appena 52 minuti in cui di tennistico c’è stato poco, se non un abisso di attitudine alla superficie. Il francese ha operato due break per set con la semplicità con cui si riempie un bicchiere d’acqua, e per rendere la misura di quanto il suo servizio sia sempre stato al sicuro val la pena snocciolare i dati in risposta di Cecchinato: ha vinto appena due punti, uno contro la prima e uno contro la seconda. Una giornata storta può capitare, questo è evidente, ma i progressi di classifica concedono un margine d’errore sempre inferiore e se Marco vorrà conservare un posto in top 20, che per questa settimana dovrebbe essere al sicuro, queste battute d’arresto dovranno essere ridotte al minimo sindacale.
Il pubblico del torneo moscovita ha potuto applaudire l’affermazione di Karen Khachanov. Il russo ha battuto in due set il qualificato Rosol, tornato ad affacciarsi a buoni livelli dopo qualche mese di anonimato, e potrebbe avere l’opportunità di vendicare il connazionale Rublev che ieri è stato sconfitto da Kyrgios; prima, però, l’australiano dovrà battere Basic nel match in programma domani. Con punteggi quasi identici escono dal campo due dei tre giocatori francesi impegnati (il terzo è Mannarino, che ha battuto Cecchinato): va fuori Benoit Paire, eliminato da Gerasimov, mentre passa il turno Herbert che non presta troppa importanza all’esuberanza del kazako (acquisito) Bublik.
Risultati primo turno:
P.H. Herbert b. [Q] A. Bublik 6-3 6-4
Risultati secondo turno:
[LL] R. Berankis b. A. Bedene 3-6 7-6(3) 7-6(5)
[3/WC] K. Khachanov b. [Q] L. Rosol 6-4 7-5
[Q] E. Gerasimov b. B. Paire 6-4 6-4
A. Mannarino b. [1] M. Cecchinato 6-2 6-3