‘Poor performance‘, come direbbero gli inglesi. Petra Kvitova rimedia la sesta sconfitta nel Singapore Indoor Stadium, dopo le cinque del biennio 2014-2015, la nona complessiva se consideriamo le tre partecipazioni tra il 2011 e il 2013 quando il torneo si disputava a Istanbul (Kvitova ne vinse anche un’edizione). A intimarle lo stop è una Elina Svitolina quasi perfetta, che vincendo la seconda partita su quattro match disputati qui a Singapore si porta al comando del Gruppo Bianco in attesa della sfida tra Wozniacki e Pliskova. Svitolina pone così fine a una striscia di sette sconfitte consecutive contro la giocatrice ceca.
E dire che Kvitova si era detta soddisfatta del primo impatto con la superficie di gioco. “Penso sia più veloce degli scorsi anni. Dipende anche dalle palline e dal tipo di colpo, ma in generale ricordavo questo campo e quello di Istanbul un po’ più lenti. Non questa volta, mi piace di più“. Per essere sinceri, nell’ora e mezza che Svitolina ha impiegato per ribaltare il pronostico questo feeling non è emerso in modo troppo evidente. I numeri raccontano di un bilancio in parità per Kvitova, che ha scagliato tanti vincenti quanti i gratuiti commessi, e di un bilancio invece negativo per Svitolina; la giocatrice ucraina ha però vinto tutti i punti importanti mostrando un cinismo sorprendente e annullando quattro delle cinque palle break concesse, due delle quali fondamentali quando a inizio secondo set Kvitova era sembrata sul punto di ribaltare l’inerzia della partita.
L’esito ma soprattutto l’andamento dell’incontro sorprendono anche alla luce dei precedenti tra le due giocatrici, che vedevano Kvitova in netto vantaggio: sette vittorie in otto confronti prima di quello odierno, tutte consecutive dopo la prima e unica affermazione di Svitolina nel 2014, e un bilancio di quattordici set a tre. Dal punto di vista strategico, forse non si è rivelata brillante la scelta di allenarsi con l’avversaria con cui avrebbe dovuto esordire. “Ieri mi sono allenata con Elina, è stato divertente” aveva raccontato Petra alla vigilia dell’incontro. “È l’unica giocatrice con cui mi sia allenata e la affronterò all’esordio. Beh, è una giocatrice molto solida che recupera molte palle e ovviamente io non sono quel tipo di giocatrice, ma cercherò di essere aggressiva. Non posso dire di essere a mio agio con il suo gioco, ma dall’altro lato che tutti i suoi colpi sono simili e sarò preparata per quello“.
Non è andata proprio così. Escludendo i primi due game, un doppio scambio di break di pura circospezione, Svitolina non hai mai perso il filo conduttore accettando di subire il gioco della sua avversaria ma al contempo portandola al suo limite, con la sicurezza che prolungando lo scambio a sufficienza ne avrebbe raccolto un errore. Tra quelli che Kvitova ha commesso, uno dei meno perdonabili è certamente lo smash fallito nel terzo game del secondo set, che le avrebbe consegnato il break e avrebbe potuto dare all’incontro un indirizzo completamente diverso. L’ucraina ha provato il più possibile a tenere lo scambio profondo e centrale, con l’ovvio proposito di non dare angolo all’avversaria, e oltre a servire con attenzione nei momenti cruciali ha eretto il muro delle grandi occasioni per rendersi impenetrabile: come nel quinto game, quando ha sbrogliato una delle ultime situazioni di difficoltà sul suo servizio vincendo uno scambio di puro logoramento, o in occasione del punto che le ha consegnato il primo match point prontamente convertito grazie al ventinovesimo errore della sua avversaria, uno dei tanti dritti non controllati.
“È un torneo particolare e anche se non cominci bene hai sempre modo di rientrare in corsa” ha detto a caldo una Svitolina particolarmente raggiante, che a inizio intervista non ha mancato di salutare un pubblico per la verità non molto partecipe (non che sia un novità, quando il tennis fa tappa in Asia). Lei però è partita nel migliore dei modi, e pur dovendo ancora affrontare due sfide molto impegnative ha già un consistente vantaggio: in questa competizione un po’ anomala per la consuetudine del tennis, vincere due set a zero può valere già mezza qualificazione.
PLISKOVA IN CARROZZA – Confortante inizio anche per Karolina Pliskova che si è presa di forza il proprio match contro Caroline Wozniacki, campionessa in carica. Le due non incrociavano le racchette proprio dalla semifinale vinta qui dalla danese un anno fa. A fare la differenza oggi è stata la maggiore propensione al rischio di Pliskova, che ha giocato con coraggio i proverbiali “punti pesanti”, mentre Wozniacki è sempre stata troppo passiva. La danese ha pagato l’aggressività della ceca con i colpi di inizio gioco e, anche quando partiva lo scambio, non è mai riuscita a muovere a sufficienza la sua avversaria. Spesso e volentieri il palleggio si è arenato nelle corsie centrali del campo, posizione dalla quale Pliskova può comodamente prendere l’iniziativa con le sue sberle piatte. Pesante per Wozniacki lo 0/10 nella casella delle palle break. “Vieni punita quando non sei in grado di cogliere le occasioni. Oggi è successo esattamente questo. Non importa se stai giocando il tuo miglior tennis o no, quando hai le chance devi coglierle“, ha poi detto la danese in conferenza stampa. In effetti nelle tante chance avute, è sempre rimasta troppo indietro, subendo l’iniziativa dell’avversaria. Dal canto suo Pliskova è stata bravissima a non tremare nemmeno di fronte alle due consecutive palle break concesse sul 5-4 del secondo set, che rischiavano di riaprire un match fino ad all’ora condotto senza particolari patemi.
Risultati (Gruppo Bianco):
[6] E. Svitolina b. [4] P. Kvitova 6-3 6-3
[7] Ka. Pliskova b. [2] C. Wozniacki 6-2 6-4