Oltre le critiche al suo tennis di contenimento, oltre le perplessità sul suo peso che è pericolosamente calato negli ultimi mesi, Elina Svitolina ha messo in riga tutte le avversarie a Singapore per conquistare il trofeo più importante della sua carriera. La tennista ucraina, che vincendo cinque partite su cinque ha rimesso in scena un film che non si vedeva dalle Finals 2013 con protagonista Serena Williams, ha raccontato in conferenza stampa le difficoltà incontrate nella seconda parte di stagione prima di rifiorire un po’ a sorpresa nell’ultimo torneo dell’anno. Svitolina si era confermata a Roma, vincendo il titolo per il secondo anno di fila, ma dopo la delusione del Roland Garros – dove si era presentata tra le favorite – ha faticato a ritrovare il suo tennis. La settimana di Singapore – e in particolar modo le condizioni di gioco abbastanza lente e tarate perfettamente sulle sue caratteristiche – è coincisa con il suo riscatto.
“Ho lavorato duramente, molto duramente, nonostante i miei risultati non siano stati così buoni. Da Wimbledon ho avuto quattro o cinque settimane in cui, senza sosta, il giorno successivo a una partita ero in palestra a lavorare. Negli ultimi cinque mesi c’è stato molto lavoro da fare. Ho cercato di rimanere positiva, perché stavo dando tutto in allenamento ma i risultati non erano quelli che mi aspettavo. Forse anche il fatto di non aver giocato troppo bene in Asia, mentre le mie avversaria giocavano semifinali e quarti di finale, mi ha dato le motivazioni giuste”.
Dei tanti termini che sono stati associati alla sua vittoria, da ‘rivincita’ a ‘riscatto’, Elina non vuole sentir parlare. “Penso di non avere nulla da dimostrare a nessuno. Sicuramente è un grande traguardo e una grande iniezione di… non direi ‘fiducia’, perché quella è una cosa che cerco di conservare in me stessa a prescindere, fa parte della mia personalità. Penso che il terzo set di oggi lo abbia dimostrato: sono stata mentalmente forte, è questo che ha fatto la differenza. Dovevo rimanere solida, ho detto a me stessa di non fare neanche un passo indietro“. La neo-Maestra spiega come sia importante trovare un equilibrio, per evitare che la foga agonistica si trasformi in un boomerang negativo: “Può funzionare in un senso, ma anche in quello opposto: puoi ‘spendere’ troppo. Ad esempio quando nel terzo set mi sono trovata 2-0 e in pochi secondi ero sotto 0-30 nel game successivo. Serve esperienza per capire cosa funziona e cosa no, si impara dagli errori. Sul 4-2 ho cercato di non sprecare troppe energie emotive, perché era il terzo set dell’ultimo match dell’anno e beh, si può essere parecchio esausti“.
VERSO IL FUTURO – Un successo di questa portata, per quanto questo torneo non sia immune da scetticismi relativi a stati di forma e approcci delle tenniste che vi partecipano, inevitabilmente proietta una giocatrice verso traguardi ancora più ambiziosi. E oltre le Finals, in soldoni, ci sono soltanto gli Slam. Caroline Wozniacki ha sfruttato al meglio l’onda del titolo vinto dodici mesi fa vincendo l’Australian Open, e dando una svolta alla sua carriera in appena tre mesi. Svitolina può emulare l’impresa della danese? “Non posso vedere il futuro ed essere certa che questo titolo mi aiuterà. Sicuramente è il più prestigioso della mia carriera. Ho giocato un gran tennis contro le migliori tenniste del mondo, ma non posso dire che è stata una settimana perfetta. Ho bisogno di elaborare, è difficile parlarne adesso. Ho giocato la finale appena quaranta minuti fa!
Prima di pensare al 2019, e inevitabilmente all’Australian Open, ci sono ancora un paio di nodi importanti da sciogliere: come impostare il lavoro in off-season e soprattutto come completare il suo team, rimasto orfano dell’allenatore Thierry Ascione licenziato dopo l’eliminazione a New York. Elina ha collaborato per circa un mese con Nick Saviano, ex coach di Stephens e Bouchard, ma a metà ottobre le loro strade si sono separate dopo un periodo di prova non particolarmente fruttuoso. Al suo fianco è sempre rimasto Andrew Bettles, sparring partner il cui ruolo può essere riconducibile a quello di un vice-allenatore, ma la tennista ucraina ha dichiarato di essere alla ricerca di chi possa seguirla full-time accanto al fidato Andy.
“Adesso mi concederò un periodo di assoluto riposo, credo tre settimane: devo pensare alla mia salute. Poi parlerò con Andy e valuteremo le opzioni, quali allenatori sono disponibili e provare a lavorare con qualcuno per un po’ di tempo. Durante l’off-season è più facile perché c’è meno pressione, non è come provare nel mezzo della stagione. Però devo pensarci attentamente, non voglio scegliere una persona e licenziarla dopo due settimane (come successo con Saviano, peraltro, ndr). È una decisione importante”
Rimane un mistero l’identità dell’uomo che più di tutti avrebbe contribuito alla rinascita di Elina, coma la diretta interessata si è lasciata sfuggire nel corso del torneo. “Andy mi ha aiutato parecchio e lo apprezzo molto, ma c’è un’altra persona che mi aiuta. Non dirò chi è. Quest’uomo misterioso mi ha fatto vedere con chiarezza che cosa dovessi fare, mi ha aperto un po’ la mente, per questo gli sono davvero grata”. Questo ‘mister X’ è stato decisivo per aiutarla a superare le critiche al suo aspetto estetico; la 24enne di Odessa era convinta che perdere peso avrebbe fatto bene al suo tennis, sebbene qualche dritto scarico e scomposto di troppo sembrasse sconfessare i suoi propositi. Alla fine, ha avuto ragione lei. Almeno per il momento.
A.S.