C’è una rivoluzione dolce, intorno a Grigor Dimitrov. La presenza di Andre Agassi al seguito del bulgaro a Bercy (dove però non si è fatto vedere a bordo campo, in entrambe le partite) non è da ritenersi episodica, né di rottura. Almeno stando a quanto ha spiegato ad ATP Radio Daniel Vallverdu. Il coach venezuelano ha voluto in primo luogo sgomberare il campo da ipotesi di passaggio del testimone: al comando delle operazioni, nel team del bulgaro, rimane lui. “Mi piace lavorare con Grigor ed essere il leader del suo team, le mie scelte sono finalizzate a risolvere problemi e a migliorare il suo potenziale“. L’ex coach di Murray e Berdych, decisivo nella costruzione del grande 2017 di Dimitrov, ha dovuto però spiegare la genesi di una scelta comunque mediaticamente forte come farsi affiancare da Agassi. “Ho pensato che avere nel team uno come Andre potesse portare solo benefici alla carriera di Grigor – le sue parole – per quello che può trasmettergli in campo e fuori. Lo abbiamo contattato chiedendogli un aiuto e siamo lieti di averlo con noi da qualche settimana“.
Se parliamo solo di una consulenza, è perché diventa difficile – allo stato delle cose – codificare il rapporto in altro modo. “Non c’è un accordo con un limite di tempo – prosegue Vallverdu – iniziamo a lavorare insieme e vediamo fin quando sarà proficuo. Dal mio punto di vista, più andremo avanti e meglio sarà perché ci poniamo obiettivi di crescita che non sono a breve termine”. Agassi non piomba dal nulla nel mondo del bulgaro, da quanto si apprende: i due già si conoscevano da quando Grisha era giovanissimo, si sono intercettati a Las Vegas e hanno mantenuto sempre rapporti cordiali.
NESSUNO COME LUI – Dimitrov, dopo il successo su Bautista, non ha potuto tirarsi indietro di fronte alle domande sul suo nuovo compagno di viaggio. E si è lasciato prendere dall’entusiasmo. “In termini di personalità, andiamo molto d’accordo. Non potevo trovare interlocutore migliore – ha affermato l’attuale 10 del mondo – per condividere pensieri ed emozioni dentro e fuori dal campo. Agassi ha attraversato la storia con la sua carriera, vissuto anche difficoltà, è una delle persone con cui riesco di più ad aprirmi. Era il momento giusto per inserirlo nel mio team e spero di poter lavorare molto con lui non solo da qui a fine anno, ma per tutta la prossima stagione“.
LA STRATEGIA – Eliminato da Cilic agli ottavi, Dimitrov – un anno fa trionfatore del Master – si troverà chiaramente a crollare in classifica in questo finale di stagione. “I miglioramenti che inseguiamo non sono finalizzati ai prossimi due o tre tornei, ma a rendere il suo gioco più semplice per eliminare gli errori nel lungo periodo, visto che non si tratta di problemi soltanto mentali. Per esempio stiamo lavorando sul servizio. I tanti doppi falli dell’ultimo periodo sono frutto di mancanza di fiducia“. Svelati anche i programmi della off season: dieci giorni di vacanza dopo Parigi, poi cinque settimane dedicate esclusivamente alla preparazione fisica. Con l’Australia in testa.